Il linguaggio degli SMS nei blog è da condannare? Secondo me no… anzi dipende.

Nel tentativo di recuperare i feed non ancora letti (praticamente un’impresa impossibile) mi sono soffermata sul post recente di Napolux intitolato "L’italiano questo sconosciuto" scritto come sfogo personale nei confronti di quelle persone che "violentano" la lingua italiana a suon di errori della peggior specie come “Un amico” scritto con l’apostrofo e “Ho saputo” senza acca.

Secondo Napolux questi sono errori inaccettabili se consideriamo che A. queste persone sono Italiane, B. hanno un buon livello di istruzione, e devo dire che sono perfettamente d’accordo con lui. In questo blog tendo a rileggere un paio di volte quello che ho scritto prima di pubblicarlo, visto che non mi ritengo una grande scrittrice, e se mi fanno notare un errore (o "orrore") ortografico mi vergogno sempre un po’ ma credo che qui l’errore ci possa pure stare visto che si tratta di qualcosa di strettamente personale e che non pretende di essere un punto di riferimento informativo per nessuno. Insomma spero che se noterete un errore me lo segnalerete ma non condannatemi per questo 😉

Condivido meno invece l’attacco nei confronti di coloro che utilizzano il linguaggio tipico dei messaggi SMS "promosso" dal blog questo blog non è un essemmessee proprio perchè si tratta di un linguaggio e non di errori legati alla distrazione, all’indifferenza o all’ignoranza di una persona, insomma è in sostanza l’espressione di una scelta.

Credo che l’importante sia sempre affiancare questo nuovo modo di esprimersi alla comunicazione canonica così che la prima non arrivi mai a sostituire la seconda. Dopotutto questo nuovo linguaggio a parer mio è nato non solo per esigenze di spazio legate al limite dei 160 caratteri ma anche per arginare problemi relativi all’imbarazzo nel comunicare determinati messaggi: così sono nati i TVTB per arrivare ai più "recenti" TU6IMPXME…

Sono sicura che l’iniziativa promossa dal blog sopracitato sia una conseguenza della paura di ritrovarci tra qualche anno circondati da una generazione di persone ignoranti, incapaci di scrivere in italiano corretto, ed è una preoccupazione che condivido, ma:

  • i blog sono perlopiù un’espressione personale come lo è il linguaggio degli SMS, quindi il suo utilizzo è sì condannabile ma al di fuori della blogosfera (ehm "ad esempio" nel contesto scolastico??).
  • l’uso di questo linguaggio è una scelta di stile e anch’io rimarrei stupita se all’interno di blog cosiddetti "autorevoli" e considerati fonte attendibile di informazioni venissero utilizzate espressioni come xche, xo e cmq ma siamo in un mondo libero e A. basta farlo notare al blogger B. se l’atteggiamento non cambia, beh un feed in meno non guasta 😉
  • è tutta una questione di rispetto del target: se sono un blog "autorevole" e scrivo in maniera incomprensibile non rispetto i miei lettori, se sono un ragazzo che scrive un blog per condividere le mie esperienze e i miei pensieri con gli amici, con il "branco", allora sarei irrispettoso nei loro confronti se non mi conformassi al linguaggio generalmente utilizzato. Se commenti un post e scrivi perkè invece di perchè per me va bene perchè ti sei fatto capire, se scrivi x’ invece di perchè no perchè non tutti conoscono il "codice". Se lo fai ti chiedo di non farlo, se lo rifai finisci nel mio spam. Lamentarsi perchè uno scrive maximo invece di massimo e kiara invece di chiara mi sembra esagerato.
  • Sono criticabili e da segnalare sempre, ovunque e comunque gli orrori ortografici, quindi fatelo liberamente anche qui 😀

Riassumendo, condivido le giuste intenzioni dell’iniziativa ma cercherei di essere meno "drastica" (come ad esempio nel caso dei diversi modi di scrivere perchè)… qui potete scrivere come vi pare basta che vi fate capire 😉

Technorati technorati tags: , , , , , ,

3 Links per il Weekend [sept3]: japanesetranslator, PR10, spamlicious

Il tuo nome in giapponese: sul sito japanesetranslator.co.uk è possibile scoprire come si scrive il proprio nome, e qualsiasi altra parola ovviamente, in giapponese, compresa la pronuncia. Nel mio caso, Francesca si scrive così:


e si pronuncia “FURANCHESUKA”

Pagerank 10: In un recente post, relativo al nuovo meta-motore Zippy, ho riportato la definizione di pagerank:

PR: il Pagerank, ossia il grado di popolarità di un sito secondo Google [su wikipedia]

Sul sito searchenginegenie.com è possibile vedere un elenco dei siti che risultano avere PAGERANK 10 (il massimo). Tra questi primeggia Adobe, ma sono contenta di vedere che anche il World Wide Web Consortium è presente con più link.

[via cibino Utente GT]

I post con i link del.icio.us: vi invito ad esprimere un commento al post di Bayle che discute a proposito di quei post che contengono solo link presi dal profilo del.icio.us. Secondo lui sono una rottura e questo fenomeno di postarli andrebbe immediatamente cancellato o perlomeno arginato
, e io sono perfettamente d’accordo perchè secondo me non danno nessun valore al blog.
Per quanto mi riguarda dò visibilità ai miei link su del.icio.us nel menù laterale del mio blog (che mostra gli ultimi 5 link archiviati) e nel caso alcuni di questi fossero, a mio avviso, “degni di post”, beh li inserisco tra i miei link del weekend 😉

Logos 2.0

Un mese fa scrivevo di come Yahoo abbia recentemente rinnovato il suo look grazie ad un restyling della homepage, e di come la società sia intenzionata ad abbracciare un nuovo approccio nei confronti del Web 2.0… ha deciso di modificare anche il suo logo?? Non proprio 🙂 : quello che vedete è solo uno dei tanti esperimenti di restyling di loghi noti così da renderli “2.0 like” presente in questo forum (segnalato su Giuggiole Lifestyle).
Ho scritto “non proprio” perchè Yahoo, sempre nell’ambito della campagna “Yahoo has changed”, non sta affatto trascurando l’importanza strategica del suo logo, anzi è fortemente impegnata nel dare vita ad inizitive che possano renderlo quanto più familiare possibile agli utenti.
Leggevo sul blog di Yahoo Search che recentemente Tara Kirchner ha sostituito la parola PENIS nella canzone “Detachable Penis” dei King Missile con il termine YAHOO 🙂

…as I walked down Second Avenue towards St. Marks Place,
where all those people sell used books and other junk on the street,
I saw MY YAHOO lying on a blanket
next to a broken toaster oven.
Some guy was selling it.
I had to buy MY YAHOO off him.
He wanted twenty-two bucks, but I talked him down to seventeen.
I took it home, washed it off,
and put MY YAHOO back on. I was happy again. Complete.

(su Yahoo Answers è stata addirittura inserita una domanda in merito al contenuto della canzone dove potrete leggere anche il testo completo).
Nel post Tara si meraviglia di come Google al contrario abbia comunicato di essere intenzionata ad impedire agli utenti di utilizzare “google” come verbo (potete leggere l’articolo su Apogeonline Oxford English Dictionary, “to google” è un verbo)

Harnessing the collective intelligence

Ieri sera leggevo su CNNMoney.com un articolo scritto da Grace Wong giovedì scorso (il tempismo non è il mio forte).
L’articolo, intitolato “Follow the Web 2.0 money – Too much money chasing too few deals? Who cares? VCs still upbeat about the next wave of Web services.“, parla di come i venture capitalists abbiano investito ingenti somme di denaro nel WEB 2.0 l’anno scorso, e che non tutti ne siano ancora usciti vincitori in quanto la concorrenza è ovviamente agguerrita; in realtà, secondo David Shapiro, sarebbe fattibile avere più vincitori cercando di segmentare il più possibile il mercato, creando ad esempio delle community diversificate per età.
Comunque il vero motivo per cui mi trovo a scrivere di questo articolo sul mio blog è perchè ho letto una frase, ed in particolare un termine, che mi hanno colpita:

“It’s about harnessing the collective intelligence. The users are the ones who add value to these sites,”

La frase è stata detta da Ajit Jaokar, uno dei cosiddetti Web 2.0 evangelist, e il termine a cui facevo riferimento prima è HARNESS.
Come molti di quelli che mi conoscono sanno sono metà italiana (papà Vinicio), e metà british (mamma Jacqueline, il nome è francese lo so ma è definitely english), da che ne deriva che parlo abbastanza bene l’inglese ma ho una grossa (almeno per me) lacuna: un vocabolario da arricchire! Quando oggi mi sono trovata di fronte a questa parola sconosciuta sono andata subito sul fedelissimo wordreference e ho scoperto che in italiano vuol dire

harness:
harness (general (incl. horse gear, parachute, repelling, etc.)) nfpl briglie
harness (horse) v mettere le briglie
harness (incl. mental, psycho, etc.) v imbrigliare (imbrigliare, incl. Fig.)

Mi piace il concetto di imbrigliare la conoscenza collettiva… anche Yahoo durante la recente conferenza sul web 2.0 ha enfatizzato l’importanza di far sì che la conoscenza collettiva di tutti gli utenti web diventi accessibile per ognuno di noi, ma addirittura imbrigliarla 🙂
La verità è che questo termine, come tanti altri, ha un suono talmente “poetico” nella lingua anglossassone e così “rozzo” nella lingua italiana che ritengo sia meglio ogni tanto rinunciare alle traduzioni letterali!