Elezioni 2008: Il Temporary Political Store

Giusto qualche giorno fa io e il collega Mauri ci siamo chiesti come avrebbero utilizzato lo spazio lasciato vuoto da Mondadori (prima di prendere il posto delle Messaggerie Musicali) in Corso Vittorio Emanuele.

Cavalcando l’onda dei Temporary Shop abbiamo pensato che un’idea di business poteva essere quella di affittare lo store ai brand che fossero intenzionati a seguire la scia di Nivea e Barilla-Alixir visto lo spazio a disposizione e la posizione strategica del negozio.

Non è andata proprio come avevamo pensato, ma quasi: ecco il Temporary (si spera) Political Store di Berlusconi e del suo Popolo delle LIbertà (beh effettivamente lo store era suo anche prima ma in maniera meno vistosa 🙂 ).

Temporary Political Store in Corso Vittorio Emanuele

Preferenze politiche a parte, cosa ne pensate?

 

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Ritorno da un Matrimonio Inglese

Questo weekend sono stata a Londra per il matrimonio di mio cugino (mia mamma per chi ancora non lo sapesse è inglese).

Avevo già partecipato ad un altro matrimonio in passato, ma avevo circa 12 anni e non ho colto molti degli aspetti che lo caratterizzano e che soprattutto lo rendono diverso da quello italiano.

Non vi voglio tediare con una descrizione nei minimi dettagli di quello è successo ma descriverò solo alcuni particolari di cui magari non siete a conoscenza:

  • Le donne ai matrimoni devono (o meglio dovrebbero) portare il cappello. Visto che i tempi si sono evoluti è possibile sostituire il cappello con un "fascinator" ossia un fermaglio a forma di pettine con le piume. Eccomi con il mio fascinator (ah ho ovviamente riutilizzato anche l’abito del matrimonio di due settimane fa visto che la tintoria è riuscita a pulirlo da quella brutta macchia di limoncello che c’era davanti 😉 )

  • Durante la cerimonia viene spiegato agli invitati che non sono lì come spettatori ma come veri e propri partecipanti. Questo succede anche in alcuni matrimoni italiani ma a Londra la richiesta di impegno da parte degli invitati è esplicita e contestualizzata nella cerimonia perchè il prete, dopo aver fatto la richiesta di impegno reciproco agli sposi per ottenere da loro la risposta "LO VOGLIO" (= "I WILL") , chiede anche al pubblico se vogliono impegnarsi a dare il loro supporto alla coppia nella loro nuova vita insieme e gli invitati devono rispondere all’unisono "WE WILL" (addirittura il prete ha chiesto di ripeterlo una seconda volta perchè la prima non era molto convincente).
  • Nel matrimonio inglese esistono dei ruoli ben precisi: non ci sono i testimoni degli sposi ma un’unica figura maschile, che generalmente coincide con il miglior amico dello sposo, che è il Best Man. Il Best Man è probabilmente il ruolo più importante dopo gli sposi ed è colui che generalmente chiude la serie di Speech, ossia dei discorsi, dopo il padre della sposa e lo sposo in occasione del pranzo. Un’altra figura maschile di rilievo è l’Usher, ossia l’usciere, che è colui che accoglie tutti gli ospiti e li fa accomodare in chiesa. Anche questo generalmente coincide con un caro amico dello sposo o degli sposi. Infine ci sono le damigelle e il Pageboy, il "paggetto", colui che solitamente porta gli anelli. I padri degli sposi, il Best Man, l’Usher e il Page Boy indossano tutti lo stesso vestito (preso in affitto) con tanto di cilindro (è un classico la foto della sposa insieme a questi personaggi mentre lanciano il cappello in aria).

  • Il matrimonio inglese è suddiviso in due parti: la prima parte prevede la cerimonia e il pranzo, che viene chiamato il Wedding Breakfast, la seconda parte la festa. Vengono invitate tot di persone al pranzo (nel caso di mio cugino 120) e tot di persone alla festa (altre 60 in questo caso per un totale di 180). In questo modo è possibile invitare più persone anche quelle che vengono considerate "non idonee" per il pranzo ma che comunque farebbe piacere avere lì per i festeggiamenti e per fare qualche brindisi insieme. Qui in Italia non essere invitati per il pranzo ma solo per il post pranzo verrebbe considerato un’eresia 😉
  • Il pranzo è, ahimè, decisamente l’opposto rispetto ai pranzi italiani: leggero e breve dato il ridotto numero di portate. Nel mio caso le portate sono state tre: un antipasto (caprese) un secondo con contorno (il piatto principale che consisteva in agnello con le verdure) e il dolce. FINE. Durante la seconda parte della serata viene tuttavia allestito un ricco buffet così da saziare anche tutti coloro che vengono solo per il party.

Non sono sicura al 100% che i matrimoni inglesi si svolgano tutti così ma mi sembra di aver capito che quanto descritto è una consuetudine.

Politica 2.0: I Dibattiti ora si fanno su YouTube

Il cosiddetto 2.0 sta sconfinando sempre di più anche in Politica. Ieri ho letto l’articolo di CNET che parla dell’annuncio congiunto dato da YouTube e CNN in merito all’accordo che porterà un radicale cambiamento nello scenario politico americano: i Dibattiti tra Democratici e Repubblicani non saranno più relegati unicamente al mezzo televisivo ma saranno trasmessi come video su YouTube aprendo quindi le porte alla discussione e al confronto online.

Viene quindi introdotto un nuovo format nella gestione della campagna politica, dove il dibattito si dovrebbe allargare a tutto il paese. Questo ovviamente in un mondo fantastico, vedremo poi cosa succederà.

Intanto i primi segnali concreti di questo accordo sono visibili all’indirizzo www.youtube.com/debates dove è pronta la pagina dedicata appunto a questa partnership e dove il titolo sintetizza i buoni propositi di questa iniziativa

" What will you ask the presidential candidates?"

Gli utenti sono infatti invitati a pubblicare i loro video e 20/30 di questi verranno scelti dalla CNN per essere usati nel dibattito; non si esclude inoltre la possibilità di affiancare ad YouTube altri mezzi online per ampliare la discussione come blog e forum.

Vi invito a leggere tutto l’articolo, io sono arrivata fino alla fine e ho sorriso quando ho letto il paragrafo conclusivo:

But despite what that may sound like, CNN hopes that this isn’t seen as a massive plug for YouTube. "We don’t think of this as an advertisement," CNN U.S. president Klein insisted. "We think of this as an enormous public service."

E noi tutti ci crediamo 😉

Il linguaggio degli SMS nei blog è da condannare? Secondo me no… anzi dipende.

Nel tentativo di recuperare i feed non ancora letti (praticamente un’impresa impossibile) mi sono soffermata sul post recente di Napolux intitolato "L’italiano questo sconosciuto" scritto come sfogo personale nei confronti di quelle persone che "violentano" la lingua italiana a suon di errori della peggior specie come “Un amico” scritto con l’apostrofo e “Ho saputo” senza acca.

Secondo Napolux questi sono errori inaccettabili se consideriamo che A. queste persone sono Italiane, B. hanno un buon livello di istruzione, e devo dire che sono perfettamente d’accordo con lui. In questo blog tendo a rileggere un paio di volte quello che ho scritto prima di pubblicarlo, visto che non mi ritengo una grande scrittrice, e se mi fanno notare un errore (o "orrore") ortografico mi vergogno sempre un po’ ma credo che qui l’errore ci possa pure stare visto che si tratta di qualcosa di strettamente personale e che non pretende di essere un punto di riferimento informativo per nessuno. Insomma spero che se noterete un errore me lo segnalerete ma non condannatemi per questo 😉

Condivido meno invece l’attacco nei confronti di coloro che utilizzano il linguaggio tipico dei messaggi SMS "promosso" dal blog questo blog non è un essemmessee proprio perchè si tratta di un linguaggio e non di errori legati alla distrazione, all’indifferenza o all’ignoranza di una persona, insomma è in sostanza l’espressione di una scelta.

Credo che l’importante sia sempre affiancare questo nuovo modo di esprimersi alla comunicazione canonica così che la prima non arrivi mai a sostituire la seconda. Dopotutto questo nuovo linguaggio a parer mio è nato non solo per esigenze di spazio legate al limite dei 160 caratteri ma anche per arginare problemi relativi all’imbarazzo nel comunicare determinati messaggi: così sono nati i TVTB per arrivare ai più "recenti" TU6IMPXME…

Sono sicura che l’iniziativa promossa dal blog sopracitato sia una conseguenza della paura di ritrovarci tra qualche anno circondati da una generazione di persone ignoranti, incapaci di scrivere in italiano corretto, ed è una preoccupazione che condivido, ma:

  • i blog sono perlopiù un’espressione personale come lo è il linguaggio degli SMS, quindi il suo utilizzo è sì condannabile ma al di fuori della blogosfera (ehm "ad esempio" nel contesto scolastico??).
  • l’uso di questo linguaggio è una scelta di stile e anch’io rimarrei stupita se all’interno di blog cosiddetti "autorevoli" e considerati fonte attendibile di informazioni venissero utilizzate espressioni come xche, xo e cmq ma siamo in un mondo libero e A. basta farlo notare al blogger B. se l’atteggiamento non cambia, beh un feed in meno non guasta 😉
  • è tutta una questione di rispetto del target: se sono un blog "autorevole" e scrivo in maniera incomprensibile non rispetto i miei lettori, se sono un ragazzo che scrive un blog per condividere le mie esperienze e i miei pensieri con gli amici, con il "branco", allora sarei irrispettoso nei loro confronti se non mi conformassi al linguaggio generalmente utilizzato. Se commenti un post e scrivi perkè invece di perchè per me va bene perchè ti sei fatto capire, se scrivi x’ invece di perchè no perchè non tutti conoscono il "codice". Se lo fai ti chiedo di non farlo, se lo rifai finisci nel mio spam. Lamentarsi perchè uno scrive maximo invece di massimo e kiara invece di chiara mi sembra esagerato.
  • Sono criticabili e da segnalare sempre, ovunque e comunque gli orrori ortografici, quindi fatelo liberamente anche qui 😀

Riassumendo, condivido le giuste intenzioni dell’iniziativa ma cercherei di essere meno "drastica" (come ad esempio nel caso dei diversi modi di scrivere perchè)… qui potete scrivere come vi pare basta che vi fate capire 😉

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Pazzo pazzo inverno

A dicembre se ne parlava ancora sorridendo, anche se qualche muso lungo c’era già ovviamente, ora si parla di crisi: ma dov’è finita la neve?
Purtroppo in questi giorni sembra che la risposta sia arrivata da oltreoceano dove il freddo e il gelo hanno già ucciso trenta persone.
Ecco quanto riportato stamattina sulla Stampa:

Trenta morti. Incidenti. Trasporti bloccati e scuole chiuse. E’ il tragico bilancio dell’eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta durante il weekend sugli Stati Uniti. […] Gli Stati centrali sono stati messi in ginocchio dal clima impazzito. Neve, alluvioni, persino un tornado hanno provocato morti e danni per centinaia di milioni di dollari. Lo stato più colpito è l’Oklahoma, dove tre persone sono morte per ipotermia dopo essere rimaste troppo a lungo all’aperto. La violenta tempesta di ghiaccio ha lasciato 100mila persone senza energia elettrica e bloccato le strade del Paese […] Il Presidente Bush ha dichiarato lo stato di calamità naturale, chiedendo aiuti federali per le operazioni di emergenza.

Lo stato di calamità potrebbe essere presto dichiarato anche qui in Italia ma per il motivo opposto: l’assoluta mancanza di neve sta trascinando le imprese turistiche di montagna in un baratro economico da cui difficilmente si riuscirà ad uscire.

Ad impazzire non è solo l’economia e il turismo ma soprattutto la natura: già l’epifania ci aveva regalato il video della passeggiata sulle piste da sci di Madonna di Campiglio di un’orsa con i suoi piccoli (su Kataweb è possibile vedere il filmato) ora leggo che sui pendii piemontesi sono già tornate le farfalle:

Si ha un bel guardare in alto, far correre gli occhi fin su, sulle creste, in cerca di riverberi bianchi: i versanti a Sud – a volte anche quelli a Nord – sono spogli, puliti: niente neve fino in cima. Su qualche prato germoglia addirittura l’erba e a Ceresole Reale, versante piemontese, sui pendii fra i 600 e i mille metri compaiono le farfalle. Non traveggole da viandante o da turista: sono proprio le «vanesse dell’ortica», le farfallette rosse con i puntini neri («Aglais urticae»).

Domenica noi amici abbiamo colto i pochi vantaggi legati a questa strana situazione climatica recandoci alla Locanda Perlonc a Treviso Bresciano a mangiare lo spiedo con la polenta 🙂
Mentre i ragazzi si apprestavano a giocare un simil rugby sul prato fuori dalla Locanda, ci sembrava strano sentire dalla proprietaria come l’anno scorso quel manto verde fosse coperto di neve.
E per concludere a proposito di spiedo indovinate cosa mi sono vista servire di nuovo una volta a tavola?? Gli uccelletti…
Per gli amanti del genere un divertente video del nostro Ciccio che si diverte ad aprire il becco dello sfortunato pennuto (deboli di stomaco astenersi eheheh)!

Aggiornamento del 17 gennaio
QUI tutte le altre foto della Gita 🙂

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MILBLOGs nel mirino

Innanzitutto chiarisco cos’è un MILBLOG per coloro che non ne avessero mai sentito parlare prima: indica i MILitary BLOG o, come chiarisce Wikipedia, i War Blog.
Non mi ero mai interessata all’argomento prima ma proprio oggi ho sentito parlare di libertà di espressione online e della campagna di Amnesty volta a promuoverla e mi sono soffermata a leggere l’articolo di Wired “Under Fire, Soldiers Kill Blogs“. L’articolo spiega come in America sia stato avviato un controllo sui contenuti pubblicati dai soldati, in particolare quelli in Iraq, nei propri MILblogs, in quanto potrebbero contenere delle informazioni ritenute potenzialmente pericolose qualora fossero lette dal “nemico”.
La censura posta dal governo americano ha portato molti milblog a chiudere il proprio diario online, utilizzato magari semplicemente per restare in contatto con i propri amici e parenti e per vivere la sensazione di avere una sorta di finestra nel mondo civile.
Sono andata a vedere il post di Tanker Brothers, uno dei milblog segnalati nell’articolo di Wired, intitolato “The Hardest Post I’ve Ever Had to Write…“, ossia il post più difficile che io abbia mai dovuto scrivere, dove spiega che dal momento in cui raggiungerà suo fratello in Iraq non potrà più continuare ad aggiornare il blog.
Vi riporto un estratto:

There was nothing more that I wanted to do than to continue this site, and even “kick it up a notch”, since I would once again be on the ground.

With the new OPSEC paranoia, though, I don’t think I would have the opportunity. The DoD [United States Department of Defense] is cracking down on MilBlogs, and I wouldn’t be able to continue Blogging and still be compliant with AR 25-1, the Army’s Regulation governing Personal Websites. With the “running out” of local commercial Internet Service Providers in Iraq, the only bandwidth available to me would be government-owned. AR 25-1 states that I cannot use government time or resources to maintain a personal Web Site.

That means that TankerBrothers has to go into hibernation for a while.

Come spesso succede non si può dar torto ad una parte e nemmeno all’altra: il pentagono basa la sua manovra su una banale osservazione ossia che se i contenuti possono essere letti dagli amici americani allora possono essere letti anche dai non amici quindi non si tratta di una censura politica o culturale ma semplicemente di sicurezza; dall’altra però possiamo ritenere giusto che i militari rinuncino a scrivere e si vedano il proprio blog oscurato?
Ho trovato un interessante articolo de L’Espresso sull’argomento di cui mi piace citare una frase

Per molti militari blogger, tuttavia, il problema principale non è tanto ammazzare il nemico, quanto ammazzare il tempo.

Alessandro Gilioli in questo caso puntualizza come dietro a questo allarmismo ci sia ben poco di patriottico bensì si stia cercando di arginare un’ondata di pubblicità negativa sulla sfera militare americana

Del resto a scorrere il panorama dei milblog ci si rende subito conto che il cyberspazio in trincea crea non solo un’informazione alternativa ai comunicati ufficiali, ma anche dibattiti, confronti d’opinioni, a volte perfino domande sul senso della missione

Tutto questo mi fa venire in mente un film che mi piace spesso rivedere intitolato “La figlia del generale” con John Travolta dove ricordo benissimo questa frase

Ci sono tre modi per fare una cosa: quello sbagliato, quello giusto e quello militare […] Quando si indossa una divisa non ci sono che due vie, ubbidire o disertare [dvd.it]

Non so se ci sia un modo giusto o un modo sbagliato per risolvere la questione, a questo punto ci sarà suppongo che ci sia quello militare che a me rimarrà per sempre sconosciuto.

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AGGIORNAMENTO DELLE 20:30
Passi per la chiavetta USB messa in palio da Lotek e poi rimessa in palio da Taglierbe ma non posso assolutamente snobbare la lampada a fibre ottiche messa in palio da Bayle. A parte gli scherzi la condizione per partecipare al contest è semplicemente linkare il suo post “La censura in Cina, possiamo fare qualcosa” dove oltre a citare le campagne per i diritti per la libertà di espressione online come quella di Amnesty, già citata all’inizio di questo post, invita gli utenti a scaricare Circumventor,

un programma che permette di abbattere le barriere della censura, si tratta di uno strumento di speranza per i nostri amici d’oriente, noi possiamo installarlo sul nostro pc (ahimè, per ora solo Windows) e così loro possono navigare liberamente

Su suggerimento di Salvatore Aranzulla nei commenti del post riporto anche il link del sito di Circumventor con le istruzioni e dettagli (in inglese).
Ammetto che non ho intenzione di installarlo per il momento perchè il mio capo mi taglia le mani se scarico ed installo un .exe che non conosce eheheh, ma seguirò l’iniziativa per vedere quali riflessi avrà. In bocca al lupo a Bayle (e a me per la lampada 😉 ).

Domenica al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica…e non solo (parte seconda)

E ora parliamo del “…e non solo” del titolo del post.
Nella piazza su cui si affaccia l’ingresso del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica è presente anche la Basilica di San Vittore in Corpo. Tra le tante cose che mi appassionano c’è anche la storia dell’arte, sia essa architettura, scultura, pittura etc. e quindi spesso mi capita di voler entrare in una chiesa per ammirarne la struttura. Mentre mi muovo al suo interno per osservarne i particolari noto un espositore contenenti alcuni volantini con su scritto un messaggio tipo “Leggimi” o “Leggi qui”, mi ero portata via una copia per poter riportare un estratto del testo che mi ha colpito, ma in questo momento non lo trovo 🙁
Il volantino era una lettera del nuovo parroco dedicata ai giovani dove spiegava che un giorno avrebbe voluto portarli a vedere il Museo Rodin per farli ammirare una delle sue sculture: La Cattedrale.


the cathedral
Originally uploaded by nardell.

Personalmente non conoscevo l’opera e sono rimasta sorpresa quando il prete nella sua lettera ha spiegato che diversamente da quanto uno si possa immaginare la scultura non rappresenta una vera e propria cattedrale, e nemmeno una struttura architettonica similare, bensì due mani che sembrano stiano per congiungersi in preghiera. La particolarità che solitamente sfugge all’osservatore è che si tratta di due mano destre, appartenenti quindi a due individui distinti, a simboleggiare, così ha sostenuto il prete, la necessità di più persone per costruire una vera cattedrale, sede di una comunità cristiana.
A prescindere dalle mie particolari credenze, o non credenze, religiose, ho ammirato questo prete per aver scelto un modo singolare e alternativo per comunicare il suo messaggio ai giovani, credo che la Chiesa oggi dovrebbe muoversi sempre più in questa direzione, alla ricerca di mezzi diversi per far arrivare il proprio messaggio, si deve rinnovare, soprattutto nei confronti dei giovani perchè il rischio e che si allontanino sempre di più dalla religione (anzi più che allontanarsi in molti ormai si discostano nettamente da essa senza nemmeno provare ad avvicinarsi).

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Linate come Gardaland


Coda a Linate
Originally uploaded by lafra.

Coda infinita agli imbarchi di Linate? Non vi preoccupate, la coda non è così lunga come sembra, ora sarà possibile sapere quanti sono gli effettivi minuti di attesa: come a Gardaland insomma 🙂 (peccato che lì siano quasi sempre ore…)

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Linate come Gardaland


Coda a Linate
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Coda infinita agli imbarchi di Linate? Non vi preoccupate, la coda non è così lunga come sembra, ora sarà possibile sapere quanti sono gli effettivi minuti di attesa: come a Gardaland insomma 🙂 (peccato che lì siano quasi sempre ore…)

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