Da quando i VJ fanno le ruote? [Pubblicità Assorbenti]

Ieri ho visto una pubblicità che mi ha lasciato perplessa.

Una ragazza sta facendo un provino per diventare VJ, il sogno di molte ragazze come lei. Manca solo uno step al tanto atteso traguardo: le viene chiesto SE SA FARE LA RUOTA!

Oh no, ho le mestruazioni, e ora come faccio? Niente paura, grazie ai miei fantastici assorbenti non dovrò rinunciare a questa grande opportunità, posso fare la ruota senza alcun problema e pensiero.

Ora aiutatemi a capire… è davvero così importante saper fare la ruota per diventare VJ? Insomma non la devono saper fare nemmeno i ballerini di Amici!

AGGIORNAMENTO 11 aprile 2008

Mi sembra doveroso aggiungere anche il video della Litizzetto:

22 commenti su “Da quando i VJ fanno le ruote? [Pubblicità Assorbenti]”

  1. ne ha parlato perfino la litizzetto da fazio.
    ormai la pubblicità fa notizia solo quando è orripilante? 🙂
    e non è che lo si fa apposta? 😀

  2. @Graziano ben venga 🙂

    @Gianluca lo immaginavo 😀 quelli della Lines gliel’hanno servita su un piatto d’argento! Non so se l’hai detto scherzando o se come me hai pensato seriamente che possa essere tutto studiato.
    Lo vedo su di me: per trovare un video da inserire in questo post ho provato con diverse keywords e sono riuscita a trovare l’immagine della ragazza che fa la ruota utilizzando la keyword “lines seta ultra con area stop” quindi il nome specifico del prodotto non solo keyword contenenti la parola “assorbenti” o la combinazione “assorbenti lines”. In più quando vedrò questi assorbenti al supermercato molto probabilmente penserò “toh, eccoli qui gli assorbenti della ragazza che fa la ruota”, il che rappresenta un’associazione mentale a mio avviso importante per questo prodotto. Insomma anche se in maniera discutibile alcuni obiettivi di comunicazione sono stati raggiunti. Che ne dici?

  3. Forse il fine del provino era quello di trovare una PAVJ…
    Una pavona-VJ! ;-D (ehm..la ruota!)
    o una “disposta a tutto”, snodatamente parlando eheh 😉

    Giochi di parole a parte (sono davvero una buontempona), anch’io sono rimasta un po’ allibita riguardo a questa pubblicità.
    Di primo acchito sembra assurda, fastidiosa, ridicola, anche demodé.
    Poi, però, ci si rende conto che, come spesso accade in pubblicità, l’effetto sia voluto e indotto.

    Così come nel caso della paracadutista, anche qui si tenta di trasmettere al massimo l’idea della praticità e della “sicura tenuta”.

    Probabilmente una donna pensa:
    “Il lancio dall’aereo? La ruota? oohhh
    Ma allora chissà che comfort durante la palestra, il lavoro o la notte…Li compro e, grazie a questi super-assorbenti, volteggio atleticamente verso l’ufficio, salto sul tram e mentre porto il cane al parchetto, mi faccio pure un po’ di aerobica.

    Mentre scrivo mi rendo conto di come una pubblicità del genere faccia passare anche l’idea di un assorbente-analgesico: è come se, indossando quel determinato tipo di prodotto, con la scomodità di quei giorni scompaia anche il malessere.
    Insomma: non solo asciutta e pulita (vedi altra pubblicità), ma anche carina, cool, di successo e senza dolorini o acciacchi!

    Vado a comprarli 😉

  4. una nota del tutto futille: mai fatta una ruota in vita mia
    …Vuoi vedere che se li compro mi riesce?! LoL

  5. Ciao,

    spesso chiedere di fare qualcosa che non ha attinenza con quello per cui ti candidi è un modo per metterti alla prova e vedere come reagisci di fronte a nuove sfide e valutare se sei disposto a metterti in gioco.

    In fase di selezione, capire che tipo di persona si ha di fronte può essere più importante che verificarne le competenze.

    Saluti, Alessandro

  6. @Alessandro Ronchi. Una curiosità: ma tu la faresti la ruota in fase di selezione? 😉

  7. I VJ fanno la ruota perché ritengono necessario pavoneggiarsi o perché pensano di appartenere a un circolo chiuso, oppure perché prenderanno il posto di qualcuno che lo fa già e loro lo seguiranno.. a ruota, appunto.

  8. @Elyla mi sarebbe sempre piaciuto saper fare la ruota 🙂

    Nel nostro mestiere l’equivalente del fare la ruota potrebbe consistere nel rispondere a questa domanda: “Quante palline da tennis ci vogliono per riempire un Boeing 747?”

    Sembrerà strano ma se fai, ad esempio, un colloquio in Google può capitare di sentirsi porre domande di questo tipo.

    Saluti, Alessandro

  9. @Elyla grazie! il tuo commento mi è piaciuto moltissimo, un’analisi davvero interessante, chissà se anche Lines ha pensato ai suoi prodotti come a qualcosa di più di un semplice assorbente… un assorbente-analgesico, audace come accostamento ma decisamente d’impatto 😀
    Se la ruota ti viene vogliamo un filmato a dimostrazione eheh. Poi lo mandiamo alla Lines e ti proponiamo come testimonial 😉

    @Alessandro davvero fanno questo genere di domande in google?? 😀

  10. @Lafra Sì, a certi livelli è pratica comune fare quelle che Joel Spolsky definisce le “impossible questions”; ti invito a leggere questo post a riguardo: http://www.joelonsoftware.com/articles/fog0000000073.html

    Le “domande impossibili” servono a comprendere se il candidato è una persona brillante che accetta le sfide e in che modo usa le proprie capacità di ragionamento per arrivare ad una risposta, pur sbagliata che potrà essere.

    Quando si seleziona un programmatore è molto importante verificarne la capacità di portare a termine il proprio compito e l’atteggiamento di fronte a eventuali imprevisti (bug) che possono verificarsi durante il lavoro.

    Saluti, Alessandro

  11. @Alessandro wow 😀 grazie mille per la spiegazione, non si finisce mai di imparare eheh

  12. @Lafra Grazie a te! Cielo, mi sono accorta di aver fatto qualche errore nel mio commento, ma ero troppo emozionata per il mio primissimo commento a Lafra:-) Vado a esercitarmi con la ruota e tengo pronta la cam per filmare eheh 😉 Ancora grazie, ciao

  13. Concordo pienamente con Elyla, si tratta di una pubblicità che vuole trasmettere un messaggio di energia e freschezza anche se, in questo caso, a mio avviso fallisce in parte perchè crea una storia molto poco credibile.

    Come noto occorre solleticare emotività e razionalità del target, e qui mi pare si solletichi solo l’emotività (l’energia, l’improvvisazione, la spontaneità, ecc.) lasciando da parte l’elemento più razionale del racconto.

    Sulle “impossibile questions”, invece, sono cosa nota e da me molto spesso usate. Non chiedo quante palline ci stanno in un 747, ma spesso amo domandare cose strane e fuori tema per testare la reazione del candidato.

    Non ho mai chiesto di farmi una ruota in ufficio, BTW…

  14. @Francesco: ho capito che le “impossible questions” non fanno per me 😀

    @laura: la vj o la paracadutista? 😉

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