Appunti londinesi tra family, friends and brands

Quest’ultimo weekend l’ho trascorso nella mia adorata Londra, diciamo un altro long weekend londinese se consideriamo che sono tornata martedì.

Se prima anche un classico fine settimana da venerdì sera a domenica sera mi bastava ora, dopo averci vissuto quattro mesi, ho affetti che vanno al di là di quelli familiari e sono “costretta” a pianificare weekend più lunghi.

Il motivo principale del mio viaggetto era lo “spupazzamento” (dal verbo "spupazzare" 😉 ) del mio nuovo nipote (figlio di mio cugino per la verità, ma essenzialmente un nipote).

Eccomi praticamente appena sveglia (ossia senza trucco) con l’adorabile pupo addormentato tra le mie braccia.

Cuore di zia (seppiato)

Motivi secondari, ma non per questo meno importanti, il voler vedere alcuni colleghi, alcuni amichetti italiani

Due Fra Ca[etc] a Londra

e lo shopping (ribattezzato SHOePPING visto che mi sono portata a casa quattro paia di scarpe).

SHOePPING londinese

Nel set dedicato al weekend su Flickr ho inoltre aggiunto scatti in apparenza senza senso, in realtà si tratta di “appunti fotografici” in quanto mi servono per ricordarmi di cercare informazioni sugli oggetti fotografati.

  1. I gusti "Crispy Duck & Hoisin" e "Fish & Chips" delle patatine Walkers

Walkers VOTE FOR ME

Gli inglesi sono grandi consumatori di patatine in busta e quando da noi esistevano come varianti di gusto solo “paprika” con le Più Gusto e “formaggio” con le Dixi, gli inglesi potevano già scegliere tra “Cheese & Onion”, “Salt & Vinegar”, "BBQ" (barbecue), "Prawn Cocktail", etc.

Uno dei brand di patatine più conosciuti è Walkers il quale ha deciso di coinvolgere direttamente i consumatori nella invenzione e nella scelta del nuovo gusto da aggiungere alle 13 varianti già presenti.

L’iniziativa "Do us a flavour" (basato sul gioco di parole "Do us a favour" ossia "Facci un favore"), partita l’estate scorsa, è entrata a inizio anno nella seconda fase.

La prima prevedeva l’invio da parte degli utenti di proposte per il nuovo gusto delle patatine e la votazione da parte degli utenti.

La seconda consiste nell’individuazione dei finalisti e la creazione di una short list per la votazione. 

Questi sono i gusti finalisti

Walker Flavours Contest

è possibile votare Online, via mobile (SMS o mobile site), via email o su Facebook.

Ho assaggiato il gusto Chili e Chocolate e non mi è piaciuto (bleah); in aeroporto ho comprato i due gusti che avete visto sopra, vediamo come sono 🙂

Il premio per il vincitore?

Not only does the winner get bragging rights as the taste’s inventor, but they also receive 50,000 pounds in prize money and 1% of future sales in the new product – an unique opportunity to truly feel apart of the Walker brand. [via pskf]

Un case study davvero interessante, cercherò di riprenderlo in futuro e di dettagliarlo raccogliendo un po’ di numeri.

Altri appunti che voglio approfondire sono il Personal Stylist di GAP

GAS Personal Stylist

su cui da una veloce navigazione non ho trovato informazioni in rete, e la macchina mediatica che vive dietro al Red Nose Day di Comic Relief di cui qui vedete il cd dell’edizione di quest’anno con il singolo e il video del cortometraggio.

Comic Relief 2009 CD Single

Anche questo in quanto appunto andrà approfondito 🙂

Il mio pensiero su Codice Internet

Due weekend fa (eh si il tempismo non e’ il mio forte) ho lasciato la gelida (e a volte perfida) albione per tornare in patria, ed in particolare per partecipare all’Internet Tour come ospite.

Marco mi ha invitato per parlare ai “giovani” della mia esperienza da blogger e io ho accettato molto volentieri… c’era solo una cosa che temevo: il palcoscenico! Fatemi ballare, fatemi recitare, fatemi anche cantare (che showgirl) ma l’improvvisazione munita di microfono non e’ il mio forte, mi impegno ma non garantisco risultati ahah. E infatti, di fronte alle domande di Stefano Gallarini, le mie risposte sono state abbastanza tentennanti e dalla costruzione sintattica incerta, ma cercando di essere ottimista mi dico che forse e’ stato un bene avere qualcuno sul palco che non si trovava completamente a suo agio in quella situazione, perlomeno era chiaro che non e’ una cosa che faccio tutti i giorni. Magra consolazione lo so.

Mi rifarò nel pomeriggio con i workshop” mi sono detta. Una location a me più congeniale: il foyer del teatro, con puff colorati, uno schermo, una lavagna con fogli su cui scrivere, e un tema di cui potrei parlare per ore con ogni genere di pubblico “Ascoltare le conversazioni online”. Peccato che i workshop siano saltati perchè al Teatro dell’Arte l’affluenza e’ stata credo più bassa del previsto e inevitabilmente il pubblico si e’ concentrato in Sala.

E quindi, esperienza negativa? Affatto. Personalmente ho trascorso una giornata bellissima, ho rivisto vecchi amici (soprattutto amichette), ho visto in carne e ossa amicizie fino al quel momento “virtuali”, ho conosciuto persone nuove, alcune Very Important. Il mio tag “faccioni” su Flickr si e’ arricchito di foto nuove, alcune mooolto prestigiose (vi lascio scegliere quali):

con Kay Rush

Foto Faccioni: Kay Rush e LaFra

con Domitilla Ferrari (autrice di questi due articoli su Menstyle)

Foto Faccioni: Domitilla Ferrari e LaFra

con David Weinberger

Foto Faccioni: David Weinberger e LaFra

con la dolcissima figlia di Marco Zamperini

codiceinternet 001

Ho fatto anche un “video faccione”, chiamato così non per la modalità di ripresa ma perchè il mio faccione effettivamente riempie tutto lo schermo!

Sì ma Codice Internet? Ho letto tanti post con tanti commenti negativi e devo dire che condivido alcuni dei limiti segnalati come la scarsa visibilità data all’evento sui media tradizionali, speaker adatti per un pubblico di “addetti ai lavori” e non per la massa, l’organizzazione degli incontri in settimana quando la maggior parte delle persone lavora o studia.

Altre critiche invece non le condivido pienamente perchè secondo me per ognuna di esse si può vedere il rovescio della medaglia. Ricorrere a personaggi come Daniele Bossari e la tanto amata / odiata Selvaggia Lucarelli la cui conoscenza del mezzo si sostiene sia alquanto grossolana (a dirla tutta a me l’intervista di Selvaggia e’ piaciuta, chiara e senza fronzoli) e’ deleterio per la diffusione di una cultura digitale di qualità? E io mi chiedo: quanti “non internet users” conoscono David Weinberger e quanti Albertino?

Invitare Weinberger e’ inutile perchè i “non internet users” non hanno la piu’ pallida idea di chi sia e non capirebbero le sue teorie? E io mi chiedo: quante volte si parla del fatto che le scuole dovrebbero rivedere i programmi scolastici per inserire teorie e modelli di riferimento più in linea con il ventunesimo secolo? In sala erano presenti molti studenti e immagino che qualche domanda sul perchè questo simpatico vecchietto creasse agitazione anche nei due presentatori se la saranno fatta. Forse no. Chissà.

E ancora “c’erano sempre i soliti noti”: e dite poco? Credo che coinvolgere i fantomatici “soliti noti” stia diventando un’impresa a dir poco ardua, se consideriamo il numero di eventi e impegni a cui sono invitati a partecipare; dar loro contenuto di cui parlare nei diversi social media lo è ancora di piu’. Io non ci vedo niente di male ad invitare i soliti noti, anzi, penso che la loro presenza sia indispensabile. Codice Internet e’ un progetto di sensibilizzazione e credo che i primi a dover essere sensibilizzati sono proprio i soliti noti, in cui mi ci metto dentro anch’io.

Ho letto in un post, o in un commento ad un post, ora purtroppo non mi ricordo quale e mi scuso in anticipo, che il modo per portare internet nelle case degli italiani e’ andarci di persona (se non sbaglio la proposta era di mandarci Montemagno :-)). Sono d’accordo. Mia madre ha imparato ad “usare” Flickr il weekend scorso perchè eravamo una vicina all’altra davanti al computer. Nel contesto del mio lavoro faccio corsi di formazione per spiegare ai miei “colleghi dell’offline” come usare strumenti come i feed reader e i siti di social bookmarking per migliorare il proprio lavoro e se non possono venire al corso cerco di ritagliarmi un momento per spiegarlo di nuovo. Se non facessi questi corsi in pochi credo che li proverebbero ma non per mancanza di volontà, semplicemente perchè non ne conoscono l’utilità, nessuno prima gliel’aveva spiegata.

Quante persone sono in grado di spiegare cosa sono i feed senza vedere dei grandi punti interrogativi dipinti sulle facce dei relativi interlocutori? Io riscontro sempre difficoltà ma a forza di provarci sto affinando la tecnica, e mal che vada ci sono sempre i video di Commoncraft eheh.

Ok proviamo ad arrivare a delle conclusioni. Codice Internet sta riscontrando i primi problemi e sta manifestando i primi limiti. I problemi si possono risolvere e i limiti possono essere superati se c’è la volontà per farlo. Da quello che ho potuto vedere di volontà ce n’è parecchia. Mi piacerebbe leggere più post volti a rendere questa volontà produttiva piuttosto che a distruggerla (non dura per sempre), e da parte di codice internet la giusta predisposizione ad accettare le critiche (fin dove possibile ovviamente), a tirarne fuori degli insegnamenti per continuare a crescere (perchè ci puo’ essere una crescita, anche se meno repentina di quanto ci si poteva aspettare) e a pensare che il silenzio sarebbe un commento decisamente peggiore.

LaFra alunna per caso: Presente!

Ultimamente mi e’ capitato di leggere su Twitter e su Friendfeed messaggi di lamentela nei confronti delle dinamiche di Facebook, relative sia al numero di richieste di amicizia ricevute ogni giorno (di cui purtroppo mi lamento anch’io), sia alle persone che inviano queste richieste.

Un grande classico in questo senso sono proprio le richieste dei compagni di scuola, dai piu’ recenti come i compagni di universita’ fino a quelli che credevamo sepolti nel dimenticatoio come gli amichetti delle medie e addirittura delle elementari.

A me diverte un sacco ritrovarli, vedere cosa sono diventati, che lavoro fanno, se sono sposati, se hanno dei figli, e soprattutto mi piace quel meccanismo mentale che si scatena ogni qualvolta leggo nella mia casella di posta uno dei nomi di quei registri tanto temuti, ossia lo scatenarsi di un insieme di ricordi legati a quel periodo remoto della propria vita.

Ho aggiunto un compagno che faceva delle facce buffissime e mi distraeva durante le lezioni di matematica, ne ho aggiunto un altro che era un vero teppista ma che comunque mi ritrovavo a difendere sempre perche’ uno dei miei migliori amici; ho aggiunto la mia "amica del cuore" delle elementari e ho scoperto che abbiamo un’amicizia in comune: una mia compagna di universita.

Perche’ vi sto annoiando con questi discorsi? Innanzitutto perchè mi piace cogliere quelle occasioni che mi consentono di dimostrare che Internet da solo non distrugge niente, non sgretola la socialità, piuttosto crea delle opportunità, ovviamente solo per coloro che le desiderano e che hanno voglia di cavalcarle. In secondo luogo, anche se in realtà è il vero motivo per cui sto scrivendo questo post, è proprio per cogliere una di queste opportunità: parlarvi del progetto Obiettivo Scuola di Terre des Hommes in qualità di blogger testimonial.

 

Milioni di bambini vivono e lavorano in strada. Milioni di bambini a cui sono negate l’infanzia e la speranza in un futuro migliore. Ogni bambino ha diritto all’istruzione. Per milioni di bambini la scuola è un sogno, aiutaci a realizzarlo.

Quando si è piccoli la scuola è un incubo, quando si è grandi è un bel ricordo… per noi. Per altri è appunto un sogno e TDH cerca di avverarlo. Come? Proponendoti di rivivere quel ricordo, il ricordo dei banchi di scuola: trova una foto di quando eri uno scolaretto, inseriscila sul tuo blog o su Flickr (ma anche su Facebook, su Messenger, etc), linkala alla pagina dell’iniziativa e taggala così: bloggerpresente.

 

E non finisce qui. Vi piace la mia foto da blogger testimonial?

 

Foto di: Alessandro Romiti:
Via A.Vannucci, 5 20135 Milano
Studio +39 02/58307806 Mobile +39 338/6559837

Beh sappiate che potrete averne una anche voi: presto verrà organizzato un aperitivo-evento dove potrete farvi scattare anche voi una foto sul banco di scuola.

Vi piace proprio QUESTA foto? Beh in quella occasione potrete vederla in versione gigantografia (formato 100 x 70) e potrete addirittura portavela a casa. Il mio ritratto è quello degli altri blogger testimonial saranno infatti in vendita a offerta libera e tutto il ricavato sarà devoluto a TDH.

Se non riuscirete ad aggiudicarvi uno dei ritratti potrete (anzi potete!) dare ugualmente il vostro contributo economico donando online.

E ora allontanatevi dal pc, lasciate questo mondo 2.0 per vivere un po’ di ricordi nella modalità più 1.0 che ci sia: le vecchie fotografie 🙂

Tutta la verita’ su Ubiquifra: la cronostoria

26 agosto: Nicola invita LaFra all’AdvCamp in occasione della Blogfest a Riva del Garda. Lei gli risponde che purtroppo essendo a Londra difficilmente riuscira’ a partecipare.

9 settembre: Tutta la blogosfera attende l’inizio della Blogfest, l’attesa e’ snervante, soprattutto per chi sa che non potra’ andare. LaFra a Londra si strugge e si sfoga con la sua geek friend LaLui in chat.

lafra: ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh / voglio venire anch’io alla blogfest 🙁

lalui: 😀 prendi un volo ryanair / scendi a bergamo e ti veniamo a prendere sabato mattina 😉

LaFra controlla i voli ma non c’e’ niente da fare, il cost di ryanair non e’ affatto low e lei capisce che deve definitivamente rinunciare.

11 settembre: LaFra si sfoga sul suo blog con un post strappalacrime 😉 dal titolo Non vedo l’ora che passi questo weekend! Io ooodio la Blogfest (sigh)

12 settembre: LaFra si sfoga (di nuovo) con LaLui

lafra: […] 500 euro sono troppi quindi niente sigh

lalui: sì troppi per una blog fest

lafra: si vede che era destino / buuuuuuuuu / come sono triste / andro ad ubriacarmi / ahah / e lunedi faro uno spogliarello in mezzo a trafalgar square / mi faccio riprendere / e metto il video su youtube / cosi ci sara qualcos’altro di cui parlare ahah

lalui: hhihhihihi / scema dai / farò un totem con la tua foto / e dirò / c’era pure la fra / una sagoma

lafra: ahah basta tagliare la meta di una delle foto faccioni tanto sono tutte uguali ahah

lalui: dai ora lo faccio 😀

lafra: divertiti cara fai un grosso in bocca al lupo alla nostra sara

lalui: grazie!! sarà fatto

lafra: chiudo / ti lascio con un sonoro SIGH

13 settembre: su Twitter appaiono strani messaggi.

 

La credibilita’ di LaFra viene messa in discussione.

La verita’ era una: LaFra si era trasformata in Ubiquifra’ (o Ubiquafra). Era sia alla Blogfest sotto la pioggia sia a Londra al Thames Festival sotto il sole (…)

15 settembre: LaFra ritratta (come Maxwell Sheffield ne La Tata… va beh questa l’apprezzeranno in pochi credo)

18 settembre: LaLui comunica ufficialmente chi c’e’ dietro a questa Idea della madonna.. LEI ovviamente 🙂

Lo stesso giorno la stampa manifesta interesse nei confronti di ubiquifra con uno straordinario articolo.

23 settembre: LaFra e la sua cartonata meta’ si incontrano grazie all’incontro organizzato da semerssuaq con pestoverde. In quella occasione LaFra sigilla l’autenticita’ del suo cartonato con il sangue (va beh dai in maniera meno drammatica in realta’) per prevenire l’arrivo di eventuali copie contraffatte.

26 settembre: LaFra e LaLui, entrambe in versione carne e ossa, si incontrano alla GGD di Roma.

 

29 settembre: In rete circolano nuove foto di una nuova presunta LaFra cartonata che sarebbe stata presente ad Assisi al primo nanosocial nonostante avesse dovuto declinare l’invito di Simone Brunozzi a parteciparvi.

LaLui manifesta con parole forti il suo disappunto 😉

Cosa succedera’ ad Ubiquifra’ e alle sue amiche?

Secondo voi 🙂 ?

 

AGGIORNAMENTO

29 settembre: Domitilla scrive un articolo su Menstyle: Un’assenza che si fa notare. Ora vi chiedo solo un favore: leggetelo e ditemi cosa ne pensate. Ci tengo davvero. Ne riparlerò sicuramente in futuro. Per il momento non voglio aggiungere altro… se non, Grazie Dò!

Blogfest 2008: (rettifico) Io c’ero!

Contrariamente a quanto comunicato qualche giorno fa, alla Blogfest c’ero pure io!

 

In questo preciso momento sono senza parole e diciamocelo anche un tantino commossa.

Mi viene in mente solo una cosa: guai a chi prova ancora a dirmi che le amicizie non possono nascere e vivere online. So di aver fracassato le cosiddette un po’ a tutti con questa Blogfest ma non mi sarei immaginata che qualcuno avrebbe fatto così tanto per fare in modo che io non mancassi. Dopo non essere riuscita ad usufruire del suo passaggio, Lalui ha pensato di portarmi ugualmente con sè, se non è un gesto d’amicizia questo…

Grazie grazie grazie a lei e a Sara per aver reso questo weekend ugualmente speciale.

Siete state meravigliose…

PS Grazie a tutti quelli che hanno assecondato le ragazze in questa idea pazzerella, devo dire che alcune foto faccioni sono quasi più belle di quelle che faccio io 😉

Ma tu ce l’hai la “Foto Faccioni”?

Grazie alla mia vita da blogger ho avuto la possibilita’ di conoscere persone dotate di uno stra-ordinario talento fotografico, e il stra davanti alla parola ordinario implica che ognuno abbia una qualche particolarita’ che lo fa emergere e lo distingue dalla norma per un motivo o per un altro.

Mi piacerebbe mostrarvi uno scatto di alcune di queste persone:

auro

palmasco

vanz

giovy

lyonora (ha dato a questa foto il titolo "pacman maya" 🙂 )

e la recente scoperta dafne

Ce ne sono tante altre ma preferisco fermarmi qui per adesso.

A questo punto alcuni di voi potranno chiedersi, ma cosa centra il titolo?

Diciamo che ho voluto prenderla alla larga.

Diciamo che io non ho un talento fotografico.

Diciamo che punto sulla quantita’ piuttosto che sulla qualita’ e il mio account di Flickr ne e’ la dimostrazione lampante (quasi 7500 fotografie uploadate in poco piu’ di due anni).

Ma diciamo pure che anch’io ho sviluppato una particolare "dote" fotografica con anni di duro allenamento: LE FOTO FACCIONI, ossia una modalita di autoscatto in cui la sottoscritta viene ritratta insieme ad un altro soggetto (anche piu’ di uno) tenendo la fotocamera.

Perche’ ho sentito la necessita’ di scrivere questo post? Oggi ho notato che prossimamente a Londra ci saranno due eventi ai quali potrei essere interessata a partecipare e vorrei cogliere l’occasione per "farmi" anch’io le notissime Moo Cards. Ma cosa ci metto?

Se fossi brava come i fotografi citati sopra potrei scegliere delle belle foto. Oppure potrei scegliere delle mie foto. Perche’ non allora combinare la "dote" con la sottoscritta? Perche’ non creare le Moo Cards con le Foto Faccioni fatte in questi anni? Non so, ci sto facendo un penserino.

Non e’ detto che io lo faccia ma diciamo che questo post e’ comunque un avviso per coloro che si riconoscono in una di queste foto 😉

La prima partita dell’Arsenal (di questa stagione)

Il mio primo weekend londinese è stato all’insegna del football. Ho visto la prima partita dell’Arsenal insieme a mio cugino che è un gran tifoso (pensate che ha deciso il nome di suo figlio in modo che le sue iniziali fossero AFC ossia Arsenal Football Club) e che ci ha procurato le tessere per entrare gratuitamente.

Devo dire che nonostante io non sia una grande amante del calcio mi sono divertita. Ho diversi bei ricordi, vediamo se riesco ad elencarli:

  • Se ripenso alla partita la prima cosa che mi viene in mente sono i sedili: comodissimi! Una versione piu’ spartana dei dei seggiolini dei vecchi cinema.

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  • Il secondo ricordo in classifica e’ il programma della partita che e’ possibile acquistare fuori dallo stadio e che costa se non ricordo male 3 sterline. Al suo interno oltre alle classiche informazioni calcistiche e’ presente un poster di un giocatore (perfetto per i bambini) e una pagina con le dediche personali (ad esempio un ricordo per tifosi recentemente defunti). Inoltre tra il primo e il secondo tempo viene estratto un numero associato al programma e il vincitore ha la possibilita’ di trascorrere del tempo con la squadra. Mio cugino mi ha spiegato con molto orgoglio che il programma e’ stato giudicato come il migliore tra le societa’ calcistiche inglesi negli ultimi anni.
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  • Terzo ricordo le dediche personali tra il primo e il secondo tempo trasmesse dallo speaker.
  • La quarta posizione va al secondo sponsor della squadra, la compagnia telefonica 02 che sempre durante l’intervallo ha sparato in aria un certo numero di magliette dell’Arsenal. Da quello che ho capito 02 era lo sponsor principale della squadra fino a quando e’ arrivata la Emirates con l’asso piglia tutto. Per la cronaca:

In October 2004, Emirates and Arsenal FC signed, at the time, the biggest club sponsorship in English football history, worth some £100 million (AED 662.2 million) The agreement, valid until 2021, gives the airline naming rights to the club’s £357 million home, Emirates Stadium, which took just two and a half years to complete from start to finish. It seats 60,000 spectators and boasts state-of-the-art cutting-edge facilities such as padded seats for all spectators

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  • Quinta posizione: il replay! Subito dopo un’azione viene mostrato nel maxischermo il replay cosi’ da avere un’idea precisa di quello che e’ successo senza tirare ad indovinare. Sbaglio o in Italia questo "servizio" non esiste?
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  • Ultimo ricordo e’ il merchandising shop dello stadio: enorme e ricco di ogni tipo di gadget (mi e’ rimasto impresso il tostapane che lascia le iniziali AFC sulla fetta eheh). Era stracolmo di tifosi. Una vera macchina da soldi, credo che quello di San Siro a confronto faccia ridere ma non vorrei sbilanciarmi troppo 😉

Sbaglio o la situazione in Italia e’ completamente diversa? Quante societa’ prestano cosi’ tanta attenzione al proprio tifo? Quante riescono a monetizzarlo in maniera efficace?

Please let me know…

Vita da neo-londinese: la prima settimana

Sono trascorse quasi due settimane dal mio arrivo a Londra e mi sembra di essere qui da un mese.

Il mio nuovo lavoro non mi ha impedito di fare un po’ di vita mondana e vacanziera 🙂

Ecco un "breve" riassunto della prima settimana:

  • Domenica: Arrivo a London. Sistemazione nel "mio" appartamento londinese in Hatton Garden, la via dei Diamanti. Io e uragano pranziamo/ceniamo alle 1630 a Pizza Hut.
  • Lunedi’: Breve giro a Covent Garden e poi spesa da Sainsbury’s Local. Uragano, che e’ una buona forchetta ma anche piuttosto raffinata e un buon cuoco, era un tantino sconcertato dalla totale impossibilita’ di replicare le abitudini di spesa che aveva a Milano anche a Londra: tra innumerevoli varieta’ di piatti pronti e spaghetti in scatola ho visto un velo di disperazione sul suo volto.
  • Martedi’ : Birra con i compagni di classe di uragano (che ha colto l’occasione per migliorare il suo inglese iscrivendosi due settimane alla Regent) e cena a base di Fish and Chips. Due personaggi singolari e davvero simpatici: Blei e’ di Palma di Maiorca e la sua cadenza spagnola quando parla inglese e’ contagiosa 🙂 . Miguel e’ portoghese, e’ un appassionato di scienze e un gran chiaccherone ma decisamente un vero spasso!
  • Mercoledi’ : Birra con Miguel, Bru e Lawrence. Tra una birra e l’altra siamo finiti col parlare della Teoria del Caos e degli effetti della Dopamina sulle prestazioni sessuali maschili (ovviamente merito di Miguel).
  • Giovedi’: Birra con Miguel, Blei ed altri compagni di uragano. Eravamo un gruppetto davvero internazionale: tre italiani (tra cui io e uragano), tre spagnoli, due russi, due sud koreane e un portoghese.

 

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(gli ultimi sono Blei e Miguel)

  • Venerdi’: Cena con mio cugino James, sua moglie Leanne e la mia bellissima nipotina. Decisamente non la migliore cena della nostra vita (uragano ha preso una pizza alquanto sospetta e io un hamburger giusto per andare sul sicuro) ma la compagnia e’ stata meravigliosa.

 Visto che la preoccupazione di ogni madre e’ sapere cosa sta mangiando la propria figlia purtroppo devo dirle che c’e’ da preoccuparsi…. Questo e’ uno dei miei pranzo tipo

 

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Le mie vacanze a Berenice (Mar Rosso)

L’arrivo a Berenice e’ stato un tantino traumatico. Ero talmente sconcertata dalla situazione che mi sono sorpresa a volerne fare un videopost 🙂

Per quanto riguarda il mezzo di trasporto che ci ha portati dall’aeroporto al resort immaginatevi la scena: trasciniamo il nostro trolley verso il parcheggio dove circa una ventina di bus granturismo sono in attesa di accompagnare i turisti in arrivo verso i rispettivi alberghi/villaggi… li scorriamo con lo sguardo tutti, uno dopo l’altro cercando di capire quale potrebbe essere il nostro e poi ad un certo punto vediamo un mezzo di locomozione decisamente spartano e pensiamo "non sara’ mica quello?" ERA QUELLO.

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berenice
 
Devo dire pero’ che non mi ‘ dispiaciuto affatto, e’ stato a suo modo divertente e comunque non particolarmente scomodo.
 
Per quanto riguarda la desolazione del posto devo ammettere che all’inizio e’ stato un piccolo shock, vi assicuro che appena arrivati non abbiamo visto NESSUNO, solo il personale. La prima sera a cena eravamo solo io e uragano, una coppia di russi e altre due-tre persone. Fortunatamente il giorno dopo e’ arrivata una coppia di italiani con cui ci siamo trovati molto bene e con cui abbiamo ovviamente trascorso tutta la settimana.
 
Altro grosso problema iniziale e’ stato constatare come fosse impossibile accedere al mare: i coralli in quella zona arrivano fino a riva e noi non avevamo le apposite scarpette per camminarci sopra. In molte altre strutture e’ presente un ponte che consente di arrivare a piedi fino al di la’ della barriera, in mare aperto e lo stesso accorgimento doveva essere presente anche nel nostro villaggio. Purtroppo il rispetto delle tempistiche e la celerita’ a quanto sembra non sono decisamente uno dei punti forza degli egiziani e del ponte non c’era nemmeno l’ombra.
 
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Anche in questo caso pero’ il problema e’ stato risolto dalla nostra guida Ashim (credo si scriva cosi’) che ci ha portato le scarpette e ci ha accompagnato fino al di la’ della barriera corallina per una snorkelata di un’ora circa dove ho avuto l’occasione di vedere, oltre ai bellissimi pesci del Mar Rosso, una temutissima Murena.
 
Vi risparmio i dettagli sui problemi fisici che mi hanno un tantino devastata i primi giorni della settimana per passare all’ultimo giorno effettivo di vacanza e alla nostra gita alla Baia dei Delfini.
 
Un posto meraviglioso, un cerchio di coralli in mezzo al mare che delimitano un’area nota appunto come una delle Dolphins House, dove branchi di delfini nuotano liberi anche se non indisturbati eheh.
 
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Una volta ancorata la barca infatti si attende l’arrivo del branco e non appena viene avvistato si salta tutti sul gommone e si parte all’inseguimento per vederli da vicino e provare ad entrare in acqua con loro.
 
Io sono stata molto fortunata, sono saltata giu’ dal gommone dalla parte dove se ne vedevano pochi e ormai in lontananza ma con mia grande sorpresa il branco stava nuotando sotto di me con alcuni delfinini saldamente attaccati al fianco della mamma. L’emozione e’ stata davvero indescrivibile. Ho scattato qualche foto con una macchinetta usa e getta, non appena le sviluppo le fotografo 🙂 e le aggiungo al set che ho creato su Flickr.
Intanto vi lascio con questo video.