Dov’è finita LaFra? Su Flickr

Qualcuno mi ha "rimproverato" perchè ultimamente sto scrivendo poco, effettivamente è trascorsa oltre una settimana dal mio ultimo post.

In compenso sto popolando il mio account su Flickr di centinaia di fotografie a dimostrazione del fatto che sono stata un pochino presa in questo ultimo periodo:

AddioNubilatoChicca313
  • Palio San Giorgio della Valera di Varedo che non ha niente a che a vedere con il Palio di Siena: niente cavalli, piuttosto tante leonesse 😉
FotoMaggio 550
  • Il mio compleanno. Lo abbiamo festeggiato in mille modi diversi, dalla cenetta per due cucinata dal mio  uragano al Brunch domenicale con gli amici (guardate che meraviglia i miei pseudonipoti!).
BrunchCompleanno2008_024
GGD3035
  • Addio al Nubilato a Milano Marittima (sì lo so, tutte che si sposano…). Ho lasciato le foto visibili solo a Friends e Family, quindi se volete vederle dovete aggiungermi come Friend su Flickr e io farò lo stesso (mi confermate che non è possibile far vedere le foto solo ai tuoi Contacts??)!
AddioNubilatoTati 734

Gli impegni non finiscono qui:

  • Dal 15 al 22 Giugno sarò a Cannes in occasione dei Cannes Lions 2008 (in veste di Giovane Leonessa ;-))
  • Il 27 giugno si sposerà la protagonista dell’addio al nubilato a Barcellona
  • Il 7 luglio altro matrimonio, questa volta della festeggiata dell’addio al nubilato a Milano Marittima
  • Dal 18 luglio al 21 sarò a Londra per una mega festa di compleanno (la mia adorata cugina compie 21 anni, e lì sono più celebrati dei 18)
  • e così via…

Voglio sdoppiarmiiiiiiiiiiiii.

Oppure più semplicemente vorrei un portatilino leggero leggero da borsetta per scrivere anche quando sono in movimento 😉

Quindi in conclusione è intuitivo che se ci saranno comunque pochi post, non mancheranno tantissime altre foto!

Dagli UGC ai VC2: Current arriva in Italia

Ieri sono andata anch’io a Roma per “incontrare” Al Gore all’evento di lancio della sua Current TV in Italia. Dico anch’io perchè sono stati davvero tantissimi i blogger che si sono presentati fuori dal Teatro Ambra Jovinelli dalle 13:30 in poi per accreditarsi.

Visione di un "pod" italiano
 
E tantissimi sono i post / foto / video già pubblicati in rete da parte di coloro che hanno partecipato. Mi servirò di estratti di qualcuno per raccontare il mio "punto di vista" sull’evento (così nel frattempo vi segnalo qualche risorsa interessante per approfondire l’argomento con altri punti di vista).
 
Perchè tanto buzz?
 
Forse è meglio fare una piccola premessa partendo dal principio: Cos’è Current?
Sintetizzo il trafiletto "su Current" presente nel comunicato stampa: Current è il primo canale che integra pienamente televisione e internet in una piattaforma attiva 24 ore su 24 […] unendo il giornalismo alla partecipazione dello spettatore; si rivolge ai giovani adulti ed è attualmente visibile negli Stati Uniti e in Inghilterra in oltre 51 milioni di case […]
 
…integra pienamente televisione e internet… Current è un canale televisivo con un suo palinsesto e un sito internet.
unendo il giornalismo alla partecipazione dello spettatore… il 30% circa del palinsesto sarà costituito da filmati creati dagli utenti e caricati nel sito di Current. In più i filmati trasmessi in televisione, che Current chiama POD,  saranno decisi sulla base delle votazioni espresse dagli utenti sempre sul sito internet.
si rivolge ai giovani adulti… è un target di persone dai 18 ai 34 anni definito in questo modo per esaltarne la maturità che spesso non viene riconosciuta, soprattutto nella fascia più giovane.
e con l’aggiunta del canale 130 di Sky Italia…  Current ha stretto un accordo con Sky che trasmetterà il palinsesto in un canale dedicato.

Credo che a questo punto la risposta alla domanda l’avrete già trovata da soli: non siamo di fronte ad una nuova web tv o ad un clone di YouTube, ma ad un nuovo modo di fare televisione che cerca di coniugare l’autenticità degli user-generated contents, con la qualità e la continuità di una produzione televisiva.

Proprio per questo motivo non si è mai parlato di UGC bensì di VC2 (il 2 in realtà è alla seconda) ossia di Viewer-Created Contents, ossia i video creati dagli spettatori creati in modo da mostrare il proprio singolare punto di vista.

[stefano vitta]

come mi ha sottolineato Tommaso, il primo obiettivo di Current non sarà solo quello di offrire spazio e tools, ma di permettere agli utenti di usare tali strumenti con perizia. Ne è un esempio l’area training (link quella in inglese visto che quella italiana è “in arrivo”) dove trovare veri e propri manuali per creare al meglio i propri video e risorse come librerie musicali libere da vincoli di copyright

A questo proposito aggiungo che nella cartella stampa consegnata ai blogger era presente anche un documento intitolato "Sviluppo e Realizzazione dei Pod – le cose da sapere prima di cimentarsi".

[orazio tassone]

Saranno evitati i soliti gattini e video amatoriali di bassa qualità (almeno questa è la promessa)

Al Gore ha sottolineato come in molti riconoscano la presenza in Current di contenuti video di qualità. La qualità è quindi sempre di più un requisito indispensabile per far emergere un contenuto autoprodotto e lo user-generated content in quanto tale non è più così appealing come un tempo, ma su questo tornerò magari più avanti.
 
Perchè Al Gore?
 
Current TV per chi non lo sapesse è un’emittente televisiva indipendente guidata dall’ex vice presidente USA Al Gore e dall’imprenditore Joel Hyatt. La TV andò in onda per la prima volta a mezzanotte del 1 agosto 2005. Una seconda rete, attiva nel Regno Unito e in Irlanda è operativa da marzo 2007 tramite la piattaforma Virgin Media (tratto da Wikipedia, che è stato già aggiornato con la novità del lancio in Italia).

Al Gore crede fermamente che Current sia una manifestazione di democrazia, valore in cui crede molto e che ha ripetuto più volte nella giornata di ieri.

[isayblog]

Parla di libertà, Al Gore, di democrazia, pluralismo, di nuova chance. Queste le parole che ritornano, quasi come un’ossessione. Un’ossessione cui tutti i presenti in sala sembrerebbero volerci credere.

[ecoblog]

Current è stata fatta per dare respiro alla democrazia. Se sempre più persone si informano, diventeranno una maggioranza, e i governi dovranno poi tenerne conto

 

 

Perchè l’Italia?

Al Gore sostiene che l’Italia sia un paese con una grande tradizione creativa, soprattutto nel campo cinematografico, e che ci sono talenti inespressi.

 

Perchè Sky?

Ce lo spiega Al:

[tvblog]

Ringrazio Sky per l’apertura che ha dimostrato nei nostri confronti. Nelle trattative che abbiamo avuto con Sky per Current non c’è mai stato nessun tentativo di controllarci. E io non ho nessun filo che lega i miei movimenti. Manderemo in onda tutto quello che riterremo giusto, non subiremo condizionamenti da governi o corporation. Nessuno ci impedirà di mandare in onda qualche cosa che abbiamo deciso di trasmettere. E poi è meglio fare bancarotta e chiudere piuttosto che piegare la schiena

Personalmente ho trovato questa uscita sulla bancarotta un po’ eccessiva, però bisogna riconoscere che Al è pur sempre un politico (anche se "ex") americano.

 

Perchè i Blogger?

Le organizzatirici dell’evento forse se lo stanno ancora chiedendo, non siamo affatto un pubblico facile, ma l’idea era ovviamente quello di colpire quel target di utenti che da un parte possono partecipare attivamente attraverso la produzione dei contenuti dall’altra possono segnalare Current ad altri utenti e invogliarli a vederla e a votare i POD sul sito internet.

Come ha spiegato Al Gore l’obiettivo di Current è quello di migliorare continuamente la qualità dei propri contenuti e l’aumento della qualità è proporzionale all’aumento dell’utenza/audience.
Per non parlare ovviamente della visibilità mediatica che la blogosfera è stata in grado di generare attorno all’evento, prima, dopo e durante!
 
Perchè i Giovani Adulti?
Come vi dicevo prima il target a cui si rivolge Current è quello dei Giovani Adulti 18-34 anni. Molto sensata la domanda di Kay Rush in merito alla fascia di età stabilita: "E noi?".
Oggi Kay ha ripreso l’argomento sul suo blog:

L’aspetto che mi ha lasciato più perplesso è stato quello del limite d’età a chi può inserire materiali […] Voglio dire, una TV libera però indirizzata solo alle persone tra 18-34? Prima di tutto, non mi piacciono i limiti in internet, poi, quella fascia d’età significa una cosa negli Stati Uniti ed un’altra qui in Italia. Negli States, una persona esce di casa a 18 anni ed è già un adulto in tutti sensi. Lo sappiamo che in Italia non è così, voglio dire, 18-34 in America è come 30-44 qui. Comunque, ripeto, sono contraria a questi limiti inutili. Lui ha risposto che non era un vero limite, che era solo per creare qualcosa per i giovani, bla bla bla però alla fine, è così: una televisione in internet creata e gestita da gente over 34 (anche Tommaso Tessarolo, che è il direttore di Current TV Italia ne ha 35) per ragazzi tra i 18 – 34. Mah

Sono d’accordo con lei.

 

Perchè Robin Good è rimasto fuori ad aspettare?

Non era d’accordo con la modalità scelta per porre le domande ad Al Gore. Le domande sono state poste nei giorni precedenti sul sito di Current. Le 15 più votate sono state quelle poste ieri, quindi viene reso merito al fatto che le domande venivano poste dagli utenti e scelte dagli utenti ma non che non ci fosse la possibilità di fare domande davvero "live", senza che Al Gore avesse la possibilità di conoscerle prima dell’evento e di prepararsi le risposte. Forse la protesta di Robin Good è servita perchè esaurite le 15 domande è stato possibile farne altre.

 

Perchè Kay ha parlato degli stivali di Al?

Ve lo lascio immaginare 🙂
 
 
 
Si va beh, bella cronaca, ma tu cosa ne pensi?
Me lo ha chiesto anche Erasmo Catavolo di roma-citta.it fuori dal teatro. Vi mostro il video (mi scuso se ad un certo punto si vede visibilmente che sto masticando una cicca… )
 
 

Sono sempre più convinta che io non sia fatta per la videocamera. Molto meglio le mie adorate foto faccioni:

con giovy e stefano (autore e coautore del live blogging)

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con i googlisti

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con mr prestigio

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con nicola

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con vincenzo

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con Lele

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 Tutte le altre foto fatte le trovate su Flickr.

Vi lascio con questa foto delle mani di GIovy sulla tastiera del suo Asus EEE PC (lo voglio) durante il liveblogging.

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500 Pop.Up Store: “fighetto”, innovativo, coerente. Almeno sulla carta.

Vi avevo già anticipato che Fiat in occasione del Salone del Mobile avrebbe inaugurato un suo "temporary store" che ufficialmente si chiama 500 POP.UP STORE.

500 Pop.Up Store sul sito ufficiale

Oggi ho dato un’occhiata in rete e ho visto che questa iniziativa comincia a raccimolare un po’ di visibilità. Alcuni dettagli che ritengo personalmente interessanti:

  • Il Pop.up Store è in Corso Como, direi la zona più "fighetta" di Milano.
  • Fiat 500 regala "la possibilità di navigare liberamente nella zona di Corso Como con il tuo portatile o mobile device" utilizzando il collegamento wi-fi messo a disposizione; per usufruirne bisogna recarsi nel pop.up store e lasciare i propri dati. Una scelta strategicamente rilevante per il posizionamento del brand: che tu sia un potenziale usufruitore del collegamento wi-fi o che tu non lo sia, questa iniziativa comunica attenzione verso il proprio pubblico, l’essere up-to-date (soprattutto per un brand come Fiat 500 che ha un forte portato vintage), mobilità.
  • Sarà aperto fino al 31 luglio, quindi sempre "temporary" ma decisamente non a breve termine se confrontato con altre iniziative simili (vedi Alixir e Nivea).
  • Il pop.up store ospiterà la mostra "500 Work Pop" realizzata in collaborazione con Guzzini, brand di design italiano, giovane e accessibile, insomma un partner decisamente coerente. Oggi l’inaugurazione.

Insomma, sulla carta i presupposti mi sembrano buoni. Come diceva Francesco nel mio precedente post sull’argomento "Se fatto bene sarà sicuramente un successo". Staremo a vedere 🙂

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In arrivo il temporary shop di Fiat 500

Libro Internet PRIeri sono andata alla presentazione di Internet PR invitata dal suo autore Marco Massarotto. Oltre a Marco erano presenti Antonio Sofi, Giovanni Boccia Artieri, autore della prefazione del libro, e Manuela Crippa, conosciuta in rete soprattutto come blogger del corporate blog Quellichebravo in quanto allora product manager di Fiat Bravo e ora product manager del fiore all’occhiello di casa Fiat: Fiat 500.

Ed è stato proprio chiaccherando insieme a Manuela che ho trascorso parte della serata, parlando ovviamente dell’importanza crescente delle Internet PR e di come questo argomento sia ancora difficile da trattare in molte aziende. Mi fa sempre piacere conoscere persone entusiaste del proprio lavoro e che hanno voglia di condividere questo entusiasmo con gli altri, lo trovo un atteggiamento contagioso. Questo post ne è la dimostrazione: dovrei essere sul divano in totale relax con uragano e invece l’ho lasciato lì da solo con gli occhioni di chi vuole lamentarsi ma non lo fa perchè sa che la voglia che ho di scrivere è sempre tanta e il tempo è sempre poco (ma giuro che appena finito spengo tutto e ritorno da lui!).

Visto che sono una milanese acquisita Manuela mi ha invitato a scoprire all’interno del sito fiatgroupautomobilespress.com tutte le iniziative che Fiat sta organizzando in occasione del Salone del Mobile tra cui ovviamente ha colpito subito la mia attenzione il "Temporary Store" visto l’interesse che ho già avuto e dimostrato nei confronti di questo argomento:

[…] Fiat 500 sarà protagonista dell’evento milanese con numerose iniziative, alcune di queste in programma presso il Fiat 500 Pop Up Store in Via De Tocqueville 11. Il nuovo spazio sarà inaugurato con una grande festa il 18 aprile alle ore 18.30 in occasione del quale sarà ospitata la mostra “500 Work Pop” realizzata in collaborazione con Guzzini.

Il “Temporary-Store” resterà aperto fino al 31 luglio e sarà un luogo attento al design dove conoscere l’Universo Fiat 500, in cui protagonista non sarà solo l’auto ma anche il visitatore che si muoverà in un luogo “vivo”, che comunica emozioni. Uno “spazio libero” in cui si potrà navigare in Wi-Fi, vivere iniziative editoriali o addirittura assistere a trasmissioni radiofoniche o televisive che utilizzeranno l’area come studio.

Il Fiat 500 Pop Up Store sarà, inoltre, un luogo in cui le persone potranno “sperimentare” un’emozione vivendo un’originale esperienza d’acquisto che riguarderà la Fiat 500 e molti altri oggetti esposti. Sarà luogo di merchandising e licensing, teatro di iniziative, esposizioni e mostre esclusive.

Quindi dopo i recentissimi temporary lounge di Barilla Alixir, il "temporary political store" di Berlusconi, arriva Fiat 500 Pop Up Store.

Personalmente seguirò questa iniziativa con molto interesse. Posso chiedervi cosa ne pensate? Cosa vi aspettereste da Fiat? E cosa non vi aspettate ma vi piacerebbe tanto trovare all’interno dello store?

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Giovane Leonessa e Milanese in trasferta londinese

Questi ultimi due giorni sono stati molto intensi per la sottoscritta, davvero ricchi di emozioni.

Lunedì sera ho partecipato alla serata di premiazione dei Giovani Leoni 2008, il premio promosso da Sipra e Art Directors’ Club per incentivare la creatività degli ‘under 28’ nelle agenzie italiane, in quanto in finale nella neo-categoria media planner… e incredibilmente ho vinto… pur non essendo una media planner eheh. A parte gli scherzi, è vero che non sono in senso stretto una media planner però come digital strategist sono comunque coinvolta nel processo di media planning; forse è stata proprio la mia diciamo expertise "digital" ad aver portato la giuria a preferirmi, e credo che questo blog abbia avuto un ruolo centrale nella loro decisione… quindi grazie anche a tutti quelli che mi leggono, in cambio vi prometto un reportage completo del mio viaggio a Cannes!

Quando hanno detto il mio nome non ci potevo credere, ero ovviamente rossa paonazza dall’emozione ma sono riuscita a non cadere (già mi immaginavo una bella caduta roccambolesca) e fortunatamente non ho dovuto dire niente.

Peccato che dopo aver ritirato il premio…

dopo aver mostrato orgogliosa il mio attestato di vincitrice ai "fotografi"…

ho scoperto che era DI UN ALTRO!

Stefano Migliore è l’altro vincitore della categoria media planner a cui faccio ovviamente i miei complimenti 🙂

Martedì invece ho trascorso l’intera giornata in quel di London per una riunione di lavoro. Visto che la riunione durava un’ora e io avevo praticamente tutta la giornata ho fatto un bel giretto in centro. Non potendo spendere troppi soldi in shopping ho deciso di andare in Bond Street… lì sicuramente non avrei comprato niente eheh.

Ecco alcune foto della mia trasferta londinese:

direttamente da Bond Street (dedicato ad alcune ragazze di mia stretta conoscenza…)

Il D&G Espresso Bar (dedicato alla Vale 😉 )

I fascinators di cui vi ho parlato nel post sui matrimoni inglesi.

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Girl Geek Dinner: lafra.it un blog un po’ tecnologico?

Settimana scorsa Livia ha pubblicato il video realizzato in occasione della Girl Geek Dinner a cui ho partecipato venerdì 29 febbraio in cui intervista alcune delle ragazze presenti tra cui la sottoscritta.

Credo che sia decisamente la mia più lunga apparizione in video e questo perchè personalmente non mi ritengo in alcun modo videogenica e ho la tendenza ad arrossire visibilmente e a balbettare :-). In questo caso penso che il vino abbia fatto la sua parte e quindi eccomi nel video, sorriso a 50 denti, biascicante e tono di voce a mio avviso anche un po’ antipatico (il rossore non si nota fortunatamente).

Soggettività estetica a parte, voglio scrivere questo post soprattutto perchè mi sono resa conto di aver detto una castroneria pazzesca, complice la fretta, un po’ di imbarazzo e la povertà lessicale:

"scrivo un blog un po’ tecnologico"

Ma che vuol dire un po’ tecnologico?? Direi proprio un bel niente 🙂

Da un po’ vorrei concedere a questo blog personale un tocco di chiamiamola personalità ma prima di farlo vorrei togliermi una piccola curiosità: secondo voi che tipo di blog è questo? Cioè se qualcuno vi dovesse chiedere: "di cosa parla lafra nel suo blog (e come ne parla)?", voi cosa rispondereste?

Grazie a chi vorrà partecipare a questo piccolo sondaggio eheh.

 

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Temporary Shop di Alixir: essere trendy (forse) non basta

Da qualche tempo sto seguendo, con interesse più "markettaro" che salutistico lo ammetto, il caso Alixir, soprattutto dopo l’inaugurazione del temporary shop a Milano, in zona brera.

L’interesse nei suoi confronti è scontato: il lancio di Alixir è ancora oggi seguito da numerosi commenti, alcuni dai toni entusiastici altri decisamente più scettici, da parte sia di chi è sostanzialmente interessato alle innovative forme di comunicazione che Barilla sta adottando per presentare la sua nuova linea di prodotti, sia di chi è attratto dalle loro proprietà nutritive.

A questo proposito vi segnalo sia il post di ninjamarketing, punto di riferimento per le forme di comunicazione non convenzionale e quindi inevitabile presenza del Temporary shop

l’Alixir Food Lounge, con il suo nero caratteristico predominante, è un’oasi emozionale – e cool! – in cui vivere un’esperienza alimentare innovativa ed esclusiva: la Next Food Experience. Nel temporary store si è catapultati in un’altra dimensione all’interno della quale scienza e informazione si mescolano per raggiungere l’obiettivo di vivere meglio. […]

L’acquolina è d’obbligo ma si sta a cuor leggero e con lo stomaco pieno! Stranamente, infatti, non si è assaliti dai sensi di colpa… Insomma, abbiamo gradito!

sia il post di Piero di ovosodo che si sofferma più sulle qualità e le caratteristiche intrinseche del prodotto che sulla comunicazione

Un prodotto ha attirato la mia attenzione, luccicava sull’apposito espositore piazzato in mezzo dove ci devi per forza sbattere contro. Mi avvicino, Alixir è un pane. Bene, roba per me, voglio approfondire.[…]

Sembra tutto normale, salvo i “principi attivi”: Alixir Cor(TM) , un ingrediente brevettato. Un brevetto. Nel pane! Bah, saranno i tempi moderni, forse dovrò adattarmi, ma mi sa che è meglio che resto come sono.[…]

Ricapitoliamo: ho scoperto un pane che costa come il pandoro del pasticciere, che non te lo fanno vedere prima di comperarlo, che oltre ad un ingrediente brevettato contiene margarina e aromi artificiali, in cui il 50% di quello che paghi è vaselin* oops scusate, "concetto e marketing". Saranno i tempi moderni… io credevo che il pane fosse un’altra cosa. L’esito dell’assaggio? Beh, il mio istinto di… consumatore consapevole mi ha suggerito di non comperarlo 🙂 E bravo Williams Murray Hamm

All’uscita ho dato un Euro al vuccumprà. Lui non sa perchè, ma io sì: mi fa ugualmente bene al cuore 😉 mi costa meno, e non sono costretto a farlo due volte al giorno per 21 giorni di fila.

Ottimi post entrambi, ma mi lasciano con una domanda: il Temporary Food Lounge è in grado di abbattere lo scetticismo e l’ostilità che naturalmente si generano nei confronti dei prodotti Alixir? I presupposti per riuscirci ci sono tutti: approccio comunicazionale esclusivista, opportunità di provare il prodotto, possibilità di dialogo diretto con il consumatore.

Personalmente non sono ancora riuscita ad andarci e credo che prima del 29 febbraio, data in cui il temporary shop verrà chiuso, non andrò comunque, e forse non è comunque una gran perdita, non sono decisamente in target.

Anyway, fortunatamente è arrivato il post di Communication Idol (che scrive poco ma quando lo fa a mio avviso lascia sempre il segno) ad esaudire il mio desiderio di saperne di più.

Ecco un lungo estratto della sua lunghissima recensione sulla sua personale esperienza nel temporary shop Alixir.

[…] l’obiettivo principale di un temporary shop è proprio questo: “influenzare gli influenzatori” […] .
A differenza dello shop Nivea
[vi segnalo l’articolo di Brand Forum se volete approfondire], il temporary Alixir si presenta come un’esperienza di marca più che di prodotto […] un’esperienza quasi mistica: all’ingresso la profondità di un corridoio scuro di tanto in tanto spezzato dai verbatim dei consumatori che parlano del loro rapporto con il benessere e la salute ha l’obiettivo di avvicinare al tema il visitatore (il benessere e la salute) senza svelarlo troppo […]

Lo spazio che ci accoglie parla di scienza e tecnologia: superfici lineari, quasi asettiche, computer, luci morbide e diffuse. L’obiettivo sembra quello di ribadire l’efficacia dei prodotti attraverso suggestioni che rimandano al mondo della scienza. E’ però una ”scienza pettinata”, un ordine più simile a quello di un lounge bar newyorkese che a una clinica privata.

La giovane sacerdotessa/promoter dalla pelle d’ebano mi accoglie e mostra i segreti della brand. […]

“Preferisce partire con il questionario QX. Oppure con quello che valuta il suo personale livello di benessere?”. Di fronte al mio interesse per il primo, la promoter mi spiega: “Si tratta di un progetto in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Regina Elena di Roma per indagare gli effetti di una sana nutrizione sul benessere psicofisico”.

L’intuizione è chiara: una marca che promette benessere individuale deve farsi anche portatrice di valori salutistici collettivi.

Non solo: non si può promettere salute se non si è sufficientemente credibili; così l’autorevole accostamento al Regina Elena vuole fertilizzare la marca di un’etica della salute e i prodotti di una credibilità nella promessa di efficacia.

La mia risposta non si fa attendere:”Ovviamente parto con il questionario QX…“

Un computer touch-screen dal software user-friendly pone 27 domande a risposta chiusa. A seguire un altro questionario valuta il mio livello di benessere in termini di cuore, sistema immunitario, intestino, invecchiamento cellulare.

Le domande in questo caso però appaiono troppo ingenue per un target “wellness-holic”: come possono 8 domande dare delle indicazioni su 4 argomenti così importanti?

Dopo il questionario il computer “dice di avere” dati sufficienti per un menù personalizzato: lo chef Barilla al centro di un tavolo circolare prepara per me un mini-menu specifico per le mie esigenze nutrizionali.

L’esperienza rimanda a quella dei corner Clinique, dove da sempre il famoso computer valuta le caratteristiche della pelle e suggerisce la giusta combinazione di prodotti cosmetici.

Ma la similitudine finisce lì dove inizia l’esclusività dell’esperienza vissuta: dalla presenza dello chef alla disposizione del cibo, dai contrasti cromatici tavolo-piatto-cibo alla morbidezza della musica lounge tutto contribuisce alla creazione di una esperienza unica ed esclusiva, ben lontana da un posizionamento mass e più in linea con la mass-exclusivity.

Il giusto spazio per ogni commensale e la rotondità del tavolo garantisce un ottimo compromesso fra privacy individuale e condivisione dell’esperienza culinaria. Il messaggio lanciato è chiaro: il cibo per Alixir è sì esperienza da vivere da soli, da assaporare con consapevolezza ma è anche esperienza sociale e socializzante, è vita in sé. L’idea del cuoco al centro del tavolo con i commensali intorno aiuta a rafforzare l’idea di unicità e attenzione al cliente, molto in linea con un target esigente e alto spendente come quello Alixir.

…] le mie curiosità si sono accese e i dubbi moltiplicati. Provo a soddisfarle chiedendo al cuoco che risponde chiamando a sua volta una giovane ragazza. In linea con l’obiettivo mi aspetterei un’esperto/a, forse qualcuno in camice come avviene nel flagship store Kiehl’s, dove commessi/farmacisti dispensano preziosi consigli con autorevolezza e esperienza. Invece è una ragazza cortese a darmi risposte, più simile ad una venditrice che ad un’esperta.[…]

Forse l’accostamento del nutrizionista al cuoco sarebbe stato vincente e avrebbe maggiormente soddisfatto le esigenze di un target wellness-conscious e proprio per questo opinion leader.

La capacità di creare opinione va infatti sollecitata sfiorando le giuste corde: corde razionali e/o emozionali. L’esperienza della mia visita ha sicuramente toccato la mia emotività, è riuscita a suggestionarmi, mi ha fatto vivere per un po’ in un’esperienza mistica, piacevole, raffinata dove il vero protagonista era in fondo il concetto di eternità. Ma le suggestioni tecnologiche e la collaborazione con il Regina Elena sono state sufficienti a parlare a quella parte di me che vuole conoscere e s’informa? che va sui blog? che spulcia il web alla ricerca della più provata reason to believe?.

Dopo aver letto i tre post mi viene da pensare che utilizzare forme di comunicazione innovative serve per destare l’attenzione ma non è sufficiente per raggiungere il vero obiettivo. Alla base di ogni iniziativa di comunicazione deve esserci sempre un attento studio e una profonda conoscenza sia del proprio target di riferimento che del prodotto (sono d’accordo ad esempio con il fatto che la presenza di un esperto alimentare in grado di argomentare le proprietà del prodotto anche con i consumatori più attenti ed esigenti fosse necessario).

Voi cosa ne pensate? Cosa dovrebbe fare Alixir per catturare davvero questo target e trasformarlo in consumatore?

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Social Media Lab + Minibar: cosa mi sono portata a casa

Sì venerdì c’ero anch’io e ho fatto la doppietta Social Media Lab e Minibar.

Per quanto riguarda il Minibar ho le prove della mia presenza:

 

Per quanto riguarda il Social Media Lab la prova tangibile della mia presenza è che so cos’è il CPM Binario 🙂

Quando Mafe ha aperto la giornata con il suo intervento chiedendo "chi sa cos’è il CPM?" "chi sa cos’è il codice Binario?" "chi si è chiesto il perchè di questo titolo?" io ho alzato la mano ma la verità è che non mi ero davvero posta questa domanda, forse sono andata sulla fiducia :-), e ho iniziato ad ascoltare con curiosità.

CPM è un’unità di misura utilizzata in advertising ed è l’acronimo di Cost per mille (o Cost per Thousand) visualizzazioni degli annunci (non è utilizzata solo online – inteso come display advertising ovviamente – , ma in radio, TV e altre forme di pubblicità) mentre il Il sistema numerico binario è un sistema numerico posizionale in base 2, cioè che utilizza 2 simboli, tipicamente 0 e 1, invece dei 10 del sistema numerico decimale tradizionale, […] è usato in informatica per la rappresentazione interna dei numeri, grazie alla semplicità di realizzare fisicamente un elemento con due stati anziché un numero superiore.

Mafe ha accostato un elemento tipico dell’advertising tradizionale con un altro appartenente all’Informatica in generale e quindi possiamo dire anche ad Internet. Perchè?

Per spiegare con quale parametro le aziende dovrebbero valutare il loro potenziale investimento in iniziative online volte a dialogare con i singoli utenti: usando il CPM Binario, ossia considerare il numero 1000 con il sistema numerico binario e rapportarlo all’equivalente nel sistema numerico decimale, ossia 8 (per saperne di più su questa conversione potete leggere la Breve guida sul calcolo dei numeri binari con le operazioni matematiche).

Quindi quando attivo una comunicazione mirata e personalizzata su 8 utenti internet devo considerare che questo dato potrebbe essere equiparato ad un target di 1000 spettatori di una campagna ad esempio televisiva e questo perchè se nel primo caso io arrivo a conoscere queste 8 individui a coinvolgerli davvero a farli vivere seriamente un’esperienza con il mio brand nel secondo la comunicazione è "sparata" ai mille con la speranza di averli colpiti e influenzati. Nel primo caso invece possiamo stare (quasi) certi che questi non terranno tutto per sè ma lo condivideranno, diventeranno non solo dei brand lovers ma dei veri e propri ambassadors, arrivando potenzialmente a raggiungere positivamente fino a 1000 utenti. Ovviamente questo processo di viralizzazione è più tangibile e soprattutto misurabile se avviene online, difficilmente possiamo sapere quanto la diffusione dello stesso è capillare offline.

Questo assunto così forte, e ovviamente provocatorio, è stata una premessa ideale alla presentazione delle start-up che è seguita all’intervento di Mafe, per le quali il passaparola è un requisito fondamentale per lo sviluppo e la crescita.

Tornando al CPM Binario, Mafe ha evidenziato un altro aspetto ostico per la comunicazione online ed è la misurazione: quello che in realtà è un punto di forza del web, ossia la possibilità di avere dati certi sul comportamento degli utenti, viene vissuto da molti con frustrazione soprattutto da parte di coloro che sono abituati a lavorare per stime (con le quali è più facile trovare delle adeguate giustificazioni ai propri risultati).

Purtroppo, anche se io personalmente direi per fortuna, l’evidenza e la brutalità dei numeri è un aspetto del web che bisogna in qualche modo accettare e soprattutto imparare a conoscere riparametrando le proprie unità di misura relative all’efficacia dei progetti di comunicazione.

Per quanto riguarda il resto della giornata vi invito a leggere altri post scritti sull’argomento:

Social Media Lab (second edition) e Minibar Italy di Francesco Federico che ho avuto il piacere di conoscere di persona

MiniBar – The Day After di Adriano Gasparri con il quale ho un conto in sospeso 😉

SocialMediaLab: resoconto di una giornata di Dr_who

Social Media Lab 2 @ IULM e MiniBar @ Triennale di Frenz (feelByte)

e ovviamente il blog ufficiale del Social Media Lab dove è possibile trovare tutte le presentazioni delle start-up presenti al Minibar.

Per quanto mi riguarda ho già parlato sia di Zooppa che di Zzub (ai tempi Bzzers), due delle iniziative presentate durante la giornata, su One Web 2.0 quindi per il momento vi rimando lì :-).

Mi riprometto di saperne di più su BootB, per il momento ho la loro maglietta appesa nella bacheca del mio ufficio come promemoria!

 

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I miei eventi di Febbraio: dove potete trovarmi…

calendar february

February by CougPDX

Chi ha un account su Upcoming, il calendario 2.0 di Yahoo dove poter condividere la propria partecipazione ad eventi e manifestazioni con gli altri, forse lo sa già; per chi invece non lo sa vi informo che parteciperò a queste tre iniziative nei prossimi giorni:

  • 15 febbraio 2008 (2:30 PM – 5:00 PM) Social Media Lab 2.

    Torna il Social Media Lab a Milano con un secondo incontro dedicato alle sinergie tra web 2.0, marketing e reti informali di comunicazione […].

  • 15 febbraio 2008 (6:30 PM – 8:30 PM) Minibar Italy

    […] Un’occasione per incontrarsi, scoprire nuove idee e discutere di blog, social networking, P2P, mondi virtuali, Creative Commons, Net Tv, applicazioni web… frizzi e lazzi del Web 2.0…

  • 29 febbraio 2008 Girl Geek Dinner ,

    Le Girl Geek Dinners sono delle opportunità speciali per incontrare e socializzare con donne interessanti durante una cena. Vengono organizzate in tutto il mondo e sono eventi unici e assolutamente divertenti .[…]

    a differenza dell’anno scorso, quando mi ero limitata a parlarne, quest’anno non mancherò, mi sono già iscritta 🙂

Chi c’è?