Elezioni 2008: Il Temporary Political Store

Giusto qualche giorno fa io e il collega Mauri ci siamo chiesti come avrebbero utilizzato lo spazio lasciato vuoto da Mondadori (prima di prendere il posto delle Messaggerie Musicali) in Corso Vittorio Emanuele.

Cavalcando l’onda dei Temporary Shop abbiamo pensato che un’idea di business poteva essere quella di affittare lo store ai brand che fossero intenzionati a seguire la scia di Nivea e Barilla-Alixir visto lo spazio a disposizione e la posizione strategica del negozio.

Non è andata proprio come avevamo pensato, ma quasi: ecco il Temporary (si spera) Political Store di Berlusconi e del suo Popolo delle LIbertà (beh effettivamente lo store era suo anche prima ma in maniera meno vistosa 🙂 ).

Temporary Political Store in Corso Vittorio Emanuele

Preferenze politiche a parte, cosa ne pensate?

 

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15 commenti su “Elezioni 2008: Il Temporary Political Store”

  1. Mah dalle foto mi pare un po’ spoglio…Il temporary shop nasce con l’idea di far vivere un’esperienza, di raccontare un prodotto, ecc.

    Qui mi pare sia una specie di stand fieristico con spottoni, bandiere e loghi…dov’è l’innovazione?

    X carità, tutto fa brodo, ma non credo che sia sta gran trovata…

  2. Pensare che su quello spazio c’erano rumors su un possibile Apple Store…Think Different direi la stessa filosofia ;P

  3. @Francesco: non escludo che si trattasse di un work in progress. Proverò a ripassare settimana prossima così vedo se ci sono stati cambiamenti significativi.
    Nel frattempo colgo l’occasione per chiedervi secondo voi come si potrebbe sfruttare uno spazio del genere.

    @Frenz: oh nooooooo.. anche se devo dire che questo forse ha degli impatti positivi sul mio portafogli 😉

  4. Be’, dagli scatoloni anche a me sembra work in progress.
    La realizzazione a me pare abbastanza efficace, anche perché essendo un partito nuovo ha ancora bisogno di un po’ di spinte di awareness.
    Sembra luminoso e arioso come spazio. La cosa che certamente manca (anche ai gazebo, sto notando in giro) è un po’ la dimensione sociale o conviviale. Secondo me dovrebbero fare più salotto, dare da mangiare, intrattenere la gente e non solo “far vedere”.
    I gazebo PD sono un po’ più movimentati, ma anche loro non sembra abbiano innovato granché.
    Non vedo l’ora di fare un salto in Vittorio Emanuele!

  5. A Bologna già dalla sfida per diventare sindaco Guazzaloca Bartolini di 7(?) anni fa entrambi i candidati avevano aperto uno spazio del genere… rimasto invariabilmente vuoto per tutta la campagna elettorale, salvo poi stiparsi a scatolettadisardine il giorno dello spogli delle schede. Già allora mi chiesi se tutto ciò aveva un senso: inUSA usano spazi così per coordinare l’attività dei volontari che fanno campagna, da noi non so se la loro attività giustifica uno spazio che finisce per diventare una semplice vetrina…

  6. quello nella foto sembra dell’utri 🙂
    sai cosa mi intristisce sempre, invariabilmente?
    che quando non sai come finire uno stand (perche’ questo lo è oggettivamente) ci metti i vasi di fiori.

  7. Giusta osservazione 🙂 molto da minimarketing eheh!
    Anche la scelta della tipologia di fiori è importante, vi segnalo la pagina di wikipedia sul “Linguaggio dei Fiori”
    http://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggio_dei_fiori
    Peccato che non me ne intendo e quindi non so riconoscere la razza dei fiori scelti. Qualcuno sa aiutarmi 🙂 ?
    Metterli per metterli almeno metteteli giusti…

  8. Fra è l’azalea, tipica pianta primaverile come a indicare oltre la stagione, la rinascita….
    Che orrore! Posso rabbrividire.
    🙂
    Bacio

  9. engagggemment decchè?
    ahoooo qua se magna mortazza e sciampagnee!
    (secondo me è di paternità AN, se ci si guarda bene dentro)

  10. ma… qualcuno sa di eventi, incontri, discussioni aperte, qualsasi cosa che giustifichi una roba del genere? No perchè se è il solito simil-stand fieristico allora siamo alla canna del gas…

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