“9 Ways for Newspapers to Improve Their Websites” (anzi 18)

Tra i feed di oggi mi ha incuriosito molto il titolo dell’articolo pubblicato su CNET NEWS “Can Web 2.0 save newspapers?“, perchè in questo periodo si sta parlando davvero molto delle differenze tra bloggers e giornalisti nel modo di approcciarsi al web e soprattutto delle carenze che le testate giornalistiche hanno nei confronti della propria presenza su internet.
L’articolo su CNET invita i lettori a scoprire quali sarebbero le 9 modalità per i giornali di migliorare i propri siti internet secondo il Biving Group, agenzia americana di consulenza per la comunicazione.
L’elenco ha scatenato le reazioni di molti che tra i commenti hanno indicato ulteriori consigli da dare alle testate giornalistiche su quale dovrebbe essere il giusto approccio nei confronti del web. Alla lista originale di 9 punti + 1 se ne è aggiunta un’altra scaturita dai commenti dei lettori.
Di seguito i 18 punti tradotti in italiano:

  • 1. Usare i TAGS
  • 2. Inserire i feed RSS
  • 3. Integrare le funzionalità dei siti “social”, come Del.icio.us e Digg
  • 4. Inserire link ai post dei Blog che affrontato il tema
  • 5. Eliminare ogni forma di registrazione
  • 6. Collaborare con i Bloggers locali
  • 7. Creare diverse modalità di visualizzazione dei contenuti (ad es. quelli più letti o quelli più “bloggati”)
  • 8. Modernizzare la grafica del sito
  • 9. Imparare da Craiglist (dalla sua semplicità)…personalmente non sono molto d’accordo
  • 10. Consentire la visualizzazione dei contenuti su dispositivi mobili (cellulari e PDA)
  • 11. Dare la possibilità agli utenti di commentare GIUSTISSIMO
  • 12. Migliorare le funzionalità di ricerca
  • 13. Migliorare l’HTML (renderlo quanto più possibile “pulito” per migliorare le performance del sito e diminuire i tempi di attesa di caricamento della pagina)
  • 14. Focalizzarsi su notizie regionali e locali
  • 15. Rendere pubblici i propri archivi
  • 16. Creare versioni multilingue del sito
  • 17. Offrire contenuti supplementari (il web non dovrebbe limitarsi a riportare l’articolo scritto sul quotidiano ma dovrebbe consentire all’utente di approfondire l’argomento
  • 18. Rendere pubbliche tutte le lettere scritte alla redazione con la possibilità di commentarle

Logos 2.0

Un mese fa scrivevo di come Yahoo abbia recentemente rinnovato il suo look grazie ad un restyling della homepage, e di come la società sia intenzionata ad abbracciare un nuovo approccio nei confronti del Web 2.0… ha deciso di modificare anche il suo logo?? Non proprio 🙂 : quello che vedete è solo uno dei tanti esperimenti di restyling di loghi noti così da renderli “2.0 like” presente in questo forum (segnalato su Giuggiole Lifestyle).
Ho scritto “non proprio” perchè Yahoo, sempre nell’ambito della campagna “Yahoo has changed”, non sta affatto trascurando l’importanza strategica del suo logo, anzi è fortemente impegnata nel dare vita ad inizitive che possano renderlo quanto più familiare possibile agli utenti.
Leggevo sul blog di Yahoo Search che recentemente Tara Kirchner ha sostituito la parola PENIS nella canzone “Detachable Penis” dei King Missile con il termine YAHOO 🙂

…as I walked down Second Avenue towards St. Marks Place,
where all those people sell used books and other junk on the street,
I saw MY YAHOO lying on a blanket
next to a broken toaster oven.
Some guy was selling it.
I had to buy MY YAHOO off him.
He wanted twenty-two bucks, but I talked him down to seventeen.
I took it home, washed it off,
and put MY YAHOO back on. I was happy again. Complete.

(su Yahoo Answers è stata addirittura inserita una domanda in merito al contenuto della canzone dove potrete leggere anche il testo completo).
Nel post Tara si meraviglia di come Google al contrario abbia comunicato di essere intenzionata ad impedire agli utenti di utilizzare “google” come verbo (potete leggere l’articolo su Apogeonline Oxford English Dictionary, “to google” è un verbo)

“Yahoo has changed”

Come è noto a molti, Yahoo ha recentemente rinnovato il suo look grazie ad un restyling della homepage con l’obiettivo di renderla “a misura d’utente”, così come ha affermato Massimo Martini, General Manager di Yahoo! Italia (per ulteriori dettagli sui cambiamenti apportati vi consiglio di leggere l’articolo scritto su Downloadblog
Il restyling della Homepage è uno dei primi passi visibili verso un nuovo approccio da parte di Yahoo nei confronti del Web 2.0 basato sui seguenti 4 pilastri: Ricerca, Community, Contenuti, Personalizzazione (anche in questo caso vi rimando al blog live-conference.net “Web 2.0 La visione di Yahoo!” creato appositamente per la conferenza del 14 giugno 2006).
Oggi ho letto su CNET News.com che Yahoo ha lanciato un sito contenente i video realizzati da alcuni studenti sul tema “Yahoo has changed”.
In pieno stile WEB 2.0, sul sito è possibile vedere i video, segnalarli agli amici via email, inserirli nel proprio sito utilizzando l’apposito codice ottenibile cliccando sul link “Add to my site” all’interno della scheda di ogni video, e caricare ovviamente la propria video-creazione.
Qui potete vedere uno di quelli che mi è piaciuto di più: una maestra spiega ai propri alunni come cambiano le stagioni e…

Harnessing the collective intelligence

Ieri sera leggevo su CNNMoney.com un articolo scritto da Grace Wong giovedì scorso (il tempismo non è il mio forte).
L’articolo, intitolato “Follow the Web 2.0 money – Too much money chasing too few deals? Who cares? VCs still upbeat about the next wave of Web services.“, parla di come i venture capitalists abbiano investito ingenti somme di denaro nel WEB 2.0 l’anno scorso, e che non tutti ne siano ancora usciti vincitori in quanto la concorrenza è ovviamente agguerrita; in realtà, secondo David Shapiro, sarebbe fattibile avere più vincitori cercando di segmentare il più possibile il mercato, creando ad esempio delle community diversificate per età.
Comunque il vero motivo per cui mi trovo a scrivere di questo articolo sul mio blog è perchè ho letto una frase, ed in particolare un termine, che mi hanno colpita:

“It’s about harnessing the collective intelligence. The users are the ones who add value to these sites,”

La frase è stata detta da Ajit Jaokar, uno dei cosiddetti Web 2.0 evangelist, e il termine a cui facevo riferimento prima è HARNESS.
Come molti di quelli che mi conoscono sanno sono metà italiana (papà Vinicio), e metà british (mamma Jacqueline, il nome è francese lo so ma è definitely english), da che ne deriva che parlo abbastanza bene l’inglese ma ho una grossa (almeno per me) lacuna: un vocabolario da arricchire! Quando oggi mi sono trovata di fronte a questa parola sconosciuta sono andata subito sul fedelissimo wordreference e ho scoperto che in italiano vuol dire

harness:
harness (general (incl. horse gear, parachute, repelling, etc.)) nfpl briglie
harness (horse) v mettere le briglie
harness (incl. mental, psycho, etc.) v imbrigliare (imbrigliare, incl. Fig.)

Mi piace il concetto di imbrigliare la conoscenza collettiva… anche Yahoo durante la recente conferenza sul web 2.0 ha enfatizzato l’importanza di far sì che la conoscenza collettiva di tutti gli utenti web diventi accessibile per ognuno di noi, ma addirittura imbrigliarla 🙂
La verità è che questo termine, come tanti altri, ha un suono talmente “poetico” nella lingua anglossassone e così “rozzo” nella lingua italiana che ritengo sia meglio ogni tanto rinunciare alle traduzioni letterali!