Blogsitter: articolo su Repubblica

Che tempismo! Solo un paio di ore fa ho parlato del sito di Blogsitter e solo ora ho notato che Repubblica ne ha parlato proprio ieri!
Consiglio di leggere l’articolo perchè spiega più nel dettaglio come funziona il servizio, la procedura d’iscrizione e di definizione del proprio profilo e di quello del proprio blog.
Mi lascia un po’ sorpresa il fatto che non vi sia critica ma addirittura consenso per questo sistema. Riporto solo il paragrafo conclusivo dell’articolo

Mai lasciare incustodito un blog, qualunque sia l’argomento trattato. L’intento, in fondo, è nobilissimo: “Quello che conta più di ogni altra cosa” scrive Erik, blogsitter spagnolo, “è il rispetto per il lettore: non si può tradire la sua fiducia”.

Essendo il blog per nascita uno spazio “personale”, è strettamente connesso al proprio padrone, al blogger non al blogsitter, e credo che per l’utente sia molto più importante avere la certezza di chi c’è dietro al blog piuttosto che la frequenza di pubblicazione dei post (e poi insomma anche i blogger avranno diritto alle vacanze no??)… Erik afferma che l’intento è nobile, che è importante non tradire la fiducia dei lettori, ma io ci leggo una “contradiction in terms” come direbbero i miei metà connazionali 😉

L’obbligatorietà del blog

Su Marketing Usabile ho letto un post relativo al concetto di “Obbligatorietà del blog” che è stato espresso da Gianfranco Livraghi. Sostanzialmente ciò che ritiene Livraghi è che non tutti dovrebbero scrivere blog, ed in particolare quelli che si sentono obbligati a farlo.
Ecco quello che riporta Goetz:

Se è vero che un blog con pochissimi post e soprattutto non aggiornato offre al lettore un’immagine di tristezza e desolazione, è altrettanto vero che lo scrivere per il solo gusto di farlo, o per un senso di obbligo, quando non si ha niente da dire, è altrettanto desolante

Io credo che tutti abbiano il diritto di scrivere un blog, anche se fosse per il solo gusto di farlo, ma è vero che bisognerebbe avere davvero qualcosa da dire, i blogger non dovrebbero continuamente sforzarsi a pensare a quale potrebbe essere l’oggetto del loro prossimo post e soprattutto non ha senso limitarsi a copiare i post degli altri senza nemmeno esprimere una propria opinione.
Sono ancora troppo giovane e inesperta per pretendere di avere le conoscenze necessarie per scrivere in “completa autonomia” un blog, sono la prima che spesso fa riferimento a post altrui per scrivere il proprio, ma uso un certo criterio nel farlo in quanto non mi limito mai soltanto a trascriverli ma nel mio piccolo mi piace argomentarli, dopotutto il blog è mio e scrivo quello che mi pare 🙂

Dopo questa premessa è comprensibile qual è stata la mia sorpresa e la mia delusione quando ho letto sul blog di Mauro Lupi il post intitolato: “Chi c’è dietro quel blog”; il post fa riferimento alla presenza di ghostwriter (uno scrittore che scrive al posto di un’altra persona con il consenso di quest’ultima) dietro ad alcuni blog. La pratica è talmente diffusa e probabilmente richiesta che è stata in qualche modo “legalizzata” con la nascita dei cosiddetti blogsitter; sul sito internet blogsitter.net è possibile avere immediatamente un’idea chiara della loro attività:

Are you a blogger? Do you face some no-internet-days, holidays or something else that keeps you from updating your precious blog? And you know that a blog without daily updates dies very fast?
Don’t worry any longer! blogsitter.net is the plattform for bloggers who need caring people to sit their blogs. Register and place your advertisment to search for a fitting blogsitter. Someone who has your skills in the field of your blog, someone who is trustful and eager to care about your blog.

Insomma più obbligatorietà del web di così!
Come scrivevo in risposta al post di Mauro Lupi, in futuro dovremo stare attenti a capire se ci troviamo di fronte ad un blog autentico o all’opera di un “falsario”. È anche vero che se il “prodotto” di un blogger falsario è paragonabile alla qualità delle borse che si comprano in strada in Brera o in Duomo allora forse è meglio lasciare libera la strada a queste persone invece di dare spazio ad altri blogger più prestigiosi ma non altrettanto competenti 😉
In conclusione riporto anch’io le divertenti vignette pubblicate da Iliad a proposito di blog
vignette

SHOZU: moblogga gratis :-)

Quando ho avuto l’idea di creare un blog ho controllato subito se Blogger dava la possibilità di postare utilizzando il proprio telefono cellulare, ma il servizio Blogger Mobile a quanto sembra è disponibile solo negli Stati Uniti, o meglio non è possibile postare inviando un MMS ma grazie alla funzionalità Mail-to-Blogger è possibile inviare un email per aggiornare il proprio blog con il telefono cellulare (maggiori dettagli qui).
In questo momento non mi ricordo come, ma sicuramente durante uno dei miei tanti viaggi alla scoperta dei confini della Blogosfera :-), ho scoperto SHOZU, servizio gratuito che ti consente di inviare video ed immagini sul web, compreso il proprio blog, con il cellulare.
Non mi dilungo con i particolari perchè il sito è decisamente esaustivo (in particolare consiglio la sezione “Take the Tour“) e perchè ho constatato che, ovviamente, non sono l’unica blogger ad aver scoperto questo servizio. Ecco alcuni blog che ne parlano:

  • masternewmedia.org
  • Blublog (cita anche altri due servizi da testare)
  • Darla Mack
  • Mobile Blog: il post che linko in realtà cita soltanto Shozu e si sofferma invece su Merkitys, un servizio analogo con qualche funzionalità in più quali ad esempio la localizzazione del cellulare al momento dello scatto

In conclusione comunque posso dire di aver testato Shozu (il blog successivo l’ho creato con il mio Nokia 6680 :-)) e quindi mi sento libera di consigliarlo a tutti quelli che voglio usare il proprio cellulare per postare in tutta libertà anytime, anywhere 😉

Trasferta a Roma: Hotel Exedra

Settimana scorsa il mio capo mi comunica che la riunione di mercoledì a Roma, ossia oggi, fissata con il cliente per le ore 11, è stata anticipata alle ore 8 e che è quindi necessario anticipare il volo a martedì e incarica Valentina, alias la mia collega, di cercarci un hotel in centro con collegamento wireless (lavorare dietro una scrivania o seduti sul letto con le gambe distese non è la stessa cosa :-)). L’hotel sembra introvabile se non a costi spropositati e, dopo vari tentativi, presi dalla disperazione, prenotano l’Hotel Aleph, il mio capo per due notti, io per una.
Lunedì il mio capo arriva in albergo e scopre che in realtà io ho la prenotazione in un altro Hotel, sempre Boscolo. Valentina chiama e le confermano che si è trattato di un errore (!!!) e che non è possibile trovarmi una stanza all’Alef.
L’Hotel dove sono stata ricollocata è l’Exedra in Piazza della Repubblica.
Sono stata a Roma per il ponte del 25 aprile e sono passata per questa famosa piazza, quindi faccio mente locale e mi viene in mente un grande albergo extra lusso che si affaccia proprio sulla piazza e mi chiedo “Ma sarà proprio quello?”. Visito subito il sito della Boscolo e la mia intuizione è confermata, è proprio quello!

Questa è la premessa al post… a questo punto, come avrebbe detto l’Assessore Cangini Palmiro, anch’io dico “Con questo cosa volevo dire?”. Avevo pensato a questo post già dal momento in cui mi ero resa conto della tipologia di Hotel in cui sarei andata, con l’obiettivo di spantegarlo con i miei amici, ma la verità è che mi è passata la voglia.
L’Hotel è indubbiamente di lusso, lo respiri non appena entri, ed ha una posizione ottima, ma non è il genere di hotel in cui mi sento a mio agio e in cui tornerei anche se avessi le possibilità economiche per farlo.
Ma questo è un commento basato su un puro gusto personale, e il mio ovviamente non fa testo; allora aggiungo qualche particolare:

  • il collegamento ad internet (non wireless ma con il cavo) costa 0.50 centesimi al minuto! (fino ad un massimo di 20 minuti al giorno)
  • invece di un letto matrimoniale avevo due letti singoli attaccati!
  • costo della camera (o appartamento come preferiscono chiamarlo alla reception): 370 euro
Ripeto, non è mia abitudine essere ospite in hotel di questa categoria però mi sembra davvero un’esagerazione, e non credo che l’Exedra valga la cifra spesa.
Sono d’accordo con Gianluca Pezzi che dice in un post pubblicato su deluxeblog.it che la terrazza dell’hotel per la sua vista è il luogo ideale per un appuntamento di lavoro in cui sbalordire gli ospiti ma non altrettanto quando afferma che è un lussuosissimo ed irrinunciabile punto di vista: lussuosissimo sì, irrinunciabile direi di no, conosco abbastanza bene Roma per affermare che i luoghi irrinunciabili sono altri.

Folksonomia: cerchi droghe su Flickr?

Più che droghe, io ho cercato IMMAGINI di droghe su Flickr (ne avevo bisogno per una ricerca di lavoro) ed ecco cosa ho trovato nei risultati:

This is your brain on Drugs
hckrboi
The drug of the Nation
ilmungo
Drugs & Coke
intermanaut
Drug-rabbit
Alfred_the_Elephant
Keep Drugs out of WHAT?
Barefoot Bex

Ho sentito più volte parlare di Folksonomia (Folksonomy in inglese) ma questa è stata la prima volta in cui mi è capitato di dover “lottare” contro di essa! A parte gli scherzi è interessante vedere come il concetto di droga possa essere letto in maniera diversa e come nessuna terminologia abbia ormai un unico imprenscindibile significato.

Links interessanti sulla Folksonomy

Ovviamente se dovessi trovare nuovi riferimenti aggiornerò questo post

Mototortello 2006: recensione del ristorante

Riporto la recensione di uragano direttamente da ILMANGIONE.IT sul ristorante Ridella dove siamo andati a mangiare in occasione del Mototortello 2006

Grazie all’evento moto-gastronomico denominato “Mototortello” abbiamo la possibilità di pranzare a prezzo convenzionato in questo bel ristorante posto nel verde delle colline piacentine. Trattandosi anche di un albergo che dispone inoltre di un adiacente parco, l’ambiente è molto ampio tanto che la capienza del ristorante oltrepassa i 400 coperti, alcuni dei quali posizionati all’esterno in un bel portico.

Nella sala da pranzo dove veniamo fatti accomodare il colore predominante è il giallo delle pareti, come gialle sono le tovaglie poste al di sotto di coprimacchia bianchi. Al tavolo posaterie, cambiate ad ogni cambio di portata, piatti e bicchieri sono di discreta qualità come discreto è il pane di un solo genere ma accompagnato da buone bruschette classiche.

Il pranzo, per tutta la sua durata verrà accompagnato da un buon Gutturnio vivace prodotto in zona.

Il servizio verrà svolto da un eccentrico ed affabile cameriere che sarebbe potuto essere anche il direttore di sala o il proprietario e da alcune ragazze altrettanto solerti e gentili.

Antipasti.
Vengono serviti dei salumi piacentini tra i quali salame, coppa, pancetta e prosciutto crudo. Tutto veramente buono, di una qualità ottima; una nota particolare per coppa e pancetta davvero gustose.
Continuiamo con della torta piacentina ripiena di erbette ed asparagi molto delicata ed una bruschetta con funghi porcini altrettanto delicata.

Primi.
Essendo nella loro patria non potevano mancare i famosi pisarei e fasò nel complesso buoni ma è un piatto che non mi entusiasma.
Come non potevano mancare, dato che danno il nome alla manifestazione, dei tortelli piacentini ripieni di formaggio che differiscono da gli altri dalla loro forma intrecciata che non discuto per quanto riguarda cottura e qualità ma che anche in questo caso non mi hanno entusiasmato.
Facendo notare che più volte il servizio ha proposto dei bis passiamo al dessert.

Dessert.
Una specie di torta sbrisolona ma più alta e leggermente più morbida, che ho trovato buona.

Concludiamo con un normale caffè.

Conto a persona 15 euro con iscrizione al motoraduno, mentre per i non iscritti il prezzo era di 20 euro per: antipasti di salumi vari, due primi, un tipo di dessert ma a volontà, come a volontà il vino, acqua e caffè.
Se ricapiterò in zona non mancherò dal riprovare questo buon ristorante.
Invidio coloro che vivono in queste zone e che al contrario di noi milanesi possono sempre degustare cibi genuini a costi umani.
Prezzo a persona: 15,00