Pensierini “impuri” a Disneyland

Sì lo ammetto, qualche pensierino impuro l’ho fatto durante la mia vacanza a Disneyland:

  • "Capisco che Disneyland sia intramontabile ma perchè questi video sono sempre così anni 80?" Quando arrivi in albergo e accendi la televisione ti accoglie l’agghiacciante filmato "10 things to know before you go": una ragazza bionda mi racconta in inglese le 10 cose che devo assolutamente sapere prima di iniziare questa indimenticabile esperienza. Lei è assolutamente odiosa con quella maglietta di Topolino e il ciuffo alla Cindy Lauper.
  • "Chissà chi è quel poveretto vestito da Pippo. Ma in estate che doccia si fanno? Chissà come li reclutano...". Se volessi diventare la prossima Paperina cosa devo fare? Cosa devo scrivere nel mio curriculum? Quali annunci devo cercare 🙂
  • "Direi che a Disneyland gli sponsor (=soldi) non mancano!" Il filmato si conclude con la schermata dei loghi degli sponsor di Disneyland, saranno stati una decina circa, ora però non me li ricordo tutti quindi non proverò ad elencarli

Vorrei soffermarmi su questo ultimo pensierino perché credo che questo mio vuoto di memoria sia probabilmente sintomatico del fatto che gli sponsor dovrebbero godere di una visibilità diversa da una schermata alla fine di un video agghiacciante, che forse non tutti vedranno, per essere minimamente efficace. E infatti a questo proposito voglio invece citare i due brand che mi ricordo perfettamente, uno per deformazione professionale l’ho anche fotografato, che sono France Télécom e Kodak in quanto sponsor “esclusivisti” di due attrazioni provate; nel primo caso si è trattato di una gita in barca all’interno di "un mondo a misura di bambino" dove all’ingresso e all’uscita veniva comunicato ai “passeggeri” che l’attrazione era sponsorizzata appunto dalla compagnia telefonica francese (notare che non è stato utilizzato il logo ma è stato scritto il nome, evitando quindi il forte effetto marketta).

Nel secondo caso invece l’attrazione sponsorizzata era uno spettacolo in 3D intitolato “Tesoro, mi si è ristretta l’audience” (ispirato al film “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”) dove l’audience in questione ha dovuto subirsi un buon 15 minuti di filmato pubblicitario Kodak prima di entrare nella sala.

(foto di Dave McKay)

Non è stata un’iniziativa apprezzata dal pubblico che l’ha giudicata eccessiva e invadente, o almeno questa è l’impressione che ho avuto. Per darvi l’idea di quanto è stato lungo vi posso dire che ad un certo punto ho visto persone indossare gli occhiali 3D mentre guardava gli schermi televisivi dove veniva trasmesso il filmato, forse con il dubbio che fosse quella l’attrazione 3D. L’altra faccia della medaglia però può essere la memorabilità della comunicazione: credo che il messaggio che Kodak ha voluto trasmettere con il filmato, ossia che dietro ad ogni foto c’è una storia, sia rimasto impresso al pubblico più delle motivazioni che possono spingere France Telecom a sponsorizzare un’attrazione per bambini (sempre se viene notata).

Sono tuttavia dell’idea che in comunicazione sempre di più conti la qualità che la quantità e di conseguenza ho preferito la scelta di France Telecom:

  • Sponsor di un’attrazione per tutta la famiglia avente come tema il giro del mondo e quindi in parte riconducibile all’internazionalità e a un brand mobile senza confini (ops questa frase l’ho già vista da qualche parte).
  • Presenza del brand non invasiva anzi per quanto possibile integrata con l’ambiente che lo ospita.

Forse è proprio questo il punto: lo sponsor dovrebbe considerarsi un ospite nel contesto da lui sponsorizzato e adeguarsi ad esso e alle sue logiche, non un padrone che cerca di imporre la sua presenza e di dettare le regole di inserimento.

Voi che ne pensate?

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14 commenti su “Pensierini “impuri” a Disneyland”

  1. Io non sopporto la pubblicità in sostituzione ai contenuti … preferisco una subdola come quella che si vede nei film … il protagonista si beve una coca-cola … ok perfetto, ci sta … ma se devo subirmi la pubblicità di suddetta bevanda prima, durante e dopo il film … non la compro … mi sta sulle balle.

    Quindi integrazione e non sostituzione-interruzione, almeno per me.

    Cmq ti faccio i miei complimenti dopo una gita in uno di quei posti dove ti fai km di coda per vedere due c****te e ti sei sorbita 15 minuti di spot … aaaaahhhhhh … sei riuscita a tornare a casa e fare un analisi invece di farti venire una crisi 🙂

  2. @Http500 per alcuni deve essere durissima. bravissimi quelli che non lo fanno capire eheh.

    @YouON il processo di deformazione (professionale) è completato! 😀

  3. Preferisco una comunicazione ad inizio o fine spettacolo, la marchetta fa molto anni 80-film-paninaro. Certo, deve essere minimale, essenziale, meglio se gioca con le emozioni in mod da restare impressa. Al limite il caso di France Telecom, che non disturba il brand Disney che permea il parco.

  4. D’accordo con te… ma da copy non ti azzardare a proporre un “france telecom: c’est tout atour de toi” 🙂

  5. @Noy addirittura anni 80? purtroppo non posso confermare, ero troppo piccina eheh 😀

    @baldo aiutoooo. Non avevo proprio ipotizzato una traduzione, sarebbe atroce!

  6. E’ si France Telecom ha firmato da qualche anno il partenariato per l’attrazione It’s a Small Word. Tra l’altro aveva anche organizzato un gioco on-line e internet mobile se non mi sbaglio.

    Non direi che è marketing anni 80 (anche se quel copy se lo potevano risparmiare). Nel 2005 topolino…ehmm Disnayland era in una fase di stagnazione a causa di una politica incentrata sul prodotto invece che sull’esperienza e le emozioni. In più la soddisfazione sempre al centro delle attenzioni marketing, poi spostate verso le motivzioni che spingono ad andare al parco.

    Insopmma nel 2007 mi sembra se non ricordo male avevo letto 89% di tasso di occupazione degli alberghi…grazie a una campagna on-off.

    PS Andate al Futurscope a me piace molto di più.

  7. @Andrea grazie per la segnalazione. Proverò a vedere se riesco a recuperare qualche materiale sul “Lancio” di questa sponsorizzazione. Non ho capito cosa intendi con “(anche se quel copy se lo potevano risparmiare)”: di quale copy stai parlando?
    Per quanto riguarda il Futurscope me ne ha parlato anche la mia collega francese e mi ha detto che è meno conosciuto ma vale la pena andare a vederlo.

  8. Per la frase sul copy (stavo pensando ad altro mentre scrivevo…parlavo con uno del dipartimento creativo), mi riferivo semlicemente al cartellone con scritto Bon Voayage á tous FRANCE TELECOM.Comunque il discorso sui luoghi come Disnayland é interessante, avevo lento un libro al riguardo (non mi ricordo quale) che discuteva proprio la rimediazione dei parchi di attrazione e della loro ipermediazione.

    Domanda da neo-parigino…
    Lafra: da cosa si riconosce un italiano a Paris?
    …busta con logo di disnayland e borsa dell´Invicta.

    Chi é la tua collega francese ? Charline?

  9. Io da brava turista italo-inglese avevo la borsetta a tracolla di Harrods 🙂
    La mia collega si chiama Aurelie

  10. Ahaha…io da Italo-francese Kipling era con me il giorno che sono andato a Disnayland. Ora sno un po´evoluto (per sfortuna!!).

    Aurelie, Aurelie ?? Je connais pas!! Je connais Aurelie Dupont mais c´est un autre histoire.

  11. odio la pubblicità.
    ed è meglio per lo sponsor se non vedo il suo marchio durante un film, spettacolo o attrazione…

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