Dagli UGC ai VC2: Current arriva in Italia

Ieri sono andata anch’io a Roma per “incontrare” Al Gore all’evento di lancio della sua Current TV in Italia. Dico anch’io perchè sono stati davvero tantissimi i blogger che si sono presentati fuori dal Teatro Ambra Jovinelli dalle 13:30 in poi per accreditarsi.

Visione di un "pod" italiano
 
E tantissimi sono i post / foto / video già pubblicati in rete da parte di coloro che hanno partecipato. Mi servirò di estratti di qualcuno per raccontare il mio "punto di vista" sull’evento (così nel frattempo vi segnalo qualche risorsa interessante per approfondire l’argomento con altri punti di vista).
 
Perchè tanto buzz?
 
Forse è meglio fare una piccola premessa partendo dal principio: Cos’è Current?
Sintetizzo il trafiletto "su Current" presente nel comunicato stampa: Current è il primo canale che integra pienamente televisione e internet in una piattaforma attiva 24 ore su 24 […] unendo il giornalismo alla partecipazione dello spettatore; si rivolge ai giovani adulti ed è attualmente visibile negli Stati Uniti e in Inghilterra in oltre 51 milioni di case […]
 
…integra pienamente televisione e internet… Current è un canale televisivo con un suo palinsesto e un sito internet.
unendo il giornalismo alla partecipazione dello spettatore… il 30% circa del palinsesto sarà costituito da filmati creati dagli utenti e caricati nel sito di Current. In più i filmati trasmessi in televisione, che Current chiama POD,  saranno decisi sulla base delle votazioni espresse dagli utenti sempre sul sito internet.
si rivolge ai giovani adulti… è un target di persone dai 18 ai 34 anni definito in questo modo per esaltarne la maturità che spesso non viene riconosciuta, soprattutto nella fascia più giovane.
e con l’aggiunta del canale 130 di Sky Italia…  Current ha stretto un accordo con Sky che trasmetterà il palinsesto in un canale dedicato.

Credo che a questo punto la risposta alla domanda l’avrete già trovata da soli: non siamo di fronte ad una nuova web tv o ad un clone di YouTube, ma ad un nuovo modo di fare televisione che cerca di coniugare l’autenticità degli user-generated contents, con la qualità e la continuità di una produzione televisiva.

Proprio per questo motivo non si è mai parlato di UGC bensì di VC2 (il 2 in realtà è alla seconda) ossia di Viewer-Created Contents, ossia i video creati dagli spettatori creati in modo da mostrare il proprio singolare punto di vista.

[stefano vitta]

come mi ha sottolineato Tommaso, il primo obiettivo di Current non sarà solo quello di offrire spazio e tools, ma di permettere agli utenti di usare tali strumenti con perizia. Ne è un esempio l’area training (link quella in inglese visto che quella italiana è “in arrivo”) dove trovare veri e propri manuali per creare al meglio i propri video e risorse come librerie musicali libere da vincoli di copyright

A questo proposito aggiungo che nella cartella stampa consegnata ai blogger era presente anche un documento intitolato "Sviluppo e Realizzazione dei Pod – le cose da sapere prima di cimentarsi".

[orazio tassone]

Saranno evitati i soliti gattini e video amatoriali di bassa qualità (almeno questa è la promessa)

Al Gore ha sottolineato come in molti riconoscano la presenza in Current di contenuti video di qualità. La qualità è quindi sempre di più un requisito indispensabile per far emergere un contenuto autoprodotto e lo user-generated content in quanto tale non è più così appealing come un tempo, ma su questo tornerò magari più avanti.
 
Perchè Al Gore?
 
Current TV per chi non lo sapesse è un’emittente televisiva indipendente guidata dall’ex vice presidente USA Al Gore e dall’imprenditore Joel Hyatt. La TV andò in onda per la prima volta a mezzanotte del 1 agosto 2005. Una seconda rete, attiva nel Regno Unito e in Irlanda è operativa da marzo 2007 tramite la piattaforma Virgin Media (tratto da Wikipedia, che è stato già aggiornato con la novità del lancio in Italia).

Al Gore crede fermamente che Current sia una manifestazione di democrazia, valore in cui crede molto e che ha ripetuto più volte nella giornata di ieri.

[isayblog]

Parla di libertà, Al Gore, di democrazia, pluralismo, di nuova chance. Queste le parole che ritornano, quasi come un’ossessione. Un’ossessione cui tutti i presenti in sala sembrerebbero volerci credere.

[ecoblog]

Current è stata fatta per dare respiro alla democrazia. Se sempre più persone si informano, diventeranno una maggioranza, e i governi dovranno poi tenerne conto

 

 

Perchè l’Italia?

Al Gore sostiene che l’Italia sia un paese con una grande tradizione creativa, soprattutto nel campo cinematografico, e che ci sono talenti inespressi.

 

Perchè Sky?

Ce lo spiega Al:

[tvblog]

Ringrazio Sky per l’apertura che ha dimostrato nei nostri confronti. Nelle trattative che abbiamo avuto con Sky per Current non c’è mai stato nessun tentativo di controllarci. E io non ho nessun filo che lega i miei movimenti. Manderemo in onda tutto quello che riterremo giusto, non subiremo condizionamenti da governi o corporation. Nessuno ci impedirà di mandare in onda qualche cosa che abbiamo deciso di trasmettere. E poi è meglio fare bancarotta e chiudere piuttosto che piegare la schiena

Personalmente ho trovato questa uscita sulla bancarotta un po’ eccessiva, però bisogna riconoscere che Al è pur sempre un politico (anche se "ex") americano.

 

Perchè i Blogger?

Le organizzatirici dell’evento forse se lo stanno ancora chiedendo, non siamo affatto un pubblico facile, ma l’idea era ovviamente quello di colpire quel target di utenti che da un parte possono partecipare attivamente attraverso la produzione dei contenuti dall’altra possono segnalare Current ad altri utenti e invogliarli a vederla e a votare i POD sul sito internet.

Come ha spiegato Al Gore l’obiettivo di Current è quello di migliorare continuamente la qualità dei propri contenuti e l’aumento della qualità è proporzionale all’aumento dell’utenza/audience.
Per non parlare ovviamente della visibilità mediatica che la blogosfera è stata in grado di generare attorno all’evento, prima, dopo e durante!
 
Perchè i Giovani Adulti?
Come vi dicevo prima il target a cui si rivolge Current è quello dei Giovani Adulti 18-34 anni. Molto sensata la domanda di Kay Rush in merito alla fascia di età stabilita: "E noi?".
Oggi Kay ha ripreso l’argomento sul suo blog:

L’aspetto che mi ha lasciato più perplesso è stato quello del limite d’età a chi può inserire materiali […] Voglio dire, una TV libera però indirizzata solo alle persone tra 18-34? Prima di tutto, non mi piacciono i limiti in internet, poi, quella fascia d’età significa una cosa negli Stati Uniti ed un’altra qui in Italia. Negli States, una persona esce di casa a 18 anni ed è già un adulto in tutti sensi. Lo sappiamo che in Italia non è così, voglio dire, 18-34 in America è come 30-44 qui. Comunque, ripeto, sono contraria a questi limiti inutili. Lui ha risposto che non era un vero limite, che era solo per creare qualcosa per i giovani, bla bla bla però alla fine, è così: una televisione in internet creata e gestita da gente over 34 (anche Tommaso Tessarolo, che è il direttore di Current TV Italia ne ha 35) per ragazzi tra i 18 – 34. Mah

Sono d’accordo con lei.

 

Perchè Robin Good è rimasto fuori ad aspettare?

Non era d’accordo con la modalità scelta per porre le domande ad Al Gore. Le domande sono state poste nei giorni precedenti sul sito di Current. Le 15 più votate sono state quelle poste ieri, quindi viene reso merito al fatto che le domande venivano poste dagli utenti e scelte dagli utenti ma non che non ci fosse la possibilità di fare domande davvero "live", senza che Al Gore avesse la possibilità di conoscerle prima dell’evento e di prepararsi le risposte. Forse la protesta di Robin Good è servita perchè esaurite le 15 domande è stato possibile farne altre.

 

Perchè Kay ha parlato degli stivali di Al?

Ve lo lascio immaginare 🙂
 
 
 
Si va beh, bella cronaca, ma tu cosa ne pensi?
Me lo ha chiesto anche Erasmo Catavolo di roma-citta.it fuori dal teatro. Vi mostro il video (mi scuso se ad un certo punto si vede visibilmente che sto masticando una cicca… )
 
 

Sono sempre più convinta che io non sia fatta per la videocamera. Molto meglio le mie adorate foto faccioni:

con giovy e stefano (autore e coautore del live blogging)

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con i googlisti

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con mr prestigio

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con nicola

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con vincenzo

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con Lele

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 Tutte le altre foto fatte le trovate su Flickr.

Vi lascio con questa foto delle mani di GIovy sulla tastiera del suo Asus EEE PC (lo voglio) durante il liveblogging.

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In arrivo il temporary shop di Fiat 500

Libro Internet PRIeri sono andata alla presentazione di Internet PR invitata dal suo autore Marco Massarotto. Oltre a Marco erano presenti Antonio Sofi, Giovanni Boccia Artieri, autore della prefazione del libro, e Manuela Crippa, conosciuta in rete soprattutto come blogger del corporate blog Quellichebravo in quanto allora product manager di Fiat Bravo e ora product manager del fiore all’occhiello di casa Fiat: Fiat 500.

Ed è stato proprio chiaccherando insieme a Manuela che ho trascorso parte della serata, parlando ovviamente dell’importanza crescente delle Internet PR e di come questo argomento sia ancora difficile da trattare in molte aziende. Mi fa sempre piacere conoscere persone entusiaste del proprio lavoro e che hanno voglia di condividere questo entusiasmo con gli altri, lo trovo un atteggiamento contagioso. Questo post ne è la dimostrazione: dovrei essere sul divano in totale relax con uragano e invece l’ho lasciato lì da solo con gli occhioni di chi vuole lamentarsi ma non lo fa perchè sa che la voglia che ho di scrivere è sempre tanta e il tempo è sempre poco (ma giuro che appena finito spengo tutto e ritorno da lui!).

Visto che sono una milanese acquisita Manuela mi ha invitato a scoprire all’interno del sito fiatgroupautomobilespress.com tutte le iniziative che Fiat sta organizzando in occasione del Salone del Mobile tra cui ovviamente ha colpito subito la mia attenzione il "Temporary Store" visto l’interesse che ho già avuto e dimostrato nei confronti di questo argomento:

[…] Fiat 500 sarà protagonista dell’evento milanese con numerose iniziative, alcune di queste in programma presso il Fiat 500 Pop Up Store in Via De Tocqueville 11. Il nuovo spazio sarà inaugurato con una grande festa il 18 aprile alle ore 18.30 in occasione del quale sarà ospitata la mostra “500 Work Pop” realizzata in collaborazione con Guzzini.

Il “Temporary-Store” resterà aperto fino al 31 luglio e sarà un luogo attento al design dove conoscere l’Universo Fiat 500, in cui protagonista non sarà solo l’auto ma anche il visitatore che si muoverà in un luogo “vivo”, che comunica emozioni. Uno “spazio libero” in cui si potrà navigare in Wi-Fi, vivere iniziative editoriali o addirittura assistere a trasmissioni radiofoniche o televisive che utilizzeranno l’area come studio.

Il Fiat 500 Pop Up Store sarà, inoltre, un luogo in cui le persone potranno “sperimentare” un’emozione vivendo un’originale esperienza d’acquisto che riguarderà la Fiat 500 e molti altri oggetti esposti. Sarà luogo di merchandising e licensing, teatro di iniziative, esposizioni e mostre esclusive.

Quindi dopo i recentissimi temporary lounge di Barilla Alixir, il "temporary political store" di Berlusconi, arriva Fiat 500 Pop Up Store.

Personalmente seguirò questa iniziativa con molto interesse. Posso chiedervi cosa ne pensate? Cosa vi aspettereste da Fiat? E cosa non vi aspettate ma vi piacerebbe tanto trovare all’interno dello store?

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Temporary Shop di Alixir: essere trendy (forse) non basta

Da qualche tempo sto seguendo, con interesse più "markettaro" che salutistico lo ammetto, il caso Alixir, soprattutto dopo l’inaugurazione del temporary shop a Milano, in zona brera.

L’interesse nei suoi confronti è scontato: il lancio di Alixir è ancora oggi seguito da numerosi commenti, alcuni dai toni entusiastici altri decisamente più scettici, da parte sia di chi è sostanzialmente interessato alle innovative forme di comunicazione che Barilla sta adottando per presentare la sua nuova linea di prodotti, sia di chi è attratto dalle loro proprietà nutritive.

A questo proposito vi segnalo sia il post di ninjamarketing, punto di riferimento per le forme di comunicazione non convenzionale e quindi inevitabile presenza del Temporary shop

l’Alixir Food Lounge, con il suo nero caratteristico predominante, è un’oasi emozionale – e cool! – in cui vivere un’esperienza alimentare innovativa ed esclusiva: la Next Food Experience. Nel temporary store si è catapultati in un’altra dimensione all’interno della quale scienza e informazione si mescolano per raggiungere l’obiettivo di vivere meglio. […]

L’acquolina è d’obbligo ma si sta a cuor leggero e con lo stomaco pieno! Stranamente, infatti, non si è assaliti dai sensi di colpa… Insomma, abbiamo gradito!

sia il post di Piero di ovosodo che si sofferma più sulle qualità e le caratteristiche intrinseche del prodotto che sulla comunicazione

Un prodotto ha attirato la mia attenzione, luccicava sull’apposito espositore piazzato in mezzo dove ci devi per forza sbattere contro. Mi avvicino, Alixir è un pane. Bene, roba per me, voglio approfondire.[…]

Sembra tutto normale, salvo i “principi attivi”: Alixir Cor(TM) , un ingrediente brevettato. Un brevetto. Nel pane! Bah, saranno i tempi moderni, forse dovrò adattarmi, ma mi sa che è meglio che resto come sono.[…]

Ricapitoliamo: ho scoperto un pane che costa come il pandoro del pasticciere, che non te lo fanno vedere prima di comperarlo, che oltre ad un ingrediente brevettato contiene margarina e aromi artificiali, in cui il 50% di quello che paghi è vaselin* oops scusate, "concetto e marketing". Saranno i tempi moderni… io credevo che il pane fosse un’altra cosa. L’esito dell’assaggio? Beh, il mio istinto di… consumatore consapevole mi ha suggerito di non comperarlo 🙂 E bravo Williams Murray Hamm

All’uscita ho dato un Euro al vuccumprà. Lui non sa perchè, ma io sì: mi fa ugualmente bene al cuore 😉 mi costa meno, e non sono costretto a farlo due volte al giorno per 21 giorni di fila.

Ottimi post entrambi, ma mi lasciano con una domanda: il Temporary Food Lounge è in grado di abbattere lo scetticismo e l’ostilità che naturalmente si generano nei confronti dei prodotti Alixir? I presupposti per riuscirci ci sono tutti: approccio comunicazionale esclusivista, opportunità di provare il prodotto, possibilità di dialogo diretto con il consumatore.

Personalmente non sono ancora riuscita ad andarci e credo che prima del 29 febbraio, data in cui il temporary shop verrà chiuso, non andrò comunque, e forse non è comunque una gran perdita, non sono decisamente in target.

Anyway, fortunatamente è arrivato il post di Communication Idol (che scrive poco ma quando lo fa a mio avviso lascia sempre il segno) ad esaudire il mio desiderio di saperne di più.

Ecco un lungo estratto della sua lunghissima recensione sulla sua personale esperienza nel temporary shop Alixir.

[…] l’obiettivo principale di un temporary shop è proprio questo: “influenzare gli influenzatori” […] .
A differenza dello shop Nivea
[vi segnalo l’articolo di Brand Forum se volete approfondire], il temporary Alixir si presenta come un’esperienza di marca più che di prodotto […] un’esperienza quasi mistica: all’ingresso la profondità di un corridoio scuro di tanto in tanto spezzato dai verbatim dei consumatori che parlano del loro rapporto con il benessere e la salute ha l’obiettivo di avvicinare al tema il visitatore (il benessere e la salute) senza svelarlo troppo […]

Lo spazio che ci accoglie parla di scienza e tecnologia: superfici lineari, quasi asettiche, computer, luci morbide e diffuse. L’obiettivo sembra quello di ribadire l’efficacia dei prodotti attraverso suggestioni che rimandano al mondo della scienza. E’ però una ”scienza pettinata”, un ordine più simile a quello di un lounge bar newyorkese che a una clinica privata.

La giovane sacerdotessa/promoter dalla pelle d’ebano mi accoglie e mostra i segreti della brand. […]

“Preferisce partire con il questionario QX. Oppure con quello che valuta il suo personale livello di benessere?”. Di fronte al mio interesse per il primo, la promoter mi spiega: “Si tratta di un progetto in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Regina Elena di Roma per indagare gli effetti di una sana nutrizione sul benessere psicofisico”.

L’intuizione è chiara: una marca che promette benessere individuale deve farsi anche portatrice di valori salutistici collettivi.

Non solo: non si può promettere salute se non si è sufficientemente credibili; così l’autorevole accostamento al Regina Elena vuole fertilizzare la marca di un’etica della salute e i prodotti di una credibilità nella promessa di efficacia.

La mia risposta non si fa attendere:”Ovviamente parto con il questionario QX…“

Un computer touch-screen dal software user-friendly pone 27 domande a risposta chiusa. A seguire un altro questionario valuta il mio livello di benessere in termini di cuore, sistema immunitario, intestino, invecchiamento cellulare.

Le domande in questo caso però appaiono troppo ingenue per un target “wellness-holic”: come possono 8 domande dare delle indicazioni su 4 argomenti così importanti?

Dopo il questionario il computer “dice di avere” dati sufficienti per un menù personalizzato: lo chef Barilla al centro di un tavolo circolare prepara per me un mini-menu specifico per le mie esigenze nutrizionali.

L’esperienza rimanda a quella dei corner Clinique, dove da sempre il famoso computer valuta le caratteristiche della pelle e suggerisce la giusta combinazione di prodotti cosmetici.

Ma la similitudine finisce lì dove inizia l’esclusività dell’esperienza vissuta: dalla presenza dello chef alla disposizione del cibo, dai contrasti cromatici tavolo-piatto-cibo alla morbidezza della musica lounge tutto contribuisce alla creazione di una esperienza unica ed esclusiva, ben lontana da un posizionamento mass e più in linea con la mass-exclusivity.

Il giusto spazio per ogni commensale e la rotondità del tavolo garantisce un ottimo compromesso fra privacy individuale e condivisione dell’esperienza culinaria. Il messaggio lanciato è chiaro: il cibo per Alixir è sì esperienza da vivere da soli, da assaporare con consapevolezza ma è anche esperienza sociale e socializzante, è vita in sé. L’idea del cuoco al centro del tavolo con i commensali intorno aiuta a rafforzare l’idea di unicità e attenzione al cliente, molto in linea con un target esigente e alto spendente come quello Alixir.

…] le mie curiosità si sono accese e i dubbi moltiplicati. Provo a soddisfarle chiedendo al cuoco che risponde chiamando a sua volta una giovane ragazza. In linea con l’obiettivo mi aspetterei un’esperto/a, forse qualcuno in camice come avviene nel flagship store Kiehl’s, dove commessi/farmacisti dispensano preziosi consigli con autorevolezza e esperienza. Invece è una ragazza cortese a darmi risposte, più simile ad una venditrice che ad un’esperta.[…]

Forse l’accostamento del nutrizionista al cuoco sarebbe stato vincente e avrebbe maggiormente soddisfatto le esigenze di un target wellness-conscious e proprio per questo opinion leader.

La capacità di creare opinione va infatti sollecitata sfiorando le giuste corde: corde razionali e/o emozionali. L’esperienza della mia visita ha sicuramente toccato la mia emotività, è riuscita a suggestionarmi, mi ha fatto vivere per un po’ in un’esperienza mistica, piacevole, raffinata dove il vero protagonista era in fondo il concetto di eternità. Ma le suggestioni tecnologiche e la collaborazione con il Regina Elena sono state sufficienti a parlare a quella parte di me che vuole conoscere e s’informa? che va sui blog? che spulcia il web alla ricerca della più provata reason to believe?.

Dopo aver letto i tre post mi viene da pensare che utilizzare forme di comunicazione innovative serve per destare l’attenzione ma non è sufficiente per raggiungere il vero obiettivo. Alla base di ogni iniziativa di comunicazione deve esserci sempre un attento studio e una profonda conoscenza sia del proprio target di riferimento che del prodotto (sono d’accordo ad esempio con il fatto che la presenza di un esperto alimentare in grado di argomentare le proprietà del prodotto anche con i consumatori più attenti ed esigenti fosse necessario).

Voi cosa ne pensate? Cosa dovrebbe fare Alixir per catturare davvero questo target e trasformarlo in consumatore?

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Social Media Lab + Minibar: cosa mi sono portata a casa

Sì venerdì c’ero anch’io e ho fatto la doppietta Social Media Lab e Minibar.

Per quanto riguarda il Minibar ho le prove della mia presenza:

 

Per quanto riguarda il Social Media Lab la prova tangibile della mia presenza è che so cos’è il CPM Binario 🙂

Quando Mafe ha aperto la giornata con il suo intervento chiedendo "chi sa cos’è il CPM?" "chi sa cos’è il codice Binario?" "chi si è chiesto il perchè di questo titolo?" io ho alzato la mano ma la verità è che non mi ero davvero posta questa domanda, forse sono andata sulla fiducia :-), e ho iniziato ad ascoltare con curiosità.

CPM è un’unità di misura utilizzata in advertising ed è l’acronimo di Cost per mille (o Cost per Thousand) visualizzazioni degli annunci (non è utilizzata solo online – inteso come display advertising ovviamente – , ma in radio, TV e altre forme di pubblicità) mentre il Il sistema numerico binario è un sistema numerico posizionale in base 2, cioè che utilizza 2 simboli, tipicamente 0 e 1, invece dei 10 del sistema numerico decimale tradizionale, […] è usato in informatica per la rappresentazione interna dei numeri, grazie alla semplicità di realizzare fisicamente un elemento con due stati anziché un numero superiore.

Mafe ha accostato un elemento tipico dell’advertising tradizionale con un altro appartenente all’Informatica in generale e quindi possiamo dire anche ad Internet. Perchè?

Per spiegare con quale parametro le aziende dovrebbero valutare il loro potenziale investimento in iniziative online volte a dialogare con i singoli utenti: usando il CPM Binario, ossia considerare il numero 1000 con il sistema numerico binario e rapportarlo all’equivalente nel sistema numerico decimale, ossia 8 (per saperne di più su questa conversione potete leggere la Breve guida sul calcolo dei numeri binari con le operazioni matematiche).

Quindi quando attivo una comunicazione mirata e personalizzata su 8 utenti internet devo considerare che questo dato potrebbe essere equiparato ad un target di 1000 spettatori di una campagna ad esempio televisiva e questo perchè se nel primo caso io arrivo a conoscere queste 8 individui a coinvolgerli davvero a farli vivere seriamente un’esperienza con il mio brand nel secondo la comunicazione è "sparata" ai mille con la speranza di averli colpiti e influenzati. Nel primo caso invece possiamo stare (quasi) certi che questi non terranno tutto per sè ma lo condivideranno, diventeranno non solo dei brand lovers ma dei veri e propri ambassadors, arrivando potenzialmente a raggiungere positivamente fino a 1000 utenti. Ovviamente questo processo di viralizzazione è più tangibile e soprattutto misurabile se avviene online, difficilmente possiamo sapere quanto la diffusione dello stesso è capillare offline.

Questo assunto così forte, e ovviamente provocatorio, è stata una premessa ideale alla presentazione delle start-up che è seguita all’intervento di Mafe, per le quali il passaparola è un requisito fondamentale per lo sviluppo e la crescita.

Tornando al CPM Binario, Mafe ha evidenziato un altro aspetto ostico per la comunicazione online ed è la misurazione: quello che in realtà è un punto di forza del web, ossia la possibilità di avere dati certi sul comportamento degli utenti, viene vissuto da molti con frustrazione soprattutto da parte di coloro che sono abituati a lavorare per stime (con le quali è più facile trovare delle adeguate giustificazioni ai propri risultati).

Purtroppo, anche se io personalmente direi per fortuna, l’evidenza e la brutalità dei numeri è un aspetto del web che bisogna in qualche modo accettare e soprattutto imparare a conoscere riparametrando le proprie unità di misura relative all’efficacia dei progetti di comunicazione.

Per quanto riguarda il resto della giornata vi invito a leggere altri post scritti sull’argomento:

Social Media Lab (second edition) e Minibar Italy di Francesco Federico che ho avuto il piacere di conoscere di persona

MiniBar – The Day After di Adriano Gasparri con il quale ho un conto in sospeso 😉

SocialMediaLab: resoconto di una giornata di Dr_who

Social Media Lab 2 @ IULM e MiniBar @ Triennale di Frenz (feelByte)

e ovviamente il blog ufficiale del Social Media Lab dove è possibile trovare tutte le presentazioni delle start-up presenti al Minibar.

Per quanto mi riguarda ho già parlato sia di Zooppa che di Zzub (ai tempi Bzzers), due delle iniziative presentate durante la giornata, su One Web 2.0 quindi per il momento vi rimando lì :-).

Mi riprometto di saperne di più su BootB, per il momento ho la loro maglietta appesa nella bacheca del mio ufficio come promemoria!

 

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LaFra MashUp (e Tumblr)

Forse non interesserà a nessuno ma ho sentito l’esigenza di inserire nuovi voci di menù all’interno di questo blog legate al "problema" della frammentazione della mia presenza online di cui qualcuno si è recentemente lamentato 🙂

Si aggiungono quindi due new entries:

  • Bits and Bobs (Tumblr): link diretto al mio Tumblr di cui vi ho parlato ad ottobre
  • MashUp: il concentrato della mia presenza online, ossia blog, post su oneweb2.0, twitter, tumblr, pownce, jaiku, cocomments, del.icio.us, flickr, youtube, etc. creato grazie a Profilactic (di cui avrete notato anche il widget nel menù laterale).

Colgo l’occasione per invitarvi a leggere il post che ho scritto su OneWeb2.0 Quanto è frammentata la vostra presenza online? ispirato dal post di Ilaria K  Della frammentazione dell’identità nel web 2.0

Grazie per l’attenzione 🙂

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Come sono diventata blogger? Grazie ai Maestrini!

Con il mio solito ritardo (la header del blog non è lì a caso) partecipo anch’io al meme "Come sei diventato/a blogger?" e rispondo quindi all’invito di Napolux, di Daniele e di Orazio 🙂

La risposta la potete leggere già nel titolo: Grazie ai Maestrini Mafe e Vanz. Ora capirete perchè leggendo le risposte alle domande del cosiddetto meme:

Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?

Questa domanda mi è stata già fatta qualche mese fa da Magogae in occasione della "Intervista ad una donna geek", quindi, per pigrizia lo so, vi riporto la risposta:

Come ti è venuta in mente l’idea di avere un blog? Cosa ha fatto scattare la scintilla?

L’idea è nata come spesso accade dalla semplice curiosità; la verità è che però non conoscevo molto bene la realtà della blogosfera e quindi mi ero limitata ad aprire un blog e ad inserire contenuti di altri. Poi circa un anno fa ho partecipato al Workshop “Network, o del nuovo umanesimo digitale” nell’ambito dell’EBA Forum dove tra i relatori c’erano Mafe di Maestrini per Caso (chairman), Paolo Valdemarin, Luca De Biase, Sergio Maistrello e altri che non conoscevo minimamente (pensa che ero seduta accanto a Mauro Lupi e non sapevo chi fosse). Insomma si è parlato tanto di blog e della differenza tra blogger e giornalisti: il blogger a differenza del giornalista scrive solo se ha qualcosa di interessante da dire. E quindi mi sono detta “Questo incontro per me è stato interessante e di questo parlerò domani nel mio nuovo blog 🙂 ”

Il tuo primo post?

Ovviamente quello sull’EBA Forum: Everything But Advertising

[…] Insomma per concludere questo primo lunghissimo post, perché ora sto scrivendo un blog? Durante il convegno è stato detto, se non sbaglio da Valdemarin, che il blogger a differenza del giornalista scrive solo se ha qualcosa di interessante da dire (o che almeno lui ritiene tale): ho trovato interessante l’incontro di ieri e quindi eccomi qui

Notare tra l’altro i commenti in cui chiedo a Vanz come è arrivato al mio blog 😀

Il post di cui ti vergogni di più?

Mah direi nessuno in particolare.

Il post di cui sei più fiero?

Questo blog è il mio piccolo orgoglio personale, ne vado fiera, quindi non potrei indicare dei post in particolare, ma ce ne sono alcuni a cui sono diciamo più affezionata sopratutto perchè sono intrinsecamente collegati alla natura di questo blog e a quello che rappresenta per me:

Sul piano un po’ più sentimentale invece mi piace ogni tanto rileggere la serie Piccole Bloggers crescono 😉

E tu? Come sei diventato blogger?

Ehm vediamo cosa ci diranno DonnaGio, Nemolog e Inga 🙂

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Cena Lunga: [senza titolo]

Sono passati ormai due giorni dalla Cena Lunga e non sono riuscita a trovare il tempo per scrivere un post come si deve.. e ce ne sarebbero di cose da dire. Pensate che in questo momento il titolo del post è "Cena Lunga: " perchè potrebbe avere mille di titoli e non riesco a decidere quale usare, ad es:

  • Cena Lunga: la vita reale continua (in riferimento al precedente post sullo IAB Forum)
  • Cena Lunga: grazie Giovy!
  • Cena Lunga: non ho più un’anima (in riferimento al twit di sonounprecario)
  • Cena Lunga: ho conosciuto Andrea Beggi! 😉 (a cui non ho avuto il coraggio di dire che non ho mai mangiato le trenette al pesto…)

La verità è che anche adesso il tempo è tiranno e non potrò dilungarmi nel descrivervi questa emozionante serata ma ci tengo particolarmente a ringraziare Giovy per avermi invitato e per averla organizzata in maniera impeccabile… a quando la prossima? 😀

E poi ringraziare ovviamente tutti coloro che ho avuto il piacere di conoscere (e anche quelli che non sono riuscita a conoscere… vero gianluca? 😉 ) per avermi fatto trascorrere una bellissima cena che per quanto mi riguarda rimarrà indimenticabile (sì lo so per molti di voi è ormai routine ma per me era la prima vera "riunione" di bloggers, e, come nel caso dello iab forum, la prima volta non si dimentica tanto facilmente).

Se ve le siete perse, su Flickr ci sono un sacco di fotografie. Io vi lascio con questo divertente video: Facce da Blogger. Grazie David 🙂

 

Il mio IAB Forum: dalla vita virtuale alla vita reale

Il mio IAB Forum è iniziato mercoledì sera alle 18:20 quando ho chiamato Stefano Gorgoni al telefono per sapere a che punto era: via messenger e sms ci eravamo messi d’accordo di incontrarci al Tablè, locale in zona Fiera (e quindi in prossimità dello IAB Forum) in occasione dello WAW, Web Analytics Wednesday.

Io e Stefano ci conosciamo da più di un anno ma prima di mercoledì non ci eravamo mai nè visti nè sentiti al telefono :-). Non mi ricordo esattamente come ci siamo conosciuti, probabilmente sul forum GT, poi la nostra conoscenza si è evoluta sul suo blog, poi sul mio, poi su Inari, e così via… Comunque se partiamo dal presupposto che la mia idea di Ste era basata su qualche raro contributo fotografico e questi due video al BarCamp di Matera non è facile da immaginare la mia sorpresa quando l’ho visto arrivare, un tantino diverso da come me lo aspettavo: altissimo, magrissimo (mi hanno informata che ha perso qualche chilo di recente) e con dei capelli lunghissimi eheh. A parte l’esagerazione è stata una sorpresa piacevole soprattutto perchè non c’è stato nessun imbarazzo, insomma non sembrava effettivamente l’incontro tra due sconosciuti e questo semplicemente perchè non lo eravamo affatto. Sorrido al pensiero di mia mamma che al telefono mi dice "Stai attenta eh?", e io "Perchè?", "Beh sono persone che non hai mai visto prima, sono sconosciuti", ho cercato di tranquillizzarla ma senza cercare di convincerla troppo perchè sono sicura del fatto che sia impossibile capire la vita virtuale di una persona se anche questa non ne ha una sua, e poi perchè sa che di me si può fidare (vero mamma? 🙂 ).

Stefano non è arrivato da solo ma insieme ad Orazio Tassone, che conosco grazie alla mia collaborazione con il network di blog di Html.it OneBlog (per chi ancora non lo sapesse scrivo anche su OneWeb2.0), e a Giulio conosciuto recentemente grazie a MyBlogLog. Ma c’era un’altra persona oltre a Stefano che ero ansiosa di vedere: Elena Farinelli, aka Nelli, anche lei a suo tempo moderatrice del Forum GT e blogger molto prolifica (ha due blog all’attivo ioamofirenze.com e Dentro la Piramide e scrive per altri blog multiautore come OneMarketing.it). Nel frattempo nell’attesa con mia grande sorpresa è arrivato proprio Giorgio Taverniti insieme a Nicola Briani, altre due persone conosciute in rete e mai viste di persona prima di quel momento! E finalmente eccola Nelli accompagna da Massi a cui mi sono presentata così "So che sei Massi, quello di "Il tristissimo mondo del Massi", io sono LaFra" (ecco un esempio di discussione aperta da Massi e a cui abbiamo partecipato sia io che nelli)… Tornando alla serata… pensate che questa presentazione sia stata pessima? Se riuscite ad arrivare alla fine di questo post scoprirete che questa ahimè non è stata la peggiore.

Sì va bene, ma la Web Analytics? Di quello non si è praticamente parlato 🙂 quindi vado avanti (e comunque da questo post non aspettatevi niente di professionale…)

La serata è trascorsa tra risate, drink, qualche discussione seria su Second Life in compagnia di altri amici che credo non vogliano essere menzionati (correggetemi se sbaglio..) ma che mi ha fatto molto piacere rivedere in quel particolare contesto; poi a casa.

Arriva giovedì mattina e la domanda ricorrente nella mia testa è "riuscirò ad andare a questo benedetto/maledetto IAB Forum??" Siiiii.. alle 1450 sono lì, teoricamente in tempo per vedere la sessione dedicata al Search, in pratica per gironzolare tra gli stand e dare una sembianza animata a tanti volti da rivista di settore. Con mio grande piacere trovo allo stand di AdMaiora il mio velista preferito Andrea Signori che avevo già conosciuto in occasione del Top of the Blogs l’anno scorso.

Le sorprese (sempre per me ovviamente) non finiscono: arrivo nell’area del cosiddetto Creative Lab, inaugurato quest’anno, e trovo Marco Massarotto a cui chiedo immediatamente: "C’è Elisondo?", "Certo, eccola lì, quella con il portatile sulle ginocchia". Arrivo di soppiatto dietro di lei, la saluto, lei si spaventa poi si riprende e finalmente ci presentiamo 🙂 Ero davvero curiosa di conoscerla, seguo spesso il suo bellissimo blog "Le Gatte di via Plinio" e quindi è stato davvero un incontro gradito, spero ce ne saranno altri per approfondire la reciproca conoscenza.

Il Creative Lab, o meglio l’incontro ADCI Answers, è stato effettivamente il mio unico momento di serietà professionale della giornata, mi sono fermata ad ascoltare volentieri Maurizio Sala e quello che ho sentito potrebbe diventare uno spunto di riflessione in un prossimo post ;-)… meglio non provarci ora se no questo diventa un romanzo eheh.

Verso le 17:30 vado a vedere se è finito il convegno sul Search per ritrovare Stefano, Nelli, Massi e Orazio e con piacere non trovo solo loro ma anche:

  • Leonardo Bellini, autore del libro "Fare Business con il Web", di cui ho già parlato in un mio precedente post
  • Marco Ziero, aka cibino, anch’egli conosciuto a suo tempo sul forum GT e uno dei miei contatti del messenger 🙂
  • Johnnie Maneiro: ecco il momento clou della mia giornata, dopo questa figuraccia non ho potuto che andarmene a casa :-)… mi giro e vedo Johnnie e senza pensarci nè uno nè tantomeno due gli dico qualcosa come "Ciao, volevo presentarmi, sono lafra, non credo tu conosca il mio blog (sigh…), sono UNA TUA FAN!".. e poi "Sei nei miei FEED". Povera me… Eh va beh, in molti si lamentano della scarsa spontaneità delle persone, forse io lo sono troppo :-\

Prima di andare scattiamo una bella foto di gruppo (che aspetto di vedere) e poi a casa.

Oggi rivivo ancora tutti i momenti e sorrido 🙂 : la mia vita virtuale mi piace moltissimo e come dicevo a Nelli l’anno scorso è stata addirittura un’ancora di salvezza, ma quando s’intreccia con la vita reale è ancora meglio! A parte qualche sporadico evento come appunto il Top of the Blogs e Smau 2007 (dove ho conosciuto Nicola Mattina e Luca Mascaro) questo è stato il primo vero momento di mescolanza delle mie due vite e come ogni prima volta rimarrà impresso nella mia memoria.. e a quanto pare nel mio blog 😉

Per concludere qualche foto che ho visto su Flickr

 

Lo Spazio dedicato al Creative Lab, in questa foto ci sono anch’io, sono quella in fondo in fondo.

 

Giorgio Tavernini, con la borsa di Html.it, mah 🙂 (ah ho già avvisato chi di dovere che la borsa la voglio anch’io uffi!)

 

Leonardo Bellini e Stefano Gorgoni

 

Federica di Le Gatte di Via Plinio.

 

Uno dei pochi gadgets che ho portato a casa, il pulisci schermo di Yahoo!.

 

FINE (per ora)

PS Ho appena notato che Gianluca di [mini]marketing ha pubblicato un post sulla sua esperienza allo IAB in cui alla fine ringrazia gli amici che ha incontrato in questa occasione e scrive "Non metto i link che poi sembra che facciamo tutto questo per il PR 😉"

Riguardo il mio post e tra me e me penso "AZZ…" 🙂

del.izio.si X lafra [ott]: Fuel for Life in 6 punti, Zopa Listings, Handvertising

Arrivano un po’ per il rotto della cuffia i 3 link che vi consiglio questo mese:

  • Un ottimo resoconto di Elisondo sulla campagna di lancio del profumo "Fuel for Life" di Diesel
  • Un articolo di TechCrunch in cui si annuncia la partenza effettiva in UK del Social Lending di Zopa
  • Presentazione di Handvertising, una società che vende pubblicità non sul dorso della mano 🙂

Le gatte di via plinio: Diesel, Fuel For Life – dove eravamo rimasti?

Resoconto in 6 punti della campagna di Diesel per il lancio del suo profumo "Fuel for life"

Zopa has launched Zopa Listings, allowing individual borrowers to post their own specific requests for loans for individual lenders to review and then bid against.[…]

Handvertising USA is an Orange County-based company that connects advertisers with customers willing to display ads on their hands […]
 

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