[LIBRI] Cosa avrebbe scritto Van Gogh a suo fratello Theo se fosse stato un art director?

Diverso tempo fa ho ricevuto una mail da un copywriter di Milano che ha scritto un libro sotto lo pseudonimo Lutile Idiota.

Ti scrivo perché vorrei regalartelo e mi farebbe davvero piacere se, leggendolo, tu lo trovassi divertente… e ne parlassi poi ai tuoi follower. Nel bene e nel male.

Ho lasciato trascorrere diverse settimane prima di iniziare e poi tra una corsa in treno e un appuntamento dal dentista l’ho finito.

Narra la vita di un account director raccontata attraverso le lettere che Van Gogh scriveva a suo fratello Theo. Una scelta azzeccata capace di rendere ancora più drammatici alcuni momenti topici della vita all’interno di un’agenzia pubblicitaria e allo stesso di sdrammatizzarli.

Vi riporto alcuni esempi.

LA PRIMA CAMPAGNA PUBBLICITARIA

è un’enorme soddisfazione sapere che il vero rumore di ogni comunicazione, la cosa che motiva in TV un cambio repentino di canale, la cosa che provoca fastidio in migliaia di persone, sia proprio roba tua. Non si può spiegare. Sono commosso, mi viene da piangere.

IL BRIEF

Un mio collega mi ha detto che esiste un armadietto a tenuta stagna dove vengono riposti i brief appena presi dal cliente. E conservati per settimane intere. Poi, a due giorni dalla consegna del lavoro, l’armadietto viene riaperto alla presenza di un notaio e vengono assegnati i lavori da fare.

LA GARA

Non si possono fare domande, non si tollerano errori, si rimandano gli appuntamenti personali, si consegnano tutte le armi all’ingresso dell’agenzia e si ritirano all’uscita.

Grazie Lutile (chiamarlo Idiota mi sembra scortese) e buona lettura a voi 🙂