Se lo streaming gratuito diminuisce l’audience televisiva

Recentemente ho scritto un post su OneWeb2.0 in cui parlavo del caso dei produttori di South Park che hanno deciso di dare la possibilità ai fan del cartoon di guardare in streaming gratuitamente tutti gli episodi delle serie prodotte all’interno del sito southparkstudios.com.

La motivazione "ufficiale" alla base di questa scelta è molto semplice: far sì che gli utenti non siano "costretti" a scaricare illegalmente gli episodi dalle piattaforme P2P; quella non ufficiale è l’introito pubblicitario (mi autoquoto) 

All’interno del sito ci sono alcuni spazi pubblicitari e alcune forme di sponsorizzazione (ad esempio l’area di creazione del proprio avatar è “presented by Virgin Mobile”); in più la visione del full episode è intervallata da 4 momenti pubblicitari, contrassegnati sulla barra di scorrimento con delle barrette bianche

In USA e UK l’online streaming televisivo gratuito sta diventando sempre di più un must per i fan che possono vedere e/o rivedere gli episodi delle loro serie preferite. Questo fenomeno però non piace a tutti e ha sortito degli effetti per alcuni insperati per altri inaspettati.

In questa seconda categoria rientrano i produttori della serie Gossip Girl che hanno deciso di bloccare lo streaming online perchè a loro avviso il loro sito CWTV.COM sta cannibalizzando l’audience televisiva:

The network said Thursday that episodes of its series "Gossip Girl" will not be streamed on CWTV.com when "Gossip" returns Monday with original episodes through season’s end. The first 12 episodes of the season, which will remain on the site, were made available free to viewers about a week after their original airdate. The CW is trying to avoid being a victim of its own success: "Gossip" has proved to be a big draw on CWTV.com, with each episode said to be generating hundreds of thousands of streams. Episodes routinely rank among the most downloaded on iTunes, which also will continue to offer new episodes [da ‘Gossip Girl’ stream pulled 17 Aprile 2008]

Come giustamente sottolinea Sonia Zjawinski sul blog di Wired.com, invece di cercare di capire come ottenere un introito economico dal successo di questo nuovo modello televisivo si è deciso di arrestarlo.

Una mossa ovviamente molto stupida: online non fa rima con onair, e l’utenza internet che ha fruito fino a poco tempo fa dello streaming gratuito ha delle caratteristiche diverse dalla audience televisiva.

 

Those hundreds of thousands of viewers who were watching directly on the CW’s site will either have to tune in or turn to P2P networks to download the show illegally. And knowing how savvy kids are, that very well may be what happens. Doesn’t Ostroff [CW’s president of entertainment] know you can’t tell a teen what to do?

 

Questa decisione è ancora più incauta se consideriamo che l’accesso al sito di CW non era legato esclusivamente alla visione della serie ma soprattutto al bisogno di condividere la propria passione con gli altri utenti:

Not only do fans watch the show on their computers, but they post sightings of the actors on gossip blogs and exchange rumors (about both the show and its stars) on fan sites. […] It’s not appointment television; it’s a 24-hour conversation

Riassumendo abbiamo due approcci opposti: South Park allarga la fruizione dei propri contenuti anche all’online, offrendo un servizio a valore aggiunto ai propri fan in termini di immediata accessibilità e legalità, monetizzando questo approccio con gli introiti pubblicitari. CW toglie agli utenti del proprio sito la possibilità di visualizzare la loro serie preferita in streaming sul mezzo a loro più affine nella speranza di aumentare l’audience televisiva e vendere meglio i propri spazi pubblicitari.

Quale dei due approcci porterà il risultato sperato?

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4 commenti su “Se lo streaming gratuito diminuisce l’audience televisiva”

  1. …mi viene in mente uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia credendo di evitare il pericolo. A parte l’immagine frutto di dubbia sanità mentale, lascia che ci siano ancora persone che fermano lo straming, cancellano video su youtube e cose simili: si estingueranno fra poco (loro, non gli struzzi 🙂 )

  2. Comprendo perfettamente l’approccio legato alla massimizzazione dei ritorni immediati derivanti dagli spazi televisivi.
    Mi risulta ancora difficile invece comprendere il motivo che tiene ancora lontani gli investitori dal web: gli utenti interessati ad un video (e più in genere ad uno specifico contenuto) non sono forse un target interessante a prescindere dal device che utilizzano per fruirlo?

  3. Ciao,

    la storia dovrebbe insegnare che chi non segue l’evoluzione è inevitabilmente destinato all’estinzione.

    Chi non ha ancora capito che il futuro dei contenuti è on-line e “shared” e non si attrezzerà in tempo per adattarsi sarà spazzato via dal mercato.

    L’on-line advertising sta per superare (se non lo ha già fatto) i canali tradizionali e stiamo solo osservando la punta dell’iceberg.

    Tra non molto assisteremo alla vera rivoluzione del web; ho appena pubblicato un post a riguardo e vi invito a leggerlo e a dirmi la vostra.

    Complimenti per i sempre ottimi spunti di riflessione.

    Saluti, Alessandro

  4. (premessa: scusate il ritardo ma sono tornata oggi dopo 4 giorni a Disneyland Paris :-))

    @baldo: basta vedere il caso del canale etabetabetissima su YouTube con i video del programma Amici di Maria de Filippi che è stato chiuso il giorno dopo la fine del programma. Ne parla ovviamente il mitico Daveblog
    http://www.daveblog.net/2008/04/19/free_etabetabetissima.html

    @Daniela: il problema è che in questo caso invece di sfruttare le potenzialità si sono intraviste solo le minacce, ossia internet come la causa della perdita della audience televisiva, un mezzo cannibale, come se i due media fossero intercambiabili tra di loro 😀

    @Alessandro: grazie! verrò a leggere il tuo post con le tue riflessioni in merito

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