La geolocalizzazione estende la “Snack Culture” anche al turismo?

Movies, TV, songs, games. Pop culture now comes packaged like cookies or chips, in bite-size bits for high-speed munching. It's instant entertainment – and boy, is it tasty

Molti di voi si ricorderanno lo speciale sulla snack culture di Wired del 2007 dove si spiegava come la fruizione “snack” di contenuti e informazioni e la modalità di produzione degli stessi si estendesse a tantissime categorie.

La scrittura ne è un esempio lampante: il fenomeno del microblogging, gli haiku giapponesi e più semplicemente gli sms. A questo proposito mi fa piacere segnalare l’esperimento lanciato da Andrea Contino “WhyIBlog” perfettamente in linea con questa tendenza:

Ho deciso di raccogliere in un arco di tempo non precisamente stabilito, diciamo da qui a un mese, le vostre spiegazioni sul motivo che vi spinge a tenere in vita il vostro blog. Ben conscio del fatto che chiedere a tutti di scrivere un post al riguardo sarebbe ingiusto e probabilmente non riscuoterebbe l’attenzione che vorrei, vi chiedo di farlo attraverso un semplice Tweet quindi con un testo di massimo 140 caratteri.

Molto sfidante per me che non ho il dono della sintesi 😉

Il cortometraggio è uno snack cinematografico che trova la sua massima espressione in progetti come "The 1 Second Film". Anche nell’animazione troviamo casi celebri come i corti Pixar ed esempi più recenti come i webisodes della nuova property di Mattel “Monster High”.

La cultura snack è fortemente visibile anche nel gaming ed è diventato un vero e proprio business con lo sviluppo delle applicazioni iPhone.

E ancora pensiamo allo “snack shopping” con il proliferare dei one-day deals come Woot, siti che mettono in vendita un solo oggetto per una sola giornata, ovviamente a condizioni molto vantaggiose.

Si potrebbe associare ogni manifestazione della snack culture ad una particolare innovazione o fenomeno digitale: l’evoluzione delle piattaforme video online, i servizi di microblogging, l’e-commerce, il mercato delle apps e così via.

Mi chiedo se la geolocalizzazione e servizi come Foursquare, Facebook Places e a quanto pare anche Twitter non stia estendendo la snack culture anche al turismo.

Non più, o meglio non solo, guide con pagine e pagine di descrizioni di monumenti, cattedrali e piazze ma brevi notizie e curiosità come fa Travelitalia che grazie a Foursquare può geolocalizzare i suoi tweet e trasformarli in tips.


Per altri esempi di utilizzo di Foursquare in chiave turistica vi consiglio di leggere il post Geolocalizzazione e turismo.

Io personalmente apprezzo questa modalità di produzione e di fruizione delle informazioni, riesco a trovare il tempo per leggere un tip e magari è uno stimolo per ulteriori approfondimenti.

Nel medio-lungo periodo vedo però due criticità: l’invasività e la ridondanza dei contenuti.

Se il numero dei contatti e il numero dei tip cresce presto potremmo trovarci a leggere tantissimi tip molto simili tra di loro che si materializzano uno dopo l’altro in automatico sullo schermo del telefonino non appena fatto check-in.

Immagino che questo problema sarà già stato preso in considerazione da Foursquare (ammetto di non aver fatto ricerche in merito) e magari sono già in fase di implementazione dei filtri per la visualizzazione dei tip legati ad un rating associato ai nostri contatti, alle interazioni fatte a livello assoluto con il tip o ad una combinazione delle due variabili, oppure più semplicemente un sistema di riconoscimento dei tip che ti avvisa se è già presente qualcosa di analogo con la possibilità di editarlo come se fosse un wiki.

Dall’altra mi sono immaginata la nascita di nuovi servizi e nuove realtà come gli “aggregatori di tips”.

Circa 2 anni fa parlavo della ricerca del filtro perfetto, tema valido anche oggi se pensiamo alla continua ricerca di modalità per selezionare, aggregare e appunto filtrare il gran numero di notizie, post, tweet ed in generale stimoli informativi con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Avremo bisogno di un filtro ancher per i contenuti prodotti all'interno dei servizi dei geolocalizzazione?

Forse in futuro nasceranno servizi che aggregheranno i tips degli utenti per tipologia, come fa Liquida con i post, e invece di leggerli tutti, sceglieremo di visualizzare quelli di un unico account che li selezionerà per noi in base alle nostre preferenze o ai nostri contatti.

Che ne pensate? È l’antibiotico che mi fa vaneggiare o c’è qualcosa di potenziale in quello che ho scritto? 🙂

Come ottenere un milione di hits su YouTube

Nel mio ultimo post vi ho raccontato della mia partecipazione ad una viral video competition nel contesto di un corso di formazione interno a Londra.

L’obiettivo era riuscire ad ottenere quante più view possibili del video assegnato coinvolgendo i propri contatti attraverso i diversi social media.

Coincidenza vuole che sulla rivista .net comprata a Heathrow prima di tornare a casa ci sia un articolo intitolato “How to get a million YouTube hits”.

La premessa è la recente dichiarazione di Google sulla quantità di video caricati su YouTube: ben 13 ore di video al minuto, l’equivalente di 57000 lungometraggi ogni settimana.

Come faccio quindi a farmi notare dagli utenti e ad aumentare il numero di views scatenando l’effetto virale? La ricetta descritta da Oliver LIndberg prevede i seguenti ingredienti, da usare singolarmente o perché no in combinazione tra di loro:

DO A FUNNY DANCE

La danza, nelle sue diverse forme, può essere un elemento vincente per la “virability” del video.

Gli esempi citati:

  • The Evolution of Dance (2006) si contende con Avril Lavigne il primo posto dei video più visti in assoluto (a livello globale) su YouTube (in questo momento il primo ha totalizzato 114,552,041 views, il secondo 115,973,452)
  • Un esempio più recente è l’ennesimo caso di parodia di un videoclip, in questo caso di “Single Ladies (Put A Ring On It)”
  • La rivista Science ha invitato i ricercatori di tutto il mondo a sfidarsi nell’interpretazione danzante del proprio dottorato di ricerca (Ph.D.). Il video "The role of vitamin D in beta cell function" mostra una delle performance vincitrici del contest

FEATURE ANIMAL OR KIDS

I bambini e gli animali hanno da sempre la capacità di attirare l’attenzione di grandi e piccoli.

I video segnalati nell’articolo in questo caso sono:

START A REMIX CRAZE

La mania dei remix è un altro fenomeno molto diffuso su YouTube.

Il caso riportato è quello della polka finlandese Ievan Polkka che è stata ripresa, remixata, trasformata in cartoon e in suoneria, fatta cantare a Chewbecca, a Stalin etc. Vi faccio vedere un "video compilation" con alcuni esempi:

Un altro caso celebre è il dance remix del video "Bill O’Reilly Flips Out"

DO SOMETHING UNIQUE

Quest’ultimo tip mi sembra scontato ma per dovere di cronaca ve lo riporto ugualmente.

I due esempi citati hanno in comune una vena provocatoria: nel primo The Fine Brothers.com raccontano 100 spoilers cinematografici in meno di 5 minuti (visto il successo recentemente hanno creato anche una Oscar edition del video), nel secondo un buontempone riesce ad ottenere 7 milioni di views "facendo credere" che è possibile ricaricare un iPod con una cipolla (qui il video dei Mythbusters che svela la bufala).

Questo è lo screenshot dei video più visti in assoluto a livello globale dove vediamo appunto GirlFriend di Avril Lavigne al primo post e The Evolution of Dance al secondo.

Ho evidenziato con una cornice rossa i video rientranti in una delle 4 categorie descritte sopra:

Questa invece è la schermata relativa ai video più visti in assoluto in Italia.

Trovo interessante che due dei video più visti siano relativi al mondo dei videogames:

A questo proposito mi sento di quotare una domanda di Maurizio in merito al target dei "gamers" e al relativo potenziale in tema di buzz marketing

Se Procter&Gamble ha creato un network di mamme influenti per generare passaparola con le altre mamme, se Sony fa provare in anteprima ai blogger i suoi prodotti per farli conoscere e capire ai loro lettori, come mai nessuno [in Italia] pensa ai gamer come target chiave nelle strategie di buzz marketing?

Il quarto video più visto in assoluto è invece uno video virale pubblicitario (Ikea)

Per quanto riguarda gli altri video in vetta alle classifiche dei più visti abbiamo la predominanza di videoclip, segno che la musica vuole essere vissuta sempre di più attraverso l’esortazione di più sensi, non solo dell’udito, e che i brands devono monitorare costantemente questo fenomeno perchè potrebbe creare delle opportunità di comunicazione vincenti. Un esempio in questo senso è ovviamente il "Tea Partay" di Smirnoff che molti di voi conosceranno

(non sono riuscita a trovare un post esaustivo sulla storia di questo video, come è nato e quali effetti ha generato, non escludo che riprenderò anche questo esempio in futuro post perchè secondo me è un case study davvero interessante)

Il viral, il buzz, il word-of-mouth, sono temi decisamente caldi, in molti si interrogano su quali sono gli ingredienti per creare una campagna virale di successo (spesso incentrata sulla realizzazione di un video).

Vi ho parlato di questo articolo proprio per raccogliere un po’ di idee sul tema, partendo da alcuni tips ovviamente generici e dai casi di maggior successo.

Secondo voi esistono delle regole, dei tips, dei consigli per creare un video virale di successo?