Anche il Maestrino Vanz è “Anomalo”, da più di dieci anni! E che fatica esserlo…

Non avevo dubbi in merito ma dopo aver letto il suo ultimo post "Prima o poi tutti gettiamo la spugna" ne ho avuto la prova schiacciante.

Il post, che consiglio caldamente a tutti di leggere, è uno sfogo nei confronti di quelle persone che in sintesi giudicano senza provare, come tutti coloro che parlano male di fenomeni come Twitter e Second Life senza aver mai tentato di usarli o di capirne la natura e soprattutto le potenzialità, sia sul piano della comunicazione interpersonale che commerciale.

Vanz spiega come si sia dovuto confrontare con questi scetticismi fin dall’alba dei tempi

Capitava di parlare di questa cosa misteriosa che si chiamava Internet a cena fuori con gli amici. Loro avevano sentito quella parola e non ne sapevano nulla, se non che non avrebbero saputo che farsene, quindi non gli serviva. I miei tentativi di argomentare citando i tassi di crescita iperbolici della Rete si scontravano immancabilmente con un vecchio espediente retorico firmato Marcello Marchesi che mi ha sempre fatto incazzare. Il massimo che ottenevo erano sguardi perplessi, ma in fondo ero innocuo.

Qualche anno dopo il Vanz frequenta newsgroups e mailing list e gli sguardi da perplessi diventano "di sufficienza".

Alla sua prima storia nata in Rete gli sguardi da sufficienza diventarono "di compatimento".

Quando cominciò a scrivere su un blog gli sguardi da compatimento diventarono "di ostilità". Ed ecco la frase che mi ha fatto sorridere:

Che tipo di persona vorrebbe mai raccontare i propri fatti privati in pubblico, se non un disadattato?

DISADATTATO = ANOMALO 😉

A parte gli scherzi, la seconda parte del post è quella che più mi ha colpito perchè la condivido totalmente.

Se una persona decide di non avventurarsi nell’esplorazione del "NUOVO" non può permettersi di etichettare questo nuovo come "inutilità", "perdita di tempo", "stupida invenzione", "moda passeggera", etc.

E’ normale: tutti pensiamo (trad.: desideriamo) che il mondo si fermi nel momento in cui ci troviamo, se non in quello in cui ci siamo divertiti di più. Per dire, c’è gente che ancora ascolta gli Spandau Ballet. Ma il mondo non si ferma, l’unica cosa che succede è che siamo noi a un certo punto a gettare la spugna. E abbiamo il diritto di farlo, ma se vogliamo essere onesti dobbiamo dire "ho gettato la spugna", non "queste robe nuove sono tutte cazzate".

Molte delle persone che conosco e che frequento non sanno nemmeno cosa sia la "spugna" e non ho diritto di farglielo pesare perchè si tratta di una scelta di vita, ma sono d’accordo con Vanz quando dice che coloro che gettano la spugna possono farlo nella misura in cui lo ammettono, piuttosto che nascondersi dietro un saccentismo alquanto fastidioso.

Come scrivevo a proposito di Second Life nel mio recente post "Una Giornata di Eventi su Second Life" anch’io sono dell’idea che non si debba mai giudicare qualcosa senza conoscerlo, solo così è possibile essere obiettivi, altrimenti è tanto meglio TACERE!

Chiudo rinnovando l’invito che Vanz ha fatto a tutte queste persone un po’ diciamo "frettolose" nel voler ergersi a guru del niente:

Non chiedere a cosa serve: provaci.

Anche se per adesso non sai che fartene, provaci.

Non proiettare le tue paure sullo strumento, provaci.

Se sei curiosa, provaci; ma anche se pensi che non ti serva, provaci.

Qualunque cosa accada, probabilmente scoprirai qualcosa su te stessa.

PS Avete notato la declinazione femminile? Non sarà che anche Vanz denota una cerca carenza di donne "anomale"? 😉

 

LEGGI ANCHE:

6 commenti su “Anche il Maestrino Vanz è “Anomalo”, da più di dieci anni! E che fatica esserlo…”

  1. Au contraire, au contraire.

    La declinazione al femminile era proprio perché so che di queste cosa ha più senso parlare a un pubblico femminile che maschile: noi maschietti siamo in media più refrattari al nuovo e più propensi a ragionare per stereotipi e rifiutare le nuove idee. Come dimostrato dai commenti.

    Insomma sapevo di avere più speranza con le lettrici che con i lettori. Soprattutto i maschietti over 40. Come diceva Paolo Conte: “uomini grossi come alberi che quando provi a convincerli lo vedi che sono proprio di legno”.

I commenti sono chiusi.