Dalla Big Thing alla Big Picture (Forum Ricerca e Innovazione 2009)

Venerdì mattina ho preso un treno insieme a Marco Massarotto e a Stefano Stravato diretto a Padova e più precisamente al Forum della Ricerca e dell’Innovazione.

Sono stata invitata come relatrice nella sessione La Comunicazione di prodotto e il Web 2.0.

Un’esperienza molto bella sia per la città che ho visitato per la prima volta sia per la sessione che vedeva oltre a me, Marco e Stefano anche Pepe Moder di Barilla e Frangino Lucarini di H-Art. La scelta dei relatori mi è sembrata molto ben riuscita essendo presenti rappresentanti dei principali attori della comunicazione: clienti, agenzie e media.

Il mio ruolo è stato quello di chiarire come il web 2.0 dovrebbe essere considerato come uno degli ambienti in cui le aziende si possono muovere online senza tuttavia trascurare gli altri, ossia i propri spazi come il sito corporate e i siti di prodotto, e quelli che è possibile "acquistare" come le campagne di display advertising e le partnership media.

Ho quindi sostenuto l’importanza di una visione d’insieme quando ci si relazione con internet (linko a questo proposito il secondo dei tre trend sulla comunicazione "secondo me") e la convinzione che non sia possibile innovare senza conoscere la realtà in cui si è presenti perchè si corre il rischio di "creare" qualcosa che esiste già o qualcosa di totalmente inutile.

Ho caricato la presentazione su Slideshare anche se molte considerazioni non sono presenti perchè le ho dette a voce. Ovviamente sono come sempre disponibile ad approfondire l’argomento 🙂

Riflessioni sul “Personality-based marketing”: il caso Julia Allison

Come alcuni sapranno la copertina di Agosto di Wired era dedicata ad una ragazza: Julia Allison. Ho letto i commenti nella versione online dell’articolo “Internet Famous: Julia Allison and the Secrets of Self-Promotion” e ho notato che la comunita’ della rivista si e’ diciamo spaccata in due: chi ha trovato l’articolo interessante e chi si e’ sentito offeso come lettore per la scelta di Wired di mettere una sciacquetta come Julia, un tipo alla Paris Hilton , in prima pagina.

(Julia ha risposto ai commenti alla copertina su Flickr)

Io rientro nella prima categoria. Personalmente credo che questo articolo possa portare a fare delle riflessioni e dare origine a diversi tipi di discussione.

Questa in sintesi (ehm) la mia personale revisione dell’articolo.

Il personaggio di Julia Allison e’ stato scelto come un eclatante caso di personality-based marketing e in sostanza ci “insegna” che se vuoi diventare famoso a tutti i costi in rete ci puoi riuscire, basta seguire alcune regole.

1. FARSI NOTARE (non importa come)

  • Think Big (but start small). Julia ha inizialmente individuato un “target” di riferimento ben specifico, una nicchia di persone su cui far colpo. Quando era una studentessa universitaria aveva un debole per gli studenti di medicina e per farsi notare ha iniziato a lavorare nella biblioteca della loro scuola, posto perfetto per creare un contatto. Quando arrivo’ a New York il suo obiettivo era diventare una figura “cult” e ha capito che iniziare da una “nicchia” e restarci fino a quando non vieni notata dalla stessa, sarebbe stata la sua strategia per irrompere nel mondo mediatico di manhattan. La nicchia in questo caso e’ stato il blog Gawker.com "The source for daily Manhattan media news and gossip" avente spesso come tema i VIP e i media.
  • "Be a hot woman with an exhibitionist streak" Per farsi notare dal blog Gawker Julia ha iniziato a scrivere articoli con link al blog, a commentarne i post e a flirtare con alcuni dei lettori/scrittori. Per questo motivo Gawker l’ha “bannata” dal blog (ossia le ha vietato l’inserimento di ulteriori commenti) e screditata pubblicamente. Invece di disperarsi Julia ha risposto cosi

  • “In-person” is the least common communication channel: per farsi davvero notare e sopratutto ricordare Julia ha capito che non era sufficiente essere un nickname nel web ma doveva farsi notare in carne e ossa perche’ la continua proliferazione di nuovi canali di comunicazione rende la propria persona il canale meno comune, meno scontato e piu’ memorabile. Le eccentriche (una volta si e’ vestita da preservativo) comparsate di Julia a party e gala sono state rese note dai numerosi scatti fotografici e video pubblicati da online da lei stessa e dagli utenti “paparazzi”.
  • "It’s not who you know, it’s who you’re next to": tra le piu’ celebri foto di Julia ci sono quelle accanto a celebrita’ come Richard Branson, Chris Anderson e Henry Kissinger.

2. TENERLI AL GUINZAGLIO

  • Be always their Top of The Mind: non basta farsi notare, e’ necessario che chi ti ha notato si ricordi di te, e per farlo Julia usa i social media come il suo blog, aggiornato costantemente con foto e video (caricati su YouTube), e Twitter, il famoso servizio di microblogging dove alterna messaggi sulla sua vita quotidiana come “At sushi”, “In the car on the way to the Hamptons”, etc a link al suo blog. I contenuti non saranno particolarmente interessanti ma catturano ugualmente l’attenzione.
  • Embrace Enigma: Una volta Julia ha comunicato che l’odio dimostrato nei suoi confronti da diverse persone nella rete la stava distruggendo e che non avrebbe mai piu scritto sul suo blog. Il giorno dopo ha reiniziato a scrivere. Narcisismo o Satira personale? Non si sa, ma la voglia di scoprirlo e’ cio’ che spinge molti fans a continuare a seguirla.
  • Let your fans fight your battles: Julia e’ amata quanto odiata ma questo le giova in ogni caso; da una parte vale la vecchia regola del “non importa come se ne parli, l’importante e’ che se parli”, dall’altra i fans hanno la possibilita’ di dimostrarle il suo affetto difendendola dagli attacchi nemici.

3. EXTEND YOUR BRAND Recentemente Julia ha lanciato un nuovo sito all’indirizzo www.nonsociety.com insieme ad altre due ragazze visibili non appena si accede all’homepage. Perche correre il rischio di abbassare le luci dei riflettori perennemente puntati su di lei per accenderli su altre due donne? Perche’ si tratta di due amiche che grazie a lei, e solo grazie a lei, stanno diventando due web celebrities. Ormai la notorieta’ di Julia e’ talmente forte da poter essere utilizzata per rendere celebri altre persone, come se fossero due subrands del motherbrand Julia Allison.

Alcune riflessioni iniziali:

  • Best (and worse) branding practises: il punto 3 evidenzia come Julia sia ormai paragonabile ad un brand ed in quanto tale credo sia interessante analizzarne l’evoluzione perche’ le sue “tattiche” sono in qualche maniera assimilabili ad operazioni di marketing: pensiamo ad esempio al tentativo di inserirsi all’interno di una nicchia (di mercato) o di connotare la propria immagine di esibizionismo e protagonismo, mi vengono in mente diversi brand che hanno messo in pratica le stesse tattiche di Julia con successo e altri invece che non ci sono riusciti. Uno dei lettori di Wired ha scritto un post in risposta all’articolo di Wired dove spiega che la storia su Julia Allison e’ un chiaro esempio di:

1. How not to do PR

2. How not to use web 2.0 social media tools

3. How not to run a magazine Siete d’accordo?

  • Web Celebrities vs Real celebrities: magari Julia non ispirera’ nessun brand ma potrebbe stimolare i “veri” VIP; pensiamo ad esempio a Britney Spears e a come abbia deciso di puntare sui social media per ricostruire la propria immagine.
  • Nuovi testimonial (o nuove opportunita’ di co-branding): la ricerca da parte di un brand di un testimonial e’ spesso un’impresa difficile: da una parte ci sono “sempre le stesse facce”, dall’altra e’ difficile per il proprio target identificarsi con questi personaggi, e poi beh costano parecchio. Persone come Julia ma in generale le web celebrities non rappresentano in questo contesto delle nuove opportunita’? (e in quanto brand il legarsi a questi personaggi non e’ un po’ come dar vita ad azioni di co-branding? 🙂 )

Queste sono le prime considerazioni che mi vengono in mente. Voi cosa ne pensate?

Differenze tra Social Network, Community e Forum (SlidePost)

Non so è una buona idea ma invece di scrivere un lunghissimo post con alcune considerazioni che ho fatto sulle differenze che esistono tra i concetti di "Social Network", "Community" e "Forum" in Italia ho buttato tutto in un powerpoint e l’ho caricato su slideshare.

 

[UPDATE: La presentazione è poco leggibile così, meglio il DOWNLOAD]

Ci tengo quindi a sottolineare che non si tratta di una "presentazione" in senso stretto ma di un tentativo di mettere ordine ad un post che altrimenti sarebbe stato lunghissimo e difficile da seguire.

Come ho scritto nell’ultima slide questo non è un documento "definitivo", mi piacerebbe raccogliere un po’ di spunti di vista per arricchirlo con nuovi spunti e considerazioni.

Che ne dite?

 

Non tutti gli utenti sono uguali: differenze tra forum e social networks

Recentemente mi sono trovata nella situazione di dover spiegare quali sono le sostanziali differenze tra i forum e i social networks e di conseguenza le diversità che possono esistere tra gli utenti che frequentano gli uni e gli altri perché purtroppo per i “non addetti ai lavori” rischia di esserci confusione in merito a causa del continuo proliferare di nuovi social media e di nuove iniziative chiamiamole 2.0 e delle conseguenti richieste di "iscrizione" e "partecipazione" a cui gli utenti sono soggetti quotidianamente.

Se ad esempio ad un cliente proponi di considerare all’interno della propria strategia di comunicazione online il target delle donne che frequentano i Forum potresti sentirti rispondere che le donne a cui vogliono comunicare non sono iscritte a Facebook o a MySpace, ossia non partecipano attivamente nella rete.

Tralasciando le innumerevoli differenze che esistono solo tra i due social networks sopracitati in termini di tipologia di utenza, ho cercato di focalizzarmi sulle diversità in senso lato ovviamente dei due strumenti di interazione.

FORUM

SOCIAL NETWORK

È nato prima (è una realtà consolidata del web)

È nato dopo (è percepito ancora come una novità)

È rimasto sostanzialmente invariato nel tempo

È in continua evoluzione

L’iscrizione coincide spesso con la necessità di aprire una discussione, di chiedere qualcosa, di confrontarsi su un tema.

L’iscrizione è legata alla necessità di “esserci”, di creare uno spazio personale e condividere questo spazio con gli altri.

Gli utenti sono “fidelizzati”: difficilmente abbandonano un forum tematico per un altro.

Gli utenti sono predisposti per il tradimento: si tratta spesso di utenti evoluti sono alla ricerca del servizio migliore o di quello più in voga. Di fatto spesso non tradiscono più che altro per un fattore di “scomodità” e di spreco di tempo legati alla creazione di un nuovo spazio personale e alla costruzione di un nuovo network di “friends”.

Nascono spesso come strumento di discussione di un sito-madre.

Hanno generalmente una vita propria, sono progetti a sé stanti, eventualmente supportati da un brand.

Ci tengo a sottolineare che si tratta di distinzioni macro, se dovessimo analizzare i due fenomeni nel dettaglio delle singole realtà esistenti la tabella si arricchirebbe di asterischi e di postille (se due social networks come MySpace e Facebook hanno un’utenza diversa anche forum come quelli di Html.it e di AlFemminile.com sono popolati di persone con cultura, interessi e approccio verso la tecnologia diversi).

Se penso al mio ventaglio di conoscenze posso dire che ho amiche che scrivono in forum di cucina, di moda, di salute senza aver mai letto un blog, senza mai essersi interessate a Facebook, a Twitter o a Flickr. Quindi è sempre più chiaro che in comunicazione non si possa più solo fare una distinzione tra chi naviga e chi noi tengo a sottolineare che si tratta di distinzioni macro, ovviamente se andiamo ad ana tipologia di utenza cerco di concentr e nel primo caso tra chi “partecipa” e chi si limita a “guardare”, perché sono possibili tantissimi modelli di targetizzazione anche tra coloro che attivamente contribuiscono a popolare il web di nuovi contenuti ogni giorno, siano essi post, twit, foto o semplicemente replies.

Ogni commento e considerazione in merito su questo post "serio" sono ben accetti 🙂

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Subvertising: guerrilla e marketing non convenzionale in formato pdf

Il mio feed reader tra poco scoppia, ho perso il conto delle annotazioni su Google Notebook ma nonostante questo non riesco a rinunciare a scoprire nuovi fonti informative e tra queste voglio consigliarvi Subvertising, il nuovo mensile gratuito, in formato pdf, dedicato al guerrilla marketing ed alla pubblicità non convenzionale.

Io ho già scaricato, stampato e letto il primo numero e sono in attesa dell’uscita del secondo, previsto per il 10 dicembre.

Tra gli articoli che ho trovato più interessante del numero 1 di Subvertising vi segnalo:

  • World of Warcraft ospita Toyota (pag. 12)

Onestamente, se sei un pubblicitario o un uomo marketing di respiro internazionale e conosci Second Life ma non World of Warcraft, c’è qualcosa che non va.

  • Il marketing sociale si fa (per) strada (pag. 14)

il marketing sociale non può che trarre giovamento da quelle tecniche che, facendo leva sulla scarsità di mezzi a disposizione e sul volontarismo, arrivano a suscitare emozioni profonde nello spettatore. Lottare con le stesse armi dei giganti, senza averne però le medesime dimensioni, non è semplice.

  • Quando la pubblicità è una sola (pag. 22)

Qualche giorno fa ero a Firenze e mi arresto davanti ad un manifesto che mi colpisce, lo fotografo, come faccio spesso. Visto che in Toscana c’è la Sterpaia, scuola-laboratorio di Toscani, mi pare quasi ovvio pensare che dietro ci sia il suo pensiero. Poi, per qualche particolare, non mi torna.

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del.izio.si X lafra [ott]: Fuel for Life in 6 punti, Zopa Listings, Handvertising

Arrivano un po’ per il rotto della cuffia i 3 link che vi consiglio questo mese:

  • Un ottimo resoconto di Elisondo sulla campagna di lancio del profumo "Fuel for Life" di Diesel
  • Un articolo di TechCrunch in cui si annuncia la partenza effettiva in UK del Social Lending di Zopa
  • Presentazione di Handvertising, una società che vende pubblicità non sul dorso della mano 🙂

Le gatte di via plinio: Diesel, Fuel For Life – dove eravamo rimasti?

Resoconto in 6 punti della campagna di Diesel per il lancio del suo profumo "Fuel for life"

Zopa has launched Zopa Listings, allowing individual borrowers to post their own specific requests for loans for individual lenders to review and then bid against.[…]

Handvertising USA is an Orange County-based company that connects advertisers with customers willing to display ads on their hands […]
 

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I “Bits and Bobs” di LaFra su Tumblr

Mi sono accorta solo adesso di non aver mai comunicato sul blog, ma solo su Twitter, che ho aperto anche un tumbleblog (credo si dica così) il cui indirizzo è ovviamente

http://lafra.tumblr.com

e che si chiama "LaFra Bits and Bobs".

Ci saranno un po’ di cianfrusaglie (= Bits and Bobs in inglese) digitali prese di qua e di là e magari qualcuna di queste potrà diventare un post qui.

Che ve ne pare fino adesso? (Dovrete darmi un commento qui perchè su Tumblr per la sua natura non si può…).

 

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del.izio.si X lafra [sett]: Nabaztag, Ufficio web-based, Strumenti di Tortura

Nabaztag svelato — Kurai – Federico Fasce

Federico Fasce descrive in un post il geek gadget del momento: il nabaztag "[…] Dal momento che l’ho potuto provare un po’, mi sembra utile pubblicare una piccola recensione del simpatico gadget"

Il tuo ufficio si sposta online: guida ai servizi | Shannon.it

[…] Il percorso che segnalo di seguito per sfruttare al meglio i servizi sviluppati secondo i principi del Web 2.0 è arbitrario e non vuole essere una guida dei siti di qualità. […]

Lista degil strumenti di tortura più terrificanti della storia. " […] Maybe I just have an over-active imagination, but by the time I got to torture device no. 12, nausea was already setting in."

GUARDA TUTTI I DEL.IZIO.SI PER LAFRA e non solo…

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Emoticon Piratesche per il “Talk Like a Pirate Day”

Grazie a Inga, aka Spery, che mi ha girato un link dal blog di Manfrys, ho scoperto che oggi è il Talk Like a Pirate Day, e su Twitter, dopo le prime domande in merito a quella strana bandana presente oggi sul logo di Flickr,  i primi twit "piratestyle" non si sono fatti attendere.

Intanto io e Inga ci scambiamo emoticon piratesche su messenger eheh.

Le emoticon piratesche le trovate su Mrwebmaster.it

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