My Own Private Milano. Il web che mi piace.

Non è sempre facile difendere la propria dipendenza da internet, dai social media, dagli amichetti della rete, ci sono momenti in cui ci sarebbe anche un po' da vergorgnarsene, in cui ti ritrovi in una rete che non ti rispecchia più.

Per fortuna ci sono persone, persone che creano iniziative, persone che partecipano ad iniziative e persone che ti chiedono di partecipare ad iniziative che sono capaci di farti sentire orgogliosa di essere parte di questa rete e di crederci.

Una di queste iniziative è My Own Private Milano

"Venti fotografi, non milanesi, che un giorno hanno preso un’immagine di Milano. Venti scrittori, milanesi per nascita o per adozione, che un giorno hanno ricevuto una fotografia, e la richiesta di scriverci sopra qualcosa, qualsiasi cosa […] un racconto a due facce: Milano, fotografata dai non milanesi, e raccontata dagli indigeni"

(da Intro, di Sir Squonk – pag. 2)

My Own Private Milano è scaricabile gratuitamente.

Questo è lo scatto che mi è stato spedito via email senza sapere a chi appartenesse


Questo il flusso pensiero che mi ha ispirato

C’è chi prende il taxi perché non ha tempo di aspettare il bus. C’è chi prende il bus perché i taxi sono tutti occupati. C’è chi cerca una guida nella propria vita perché non è in grado di guidarla da solo. E chi ci prova raramente riesce a farlo con un solo mezzo, scegliendo una sola strada.

Io scelgo di farla pedalare, di sbandare sulle rotaie del tram, di andare contromano, di prendere una multa, di imboccare la corsia preferenziale, di sorpassare sulla sinistra, di tenere la destra, di restare senza benzina perché quando mancano pochi chilometri di autonomia i distributori sembrano distanti anni luce, di tenere il freno a mano tirato che poi si sa che si consuma ma a volte non si può proprio farne a meno, di concederle quella gita in tassì ogni tanto come Eliza Doolittle quando raggiunge la casa del professor Higgins, di farla aspettare alla fermata del tram, di chiederle di accettare un passaggio ogni tanto perché non si può guidare sempre da sole, ma soprattutto di volare in alto, sopra gli edifici, sopra i cartelloni pubblicitari, sopra la notte di Milano.

(pagg. 37-38)

La ringrazio.