Una caratteristica che mi contraddistingue è il tempismo 🙂 (ultimamente nella vita reale ne ho dato una lampante dimostrazione) tranne quando si tratta di scrivere su questo blog. Trovo un articolo interessante e poi immancabilmente passano settimane prima che riesca a trovare il tempo o l’occasione per parlarne. Comunque, chiusa parentesi, il post in questione è When Does a Social Network Become a "Publicity Network"?
Allen Stern, l’autore dell’articolo, analizza il fenomeno Twitter come strumento di social networking e si sofferma sulla inevitabile "snaturizzazione" dello stesso da parte di alcuni noti personaggi della rete. Il personaggio di riferimento è Robert Scoble il cui account su Twitter mostra in questo momento 6.628 followers, e fino a qui tutti i nostri complimenti, accanto però a questo dato "Following: 6.809".
La domanda sorge spontanea: come può Scoble seguire tutti i twit di 6809 utenti? Stern a questo proposito ipotizza anche un calcolo per verificarne la fattibilità "umana":
With 6,000 people on Twitter, let’s assume 10% are active and post 3 messages a day, that’s 1800 messages per day to keep track of
La riflessione che è scaturita da questa constatazione è stata appunto se per personaggi come Scoble Twitter più che un social network sia diventato un publicity network, ossia un mezzo per farsi pubblicità, per automanifestarsi, per segnalare i propri articoli/post, senza di fatto interagire con gli altri utenti in uno spirito di condivisione e di confronto.
A social networking tool becomes a publicity tool when "I speak, you speak, I reply, you reply" becomes "I speak, you listen".
Lo stesso Scoble è intervenuto con un commento in cui ha spiegato che per lui Twitter è come una sorta di chat room e che non è vero che è impossibile star dietro a tutti i twit, anzi "it is VERY possible". Aggiunge inoltre che non perde MAI i twit di coloro che iniziano i loro messaggi con "@scobleizer" grazie al loro raggruppamento all’interno della pagina "replies" e chiude parlando della funzione "track" che gli consente di avere sott’occhio tutto ciò che viene discusso su un argomento come ad esempio "microsoft".
Insomma una cosa è certa: Scoble conosce molto bene il mezzo che ha a disposizione e lo utilizza in maniera consistente (anche se c’è chi afferma che i twit non sono tutti farina del suo sacco), quello che ci si chiede e se lo stia usando in maniera corretta.
Il punto è che molti account su Twitter sono stati aperti solo ed esclusivamente per utilizzare il mezzo come un publicity network, l’esempio citato da Stern è Mashable (Following 2 / Followers 1.608) a me vengono in mente tra i miei contatti SkyTG24 e Blogosfere , e il successo di alcuni di questi fa scaturire una domanda forse un tantino provocatoria
Are these new publicity networks (Facebook, Twitter, etc.) the new press release? […] And if you are working with a social media consultant who isn’t leveraging these new publicity networks where appropriate, you need to find a new consultant
Che ne pensate? Twitter potrebbe arrivare a sostituire la tradizionale press release? Come vedete l’utilizzo di Twitter non come servizio di microblogging, o di social networking in senso lato, ma come Publicity Network? Considerate Robert Scoble un caso ibrido?
technorati tags: robertoscoble, scobleizer, twitter, socialnetwork, publicitynetwork, allenstern
No, non mi piace.
Preferisco i social network veri.
E ti lascio un sorriso, è un po’ che non ci sente…
Ciao!
Mister X di Comicomix
Fra! Già parto svantaggiato, essendo un Neanderthaliano informatico, poi tu mi infarcisci il tutto con un florilegio di nomignoli tra il curioso e il bisbetico (Twitter, Scoble, press release…) e io non mi ci raccapezzo.
Però mi impegno. E rispondo che Twitter e fratelli non sostituiranno la tradizionale press release, ma la cambieranno, spremendola come un limone e permettendo soltanto a pochi di resistere. Per pochi intendo una falcidie per “manovalanza e affini”, mentre le menti pensanti saranno sempre utili, almeno fin quando gli algoritmi non sostituiranno il pensiero creativo.
Se lavori in quel settore, stai tranquilla insomma: ragioni per cui esisterai a lungo.
bella domanda Fra. e se la risposta fosse, semplicemente, un “dipende”?
in fondo, uno strumento come twitter mi sembra adatto a più usi (fondamentalmente quelli che hai illustrato in questo post).
penso per esempio al mio caso, in cui (come già ben sai) ho due account twitter: uno mio personale, dove uso, quando il tempo lo permette (leggi: praticamente mai) twitter come una chat; ed uno “aziendale” dove ogni tanto trovi l’offerta, la novità, etc.
Ciao Fra, 🙂
interessante il tuo post.
“Following: 6.809”? Mah, direi che ha violato la “regola dei 150”, ma di brutto! ;-D
Anche io uso Twitter ma ancora molto poco e i miei pochi cinguettii si sono limitati a segnalare una risorsa o cmq un mio post. Credo però che possa essere utilizzato in entrambi i modi.
PS: Quindi anche tu sei iscritta a OKNO?! 😉
Ciao e buona giornata 🙂
@Comicomix: ehilà che piacere rivederti da queste parti 🙂
In merito a quello che hai scritto “No, non mi piace. Preferisco i social network veri. mi chiedevo se facessi riferimento a Twitter in generale o a Twitter come publicity network (mi sembra che tu non abbia un account su Twitter giusto?)
@Giorgio: innanzitutto grazie per il tuo commento perchè mi ha fatto decisamente sorridere 🙂 per quanto riguarda quello che hai scritto ti dico che non mi occupo nè di ufficio stampa nè di pubbliche relazioni ma sono comunque interessata, sia a livello personale che professionale, ai diversi usi di Twitter e a come questi vengono percepiti dal pubblico. Colgo l’occasione per chiederti se hai un account su Twitter e se sì di dirmi qual è così ti aggiungo 😉
Non ho un account su Twitter, è la prima volta che qualcuno me lo chiede e che dunque “scopro” di non averlo. E mi vergogno anche un poco, come se fossi stato invitato a festa di gala e mi fossi presentato in pigiama o, peggio, in mutande :'(
Giuro che a breve, crollasse il mondo, costi quel che costi, ne avrò uno! E sarai la prima a saperlo, promesso 🙂
io non ho un account twitter e per la verità lo conosco pure poco, però per quel che ne so direi che non è assolutamente controllabile, dunque sta tutto nella “moralità” dell’utente e nell’uso che ne vuole fare. Non so se esistano regole in merito, ma se non ci sono è evidente che ognuno possa usufruirne come meglio crede. se la cosa infrange “regole non scritte” allora forse sono proprio gli utenti che potrebbero “boicottarlo”, emarginando chi non utilizza gli account in questione come dovrebbe…non so se mi sono spiegato..
fede il punto è proprio questo. nessuno è obbligato a seguire qualcun’altro. quindi se un utente fa un uso di twitter che non piace, semplicemente si ritroverà ad avere 0 follower 🙂
@Stefano: hai ragione, anche secondo me uno strumento come twitter mi sembra adatto a più usi e alcuni di questi mi piacciono altri meno, quello che mi chiedo è come la pensano gli altri a questo proposito, ossia come vedono “gli altri usi” del mezzo. Faccio un esempio più generico: i blog. Proprio ieri leggevo una delle ultime ricerche Eurisko sui New Media in cui veniva fatto osservare come ad esempio sia ormai superata la fase dei blog come diari online “a sfondo voyueuristico” e come abbiano invece preso piede altre tipologie di blog, quindi non una ma molte. Lo stesso ragionamento credo si possa estendere a Twitter e agli altri sistemi di microbloggin o di “Everywhere Messaging”: è chiaro che è possibile utilizzare questi sistemi in modalità diverse. Secondo voi quali prenderanno piede, quali non avranno seguito? Possiamo già fare delle ipotesi in merito?
@Giuseppe: all’inizio quando ho letto che Scoble rispondeva ad alcuni twit ho pensato “Sì proprio come nella pubblicità di Garnier Nutrisse con Sabrina Ferilli… ma chi ci crede che si fa il colore in casa?? Daiiii”
Invece sembra che in qualche modo ci provi anche se difficilmente credo che riesca a stare dietro a tutti 6809. Se non è impossibile, non è nemmeno “very possibile”, direi più “hard but not completely impossible”.
PS Si sono iscritta anch’io 🙂
@Giorgio: bene attendo tue news in merito 🙂 Secondo me non bisogna necessariamente imporsi di usarlo ma credo sia importante provare ad usarlo, almeno per rendersi conto di cosa si tratta.
@Fede e Stefano: esatto, Twitter ha una natura “democratica”, quindi non si è obbligati a seguire e leggere chi non è di nostro interesse. A questo punto mi chiedo che cosa è di maggiore interesse e soprattutto se ci sono usi di Twitter ancora non sperimentati o che potrebbero evolversi come ipotizzato nell’articolo citato a proposito della press release.
Ciao, secondo me Twitter non è la nuova press release, nè la nuova social media news release (di cui parlerò presto sul mio blog). La sua natura di micro blogging lo rende più utile per cronache di eventi. Cio’ detto è chiaro che rappresenti un ulteriore mezzo per amplificare certe informazioni (anche promozionali).
Fra!
Ascoltando i tuoi consigli, ho cominciato ad aprire un account con Twitter (giorgio20righe).
Oggi ho aperto l’account, domani tenterò anche di capire come funziona. Un passo alla volta (“pole pole”, piano piano, come dicono in swaili certi popoli dell’Africa)
Mi riprometto tutte le volte di iniziare a usare twitter ma ogni volta rimando…è uno di quegli strumenti per cui intuisci le potenzialità e proprio per questo un po’ le eviti 🙂
Comunque io credo che il tuo discorso si applichi un po’ a tutto il web sociale. Da un lato hai la sua applicazione relazionale pura (senza “secondi fini”), dall’altro proprio sfruttando la componente di relazione viene utilizzato per scopi promozionali, autopromozionali, pubblicitari. ciao!
Guarda, io ho appena aperto un account, ma ho già capito che non l’userò. Mi sembra proprio come hai detto tu…
Il blog mi basta.
Ciao!
Ciao! Interessante discussione. Io ho cominciato con blog, usando successivamente Tiscali, La Stampa ed infine blogger. Ognuno si prestava ad un taglio diverso e ad un uso diverso. Poi ho scoperto il social (Facebook) e lui ha divorato tutto il resto, rendendomi alla fine nevrotico. Ora uso principalmente tumblr, http://francescato.tumblr.com, ma evito accuratamente di cercare following e follower. In sostanza uso i due strumenti per testare la mia capacità di scrivere sul web in maniere diverse. Following, follower, contatti, commenti sono le nuove nevrosi del duemila, secondo me.